Viaggi

All’Abi d’Oru tutto parla della vera Sardegna, a partire dai profumi


Dopo il lusso, una delle parole forse più inflazionate nel settore del turismo è «esperienza», abusata al punto da privarla del suo significato profondo, che ha invece cambiato sia il modo in cui gli operatori si propongono ai viaggiatori, sia il modo in cui i i viaggiatori impostano e affrontano il loro tempo libero e di relax. In realtà il termine rappresenta un'evoluzione nel turismo, soprattutto in quello di alta gamma. Ciò indica quanto sia importante relazionarsi con il luogo in cui si è attivi per conoscerlo, capirlo e viverlo. È un invito a partecipare, a fare nuove scoperte, a divertirsi, a immergersi in una nuova dimensione. E soprattutto riguarda ogni momento del viaggio, dallo yoga del mattino alla lezione di cucina, dall'incontro con gli artigiani e gli artisti locali alle serate con l'astronomo per osservare il cielo.

All'Hotel Abi d'Oru, il primo aperto a Porto Rotondo nel 1963, nel Golfo di Marinella, l'esperienza sarda comincia appena si varca la soglia. Tutto parla dell'isola: i tappeti di Samugheo e le ceramiche di Siniscola, le foto storiche in bianco e nero, i disegni erotici di Antonio Marras nella Spa, gli odori del grande giardino che abbraccia l'hotel e lo accompagna fino alla spiaggia bianca con gli ombrelloni di paglia, il bar, il ristorante. La scenografia è perfetta per una vacanza al mare con la comodità di grandi camere (e suite dedicata a Maria Lai, Eva Mameli e altre grandi donne sarde) e dehors privati, una piscina che la sera è illuminata con 800 minuscoli led scintillanti come le stelle . In questo contesto i sensi sono più predisposti ad accogliere stimoli, e la famiglia Zuncheddu, proprietari dell'hotel ed editori dell'Unione Sarda, non manca di proporne ogni anno.

La stagione è iniziata con diverse novità. Un nuovo chef, Nicola Cafagno, che lavora sugli ingredienti sardi; un nuovo pasticcere, Andrea Tortora, ex brigata di Niederkofler, che si capisce essere un fuoriclasse dal primo cucchiaio di gelato al cioccolato; il premiatissimo naso Luca Maffei, incaricato di creare un profumo per questa casa sarda immersa nel verde. E una giornalista, Mariangela Rossi, esperta di lifestyle e alta profumeria, che ha creato un trait d'union tra questi talenti con un progetto olfattivo. Insieme hanno lavorato per esprimere le sfumature dell'isola concentrandosi su tre elementi, elicriso, ginepro e zafferano. Sono le essenze che si sentono entrando nell'albergo, che si respirano durante la passeggiata guidata nel giardino di macchia mediterranea, che si mixano nei cocktail insegnati dal barman Marcello Cabiddu e che si riconoscono cene olfattive al ristorante Marinella di fronte al mare.

Il prossimo 8 settembre, accompagnati da Luca o da Mariangela, si può prenotare una serata giocosa che alterna portate deliziose a indovinelli sulle essenze usate nei piatti per raccontare come nasce l'associazione di un profumo a un luogo. «L'olfatto è una componente fondamentale della cucina, a cui spesso non si presta abbastanza attenzione», spiega Mariangela. Il 100% di ciò che si percepisce arriva attraverso il palato, ma il 95% viene registrato dal sistema olfattivo. Ecco perché i due sensi sono così intimamente legati».

E viene del tutto naturale in Sardegna, dove il vento ti inonda di odore di fieno, spezie, miele di cui capirai l'origine. È uno dei ricordi più persistenti del soggiorno all'Abi d'Oru, insieme alla vista sulla splendida baia quadrata dalle ampie finestre disegnate nel 1963 dall'architetto Simon Mossa, precursore di quello stile morbido e discreto che sarà il segno distintivo della Costa Smeralda.



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