Istruzione

La collaborazione tra studenti aiuta a gestire l'ansia scolastica e migliora le capacità di gestire i compiti scolastici complessi, ecco perché. INTERVISTA ad Antonella Gorrino – Orizzonte Scuola Notizie


Intervista ad Antonella Gorrino, pedagogista, insegnante ed, esperta nei processi formativi sulla gestione dei conflitti

Perché è importante che i ragazzi siano in grado di accogliere una richiesta o aderire a una consegna specifica su un compito complesso?

Con il termine “compito scolastico complesso”, mi riferisco a qualsiasi attività svolta in una scuola secondaria, che non sia una semplice rievocazione di nozioni o lo studio del libro di testo “da pagina a pagina”. Queste attività richiedono un'attivazione cognitiva più complessa e spesso generano resistenze negli studenti. Molti ragazzi, infatti, dichiarano di non capire cosa si richiede loro, il che li porta a una situazione di ansia.

Come spiego nel mio articolo pubblicato su Conflitti 2/24, l'ansia deriva frequentemente dalla pressione per fornire risposte esatte e dalle difficoltà incontrate nel comprendere e svolgere compiti che richiedono un pensiero critico e creativo. Tutto ciò non emerge all'improvviso ma è spesso il risultato di dinamiche e abitudini instauratesi fin dall'infanzia, quando l'educazione è dominata da un'eccessiva guida adulta e da un'enfasi sulla performance piuttosto che sull'apprendimento autonomo e sull'apprendimento autonomo e sull'apprendimento autonomo. accettazione dell'errore come occasione per imparare.

Quali sono le principali difficoltà che gli studenti si incontrano quando devono eseguire compiti complessi?

Kahneman, premio Noberl per l'economia, sostiene che le persone tendono a fare uso di scorciatoie cognitive chiamate euristiche quando prendono decisioni sotto incertezza. È il sistema di pensiero veloce e automatico, che fa riferimento alla memoria, che spesso porta gli studenti a disattendere le consegne, perché attivano quello che già conoscono. Spesso, sbagliano l'esecuzione della consegna proprio perché si affidano a un processo automatico piuttosto che a un'attenta riflessione su ciò che viene loro richiesto. Capita spesso che, quando faccio lavorare i ragazzi del liceo su libri di saggistica, tendano a fare dei riassunti, anche se non è stato detto loro di fare quel tipo di lavoro. Non avviene esclusivamente perché sul web si trovano già dei riassunti, ma perché eseguire compiti che richiedono uno sforzo di riflessione li mette in crisi.

Cosa succede nella realtà quando gli insegnanti si confrontano con queste difficoltà?

Capita spesso che gli insegnanti si arrendono e continuano con la didattica tradizionale, pensando che i ragazzi siano troppo poco motivati ​​e con meno abilità rispetto al passato. Altre volte, cercano di sostituirsi a loro, spiegando a lungo il compito o semplificandolo. Tuttavia, semplificare non aiuta l'apprendimento. Il sistema riflessivo, come indicato da Kahneman, si attiva proprio quando c'è una difficoltà o un conflitto. In classe, i miei alunni sanno già che per me è importante fare attenzione a una consegna e cimentarsi in compiti non noti. Questo tipo di lavoro non influenza solo l'apprendimento, ma nel tempo diminuisce anche l'ansia.

In che modo il lavoro di gruppo può aiutare gli studenti a superare queste difficoltà?

Se è difficile far riflettere i ragazzi da soli, lavorare in gruppo rende tutto possibile. Tutto passa dalla imitazione e dalla sintonizzazione neuro cerebrale. Quando gli studenti lavorano in gruppo, il loro cervello si sincronizza con quello dei compagni. Questa sincronizzazione consente un apprendimento fluido e naturale. Questo processo, chiamato osmosi neuro cerebrale, attiva spontaneamente il cervello degli studenti, facilitando l'apprendimento automatico e condiviso.

Una ricerca del 2005 condotta da Richard M. Lerner e colleghi presso l'Istituto per la Ricerca sull'Apprendimento ha evidenziato che i teenager imparano più velocemente e in maniera più efficiente in presenza dei loro compagni. Questo avviene perché, osservando e interagendo con i pari, si attivano i neuroni allo specchio, promuovendo l'imitazione e l'apprendimento reciproco. Inoltre, studi recenti sulla sincronizzazione cerebrale, come riportato da ScienceDaily, confermano l'importanza di questa connessione neuro cerebrale nell'apprendimento del gruppo.

Quali sono le opportunità offerte dal lavoro di gruppo nelle scuole?

L'indicazione è procedere per gradi, partendo dalla consapevolezza che i ragazzi sono una risorsa gli uni per gli altri. Se un compito proposto o una consegna risulta difficile, possono cercare di risolverla insieme. Con il tempo, gli studenti devono capire che non devono chiedere aiuto solo all'insegnante, ma anche ai compagni di classe, una pratica che può sembrare ovvia e banale, ma che spesso non lo è. Questo atteggiamento non solo li rende più autonomi, ma li responsabilizza anche per il loro futuro come cittadini, insegnando loro a non accontentarsi delle risposte facili, ma a sviluppare uno spirito critico. Lo spirito critico si costruisce attraverso esperienze apparentemente banali e collaborando con i compagni.

Potete parlarci del prossimo convegno online e dei suoi obiettivi?

Nel convegno online del CPP di apertura del prossimo anno scolastico “A scuola si impara dai compagni” 5^ Convegno Nazionale online, verranno presentati tanti strumenti e dispositivi pratici per far lavorare i ragazzi assieme. Questo convegno ha l'obiettivo di fornire risorse concrete e metodologie efficaci per sfruttare al meglio il potenziale del lavoro di gruppo, favorendo l'apprendimento collaborativo e lo sviluppo delle competenze critiche e creative.



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