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I compiti? Meglio scriverli a mano sul diario



La circolare emanata dal Ministro Valditara disponendo che nel prossimo anno scolastico sia abolito l'uso degli smartphone per ogni finalità didattica e sia ripristinato l'utilizzo del diario ha fatto molto discutere, ma io sono totalmente d'accordo con questi due provvedimenti. Che risultano tra l'altro profondamente interconnessi, anche se molti non ne sono consapevoli. Aver obbligato i docenti a inserire i compiti nel registro elettronico ha di fatto reso inutile il diario di bordo e allo stesso tempo ha obbligato moltissime famiglie ad accelerare l'acquisto di uno smartphone ad uso personale per i propri figli. “Per fare i compiti mi serve lo smartphone”: questa frase è diventata frequentissima in molte famiglie all'ingresso nella scuola secondaria di primo grado.

Molti docenti, già alla scuola secondaria di primo grado, hanno infatti rinunciato a dettare compiti e lezioni ai propri alunni nel corso delle lezioni d'aula, perché queste informazioni dovevano essere obbligatoriamente riportate sul registro elettronico. La circolare ministeriale ora introduce però un nuovo concetto: anche se tutti i compiti andranno caricati sul registro elettronico, ogni studente deve essere trattato come se non fosse in possesso di uno strumento di connessione personale. Quindi diventa obbligatorio fare in modo che ogni studente abbia sul proprio diario cartaceo l'intera lista degli adempimenti da assolvere a casa. Ciò riporterà in auge l'utilizzo del diario di carta, che negli ultimi anni era diventato un accessorio pressoché inutilizzato da moltissimi studenti. Penso a me studente e ricordo quanta vita ci fosse sulle pagine del mio diario scolastico, che non era solo “l'agenda dei compiti” ma che rappresentava anche uno strumento in cui narrarsi, raccogliere tracce e immagini di tutto ciò che ci appassionava.

Oggi, guardando i diari dei nostri figli, ci rendiamo conto che sono, per lo più, quaderni intonsi dove nulla viene segnato e nulla accade. Se soffermiamo sui vantaggi del registro elettronico, ci rendiamo conto che a prima vista sono tanti e innegabili: si possono ottenere tutte le informazioni che servono in tempo reale. Ed essendo gestite direttamente dal docente, si tratta di informazioni accurate, che non danno danno adito a dubbi. Se però guardiamo in concreto cosa succede ai nostri figli che non scrivono più compiti e lezioni sul quotidiano, la realtà è completamente diversa. Per esempio, mia figlia una volta entrò alle scuole superiori, consultava i compiti da fare nel pomeriggio sul registro elettronico ma poi dovette scambiare decine di messaggi con i compagni per fare domande, esporre dubbi, darsi conferme e certezze, rassicurazioni e spiegazioni su quello che c'era da fare. Lavorando con molti genitori mi rendo conto che questa era prassi comune anche nelle loro famiglie.

I docenti spesso affermano che il registro elettronico dà loro il vantaggio di non dover perdere tempo nel dettare i compiti e le lezioni, tempo che può essere destinato alle attività didattiche più importanti. Concretamente, però, noi genitori ci rendiamo conto che quel tempo risparmiato in classe si trasforma in tempo perso, ogni pomeriggio, perché comporta entrare nella chat di classe per fare da soli esattamente quello che veniva fatto dal docente in classe, il cui ruolo non è semplicemente quello di chi dice, ma quello di chi aiuta a comprendere il mandato di lavoro, mentre dice. In effetti, quando hai 12 o 13 anni ti serve – e molto – avere un adulto che spenda del tempo per spiegarti e farti comprendere il compito che ti vuole assegnare. Puoi anche consegnarti un foglio che contiene il medesimo messaggio per l'iscritto, ma è nella relazione diretta con lui/lei che riesci davvero a centrare l'obiettivo. Certo, la consegna del messaggio per gli iscritti o sulla piattaforma è molto più veloce, ma quella velocità, quando sei ancora in preadolescenza o prima adolescenza, rischia di non tradursi in un vantaggio concreto. Per questo personalmente concordo con quanto richiesto nella recente circolare del Ministro Valditara che auspico venga applicato in modo congruo e coerente in tutte le scuole.





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