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Dalla fabbrica dei tramonti alla promessa a papà, il cammino di Cabal


Chi è il difensore del Verona al centro del braccio di ferro Juve-Inter. Il suo arrivo dalla Colombia, il padre ex calciatore che ha smesso per la famiglia e l'ammirazione per i milanisti Yepes e Zapata

Quando Barella scocca il destro disperato, una specie di ultima preghiera per piegare le mani a Montipò e sperare di riportare in vantaggio l'Inter, Juan Cabal è entrato in campo da non molto. Prova ad opporsi al tiro che gli passa a pochi centimetri e intuisce il peggio: il suo portiere non trattiene, Frattesi irrompe sulla ribattuta e fa 2-1. Contest: Inter-Verona, Epifania col carbone di quelli immangiabili per gli scaligeri che perdono all'ultimo istante. Inzaghi mette di nuovo la freccia sulla Juve, Baroni mastica amaro. Come Juan Cabal da Calì che a San Siro cercava un briciolo di continuità dopo il lungo infortunio. L'intreccio che ha portato il difensore colombiano al centro del mercato, con Juventus e Inter a combattere, comincia esattamente qua. Da un match dell'ora di pranzo in cui, con un po' di fortuna, chissà, avrebbe potuto cambiare i destini del tricolore. Ora, curioso porte girevoli del mercato, Juan è l'oggetto del desiderio dell'Inter, ma vicinissimo a vestire la maglia della Juventus. La storia di Cabal, invece, parte da molto più lontano: dalla “fabbrica dei tramonti”, un debito da estinguere con papà e il tifo sfegatato per… due milanisti.



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