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Blood (2023): la recensione del film horror di Brad Anderson


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18/07/2024 recensione film di William Maga

Michelle Monaghan e Skeet Ulrich sono i protagonisti di un film sui vampiri kinghiano, carico di atmosfera lontano dalle convenzioni del sottogenere

“Farei qualsiasi cosa per i miei figli”, dice a un certo punto Jess (Michelle Monaghan). Una frase che ripete come un mantra e che assume gradualmente un'enfasi più sinistra man mano che Sangue si avvia verso la sua sorprendente conclusione.

Jess, tossicodipendente in via di guarigione e nel bel mezzo di un complicato divorzio da Patrick (Skeet Ulrich), ha ottenuto la custodia dei loro due figli e si è trasferita in una fattoria fatiscente nel bel mezzo del nulla.

Nel tentativo di mantenere la custodia e di rimanere sobria, Jess è quella che si potrebbe definire un genitore “elicottero”, che vive nel costante timore che i bambini si facciano male e che lei ne venga incolpata. L'adolescente Tyler (Skylar Morgan Jones) fa del suo meglio per aiutare la madre, tenendo d'occhio il precoce fratello minore Owen (Finlay Wojtak Hissong), che però non vede l'ora di esplorare la foresta che circonda la loro nuova casa.

Manifesto del film Blood (2023)Manifesto del film Blood (2023)Qui, i ragazzi scoprono un appezzamento di terreno per lo più prosciugato, con un albero dall'aspetto sparuto piantato nel bel mezzo del letto di un lago ormai spento. Anche il cane di famiglia percepisce qualcosa, camminando freneticamente e abbaiando continuamente nel bosco.

Il regista Italiano: (Sessione 9) gestisce abilmente tutta questa preparazione, costruendo la tensione a partire dal dramma familiare di tutti i giorni e poi ingigantendola con presagi sempre più terribili. Le cose degenerano quando il cane scompare; Owen è determinato a trovare il suo amato animale domestico, mentre Jess, impegnata nel lavoro e assillata dagli avvocati del suo ex, cerca di rassicurarlo che il cane tornerà da solo.

Ritorna, ma c'è qualcosa di diverso. Gli occhi sono gialli e il muso è sporco di sangue rappreso. Il bastone attacca Owen e lo spedisce in ospedale in condizioni critiche. La prognosi di Owen non sembra buona e quando una serie di medici non riesce a capire esattamente cosa non va in lui, tutte le dita vengono puntate direttamente su Jess.

In questo stato di confusione, Jess entra nella stanza di Owen e lo trova a succhiare una sacca di sangue collegata a una flebo, che sembra rinvigorirlo improvvisamente. Jess è ovviamente scioccata e disgustata, ma elabora rapidamente questa nuova realtà: Owen ha bisogno di sangue e, se non lo riceve, i suoi sintomi di coma ritornano.

Ecco qui che Blood si rivela ovviamente un film di vampiri (niente paura, è già tutto nel trailer), ma di un tipo che non rispetta molte delle convenzioni standard del genere. Non si parla di aglio o di crocefissi, e la luce del sole non è minimamente un deterrente.

La praticità di procurarsi una grande quantità di sangue per un ragazzino in fase di sviluppo assume prima un elemento proceduralein quanto Jess sfrutta la sua posizione di infermiera per travasare le sacche dalla cella frigorifera, e poi un elemento morale, in quanto mantenere un flusso costante di sangue diventa di fondamentale importanza. A tal punto che Jess inizia a prendere in considerazione l'idea di utilizzare un paziente terminale malato di cancro prima della sua morte.

Brad Anderson e lo sceneggiatore Will Henley ampliano gradualmente la comprensione di Jess (e, per estensione, del pubblico) della condizione di Owen, mentre Blood passa dal dramma familiare all'orrore manifesto. C'è molto di Stephen King qui (in particolare Cimitero per animali domestici), così come di Lasciami entrare e dei più recenti Il mio cuore non può battere se non glielo dici (la recensione), ma Blood per lo più elude qualsiasi senso di eccessiva familiarità grazie alle ottime interpretazioni e all'acuto senso visivo del regista.

pellicola di sangue 2023pellicola di sangue 2023Michelle Monaghan è particolarmente brava nel ruolo della madre oppressa che farebbe di tutto per suo figlio. È nervosa fin dall'inizio, teme che il suo ex e il suo nuovo fidanzato le portino via i ragazzi e peggiora solo quando è costretta a gestire la condizione di Owen cercando di nasconderla al resto della famiglia.

Per fortuna Blood lascia in sospeso il collegamento tra la sete di Owen e la dipendenza di Jess, anziché spingerlo troppo in là nella metafora. Ci sono alcuni elementi del tema “horror elevato”, qualunque cosa significhi al giorno d'oggi. Ma Brad Anderson non ha paura del genere.

Anziano, offre un'ampia quantità della sostanza rossa del titolo, lasciando comunque trasparire un pathos genuino. Blood non è un'opera clamorosa, né riscrive il sottogenere dei film sui vampiri (lo status di cult dei classici diretti da Abel Ferrara e Kathryn Bigelow rimane incontrastato naturalmente), ma è un buon esempio di credibile recitazione e di solida maestria registica che rinvigorisce quella che sarebbe potuta essere solo l'ennesima aggiunta a basso budget alla ricca mensa dello streaming.

Si potrebbe dire che è soddisfacente, persino rinvigorente, un orrore senza salto spaventosenza pretese 'alte', ma fondato esclusivamente sull'atmosfera e il senso di terrore di un tempo.

Di seguito trovate il trailer internazionale di Blood, uscito direttamente a noleggio su Video Principale:



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