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«Andare da Taylor Swift è come abbracciare un’amica che non vedevi da tanto tempo»



Immagina la gioia che proverai quando rivedrai una persona cara dopo tanto tempo. Non ci si chiede perché è felice, non si riflette su cosa significhi per noi quella persona. Si percepisce solo una profonda esplosione di felicità che, in questo caso, si moltiplica per 65 mila volte per ogni singolo spettatore dell'Eras ​​Tour a San Siro, anche nelle più piccole lucine dei braccialetti alzati al cielo dalle tribune più in alto. Si presume quindi che Taylor Swift tornerà in Italia dopo tredici lunghi anni.

Sì, perché Taylor per ciascuna swiftie (che sono per la maggior parte ragazze tra i 20 ei 35 anni, ma anche ragazzine, donne adulte, persino uomini, bambini e adulti) è come l'amica di cui confida paranoie, paure, gioie fra risate e piante liberatrici e, perché no, anche qualche battuta graffiante su ex e amiche voltaspalle.

Così tra 11 “ere” – i suoi album, così chiamati perché ognuno rappresenta una particolare fase della sua carriera e della sua vita – tre ore e un quarto di concerto comprensivo di 44 canzoni, ognuno sceglie quella da cui si sente più rappresentato, e alla fine a cantare non è più tanto la grande pop star americana quanto i singoli episodi della nostra vita, in un trionfo di colori, glitter, lustrini e paillettes scintillanti.

Ripensando a una quindicina di anni fa, quando Tay Tay non era altro che “l'antipatica Taylor”, la ragazzina che si cullava nella musica country sfidando i mostri sacri del genere, suonava la sua chitarra classica glitterata e attirava l'invidia di tutti perché insopportabilmente perfetta, ora viene da sorridere per aver pianto con lei sulle note di Mi appartieni lo Mio o ancora Lacrime sulla mia chitarra in camera, da soli, cuffie nelle orecchie e qualche lacrima in gran segreto.

Ed è proprio lei a ricordarcelo. Nell'introduzione dell'Eras ​​Tour di quest'anno a Milano, ricorda: “Dunque, sentite tante canzoni che ho scritto sui miei sentimenti, sui fatti accaduti o inventati dall'immaginazione e forse è ciò a cui pensavate quando le ascoltate.”.

Ufficialmente, il concerto è iniziato alle 20 in punto, dopo un conto alla rovescia che ha reso visibile l'intero stadio di San Siro, registrando persino una piccola attività sismica. Ufficialmente, in realtà, sono oltre due anni che ci si prepara: dall'annuncio di Taylor nel 2022 dell'Eras ​​Tour alla sera prima del concerto, ciascun fan si è dato da fare per prepararsi all'evento, alcuni anche doppiamente, perché sono tantissime le persone che hanno prenotato i biglietti per più date, magari per città e persino nazioni diverse. Le storie sulla fatica di accaparrarsi il biglietto si perdono nei meandri di TikTok, Instagram, X ma anche banalmente nei racconti delle persone che ci sono intorno.

Ognuno conosce almeno una persona che ha trascorso l'intera mattinata con sette dispositivi aperti contemporaneamente sullo schermo di TicketOne sperando nel miracolo. C'è anche chi si è “accontentato” di acquistare il pacchetto VIP (del costo di oltre 500 euro), a fronte probabilmente di un mese di digiuno, pur di non rinunciare al concerto.

Assegnato il biglietto, è stata la volta della scelta degli outfit, dei gadget e delle “fanaction”: ciascuno swifties ha scelto un'era e ha cercato di imitare i colori con il top, il trucco a tema, scritte sulle braccia e acconciature stravaganti. In una canzone, Sei da solo, ragazzoTaylor invita tutti a “fare braccialetti dell'amicizia”, e così è stato: tramite l'acquisto di un kit per creare braccialetti di perline con le lettere delle canzoni che sono più rappresentative.

C'è chi è arrivato a farne persino 400, perché lo scopo è proprio quello di scambiarli con gli altri fan: una ritualità che sottolinea l'appartenenza a una comunità, quella di Taylor Swift, che crede fortemente nel valore dell'amicizia e della condivisione. Ed è così che ci siamo sentiti tutti a San Siro: una grande rivincita tra amici pronti a vivere una serata in programma da anni.

Dalla metropolitana, ai bar, lungo le vie principali, negli autobus, le paillettes e i braccialetti hanno reso riconoscibili i partecipanti e sono stati pretesto per sguardi complici, chiacchierate con perfetti sconosciuti, scambi di opinioni e di esperienze. Persino chi della Swift non sa assolutamente nulla, era alla corrente del concerto.

Un esempio su tutti: al mercato di via Fauché, vicino a San Siro, durante lo sgombero delle 18, i commercianti applaudivano il passaggio delle persone in paillettes commentando tra loro: “È arrivata Taylor Swift, inizia il concerto”. Era un po' come sentire parte della storia, l'orgoglio di far parte di un momento epocale di cui si parlerà davvero a lungo. Così, dalle maestose ali arancioni dei ballerini, sulle note di Estate crudeleil cantante ha salutato con “Ciao a tutti!”, generando un boato fragoroso. Molte persone indossavano persino tappi per le orecchie, acquistati occasionalmente su consiglio di quanti erano già stati in altri tappi europei.

“È così che mi fate sentire davvero potente” dice Taylor poco prima di iniziare The Man, secondo singolo del terzultimo album Amante. Perché effettivamente la sua potenza sta proprio nel rapporto con i suoi fan, una relazione che nessun altro cantante è mai riuscito a costruire in maniera così profonda.

La commozione della star ha confermato esattamente questo, quando prima di iniziare a suonare al pianoforte una delle canzoni più intimistiche del suo repertorio, Problemi con lo champagne, ha dovuto indossare le cuffie per ascoltare la standing ovation del pubblico. Cinque lunghi minuti in cui le urla hanno riempito lo stadio sembravano fomentare l'uno con l'altro, lasciando la pop star sbalordita e senza parole, costretta ad alzarsi dal piano per lasciarsi travolgere dalle grida liberatorie, a cui lei ha risposto candidamente con un “Siete i migliori, lo sapete vero?”.

Altra magia di Swift: un sorriso delicato, rispettoso e profondamente devoto nei confronti del sostegno indiscusso che riscuotete ovunque vada. Così come quando, durante le surprise song, ovvero canzoni scelte dal repertorio e diverse per ogni tappa (nel caso della serata del 13 luglio, un mashup tra L'unico e Paese delle meraviglie alla chitarra e faccio quasi e Il momento in cui ho capito al piano), un moscerino le è finito in bocca e con un delicatissimo colpo di tosse è tornato a cantare con una voce pulita e potente.

Ecco tutto quello che c’è da sapere sul “fenomeno Taylor Swift”: emozioni pure raccontate con una semplicità disarmante, da una ragazza “della porta accanto” che le esprime così come le nascono dal cuorenella loro forma più genuina. Non importa se sia stata bravissima nello scegliere il proprio team marketing, se abbia costruito perfettamente il suo personaggio o se abbia messo in atto le migliori strategie per far breccia nel cuore degli ascoltatori, quel che resta di queste due tappe italiane dell'Eras ​​Tour è il ricordo di 130mila persone unite in un unico coro che, con le mani al cuore e le corde vocali spiegate, cantavano all'unisono con un'energia davvero irreplicabile.

Esattamente come aveva previsto Tay Tay, che ha concluso così il suo concerto: “Questa sera penserete a noi ascoltandole, e a tutti i ricordi creati all'Eras ​​Tour. Vi ospiterò, il mio nome è Taylor”.





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