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Al cardinale Parolin la cittadinanza onoraria di Primiero San Martino di Castrozza


Al cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Papa Francescoè stata conferita l'8 luglio scorso la cittadinanza onoraria del Comune di Primiero San Martino di Castrozza, che di tempo frequente nel periodo estivo. La cerimonia si è tenuta ieri sera nello storico palazzo delle Miniere, a Primiero, alla presenza del sindaco Daniele Depaoli e dei rappresentanti dell'amministrazione comunale, oltre che dell'arcivescovo di Trento Lauro Tisi e dei parroci del territorio.

“Con questo attestato esprimiamo la nostra profonda riconoscenza per la sua vicinanza, per il suo esempio di fede e impegno personale per la pace nel mondo, sperando che Primiero possa continuare ad essere una meta di riposo e di riflessione per la sua eminenza negli anni a venire”, ha detto il sindaco Depaoli.

Mi sento molto molto emozionato questa sera per questa cerimonia particolare, e anche un po' confuso“, ha confessato il cardinale Parolin, che ha ringraziato “il sindaco, l'amministrazione comunale e tutti coloro che hanno partecipato” alla cerimonia.

Poi il cardinale ha spiegato il legame con la comunità trentina: «È vero. A Primiero ho intrecciato nuove amicizie. Chi mi sente a mio agio, per diversi motivi: per i rapporti personali, per l'accoglienza da parte della gente e poi per la bellezza della natura. Ogni volta che penso ad un breve periodo di vacanza finora penso sempre a Primiero. Desidero rivolgere un cordialissimo saluto a tutti gli abitanti della Comunità di Primiero ed esprimere, ancora una volta, la mia profonda gratitudine per l'accoglienza che mi è stata riservata».

Il Segretario di Stato vaticano ha detto che «sono stati giorni sereni, di riposo per il corpo e per lo spirito: ho ancora negli occhi e nel cuore la bellezza del paesaggio – che ho imparato a godere e ad amare sin da seminarista, nei campeggi fatti ai Dismoni e in Val Canali – e la cordialità delle persone incontrate. Ne riassumo i volti in quello del carissimo don Giuseppe Da Pra, parroco di Primiero, che mi ha trattato con una squisita fraternità sacerdotale, con quell'amabilità con cui si incontra e si interessa di tutte le persone. A lui e agli altri confratelli con cui ho avuto anche quest'anno la gioia di condividere un momento conviviale, dico: grazie di cuore! Un grazie che si estende a tutti gli abitanti della Comunità di Primiero, ai bambini, ai giovani, alle famiglie, agli anziani, agli ammalati e ai sofferenti. Su tutti invoco abbondantemente la benedizione del Signore e prego affinché Egli porti a compimento i desideri di bene del loro cuore. Voglio porre alla mia preghiera due intenzioni particolari: la prima è che non si affievoliscano mai la fede e la vita cristiana, il patrimonio più prezioso della vostra terra, delle quali sono eloquenti testimonianze le chiese di cui è disseminata la valle; e la seconda è che ci siano ancora ragazzi, ragazze e giovani capaci di dire un generoso sì al Signore che li chiama a seguirlo e a servire i fratelli e le sorelle in una vocazione di speciale consacrazione, nel sacerdozio, nella vita religiosa, nell'impegno missionario. Chiedo di ricordarmi nella preghiera, affinché possa svolgere al meglio il mio compito di collaboratore di Papa Francesco, a servizio della Chiesa universale, in un momento della storia particolarmente burrascoso. Auspico», ha concluso, «che le guerre finiscano e trionfino la pace. Il ritmo non è solo compito della diplomazia, della politica o di grandi manovre, ma di tutti. Partendo dalle piccole tensioni che nascono nelle nostre famiglie, nei paesi in cui viviamo. In un mondo globalizzato non serve ricordare che una guerra non è più possibile circoscriverla solo in uno spazio geografico specifico, perché le sue drammatiche ripercussioni ricadono su tutta l'umanità. In questi giorni di riposo ci uniamo a Gesù Cristo, con Maria, per intensificare la preghiera a favore della pace».





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