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“Marea nera di 220 chilometri”. Perdita su una petroliera dopo l'attacco degli Houthi




Mi ribello Gli Houthi hanno lanciato un nuovo attacco nel Mar Rosso, le cui conseguenze potrebbero essere molto gravi per l'ecosistema. Lunedì 15 luglio, i terroristi yemeniti hanno colpito la petroliera Leone di Chio, battente bandiera liberiana, con un'imbarcazione senza equipaggio. Secondo una ONG specializzata nella protezione ambientale, l'assalto ha provocato una marea nera di 220 chilometri.

Mentre in origine era diretta a sud, dopo l'attacco la nave 'Chios Lion' ha virato e si è diretta verso nord, uscendo dall'area minacciata per valutare ulteriormente i danni e indagare su una potenziale fuoriuscita di petrolio”, ha inizialmente comunicato il Centro congiunto di informazioni marittime del Mar Rosso e del Golfo di Aden. Successivamente, il Ceobs (Osservatorio sui conflitti e l'ambiente) ha riferito che immagini del satellite Sentinel-2 dell'Agenzia spaziale europea hanno mostrato una macchia vicino a dove gli Houthi hanno attaccato il vascello, spiegando in un posto su X che essa “suggerisce che la nave danneggiata ha perdite di petrolio“.

La Chios Lion è stata attaccata a 97 miglia nautiche (circa 180 chilometri) a nord-ovest della città di Hodeida, nello Yemen. La marea nera si sarebbe formata a circa 196 chilometri dal porto controllato dagli Houthi, in un punto che coincide con la zona in cui la petroliera è stata attaccata. Martedì 16 luglio, i ribelli hanno assalito anche la MT Bently io, battente bandiera panamense e di proprietà israeliana, al largo della costa di Al Hudaydah. Secondo il Comando centrale statunitense (Centcom), questa trasportava olio vegetale russo diretto in Cina. Le autorità americane e britanniche, gli equipaggi di entrambe le navi sono al sicuro e non vi sarebbero morti o feriti.

Dal novembre scorso, gli Houthi hanno dato il via ad una serie di attacchi contro i mercantili nel Mar Rosso per manifestare la loro vicinanza alla causa palestinese. Le loro azioni hanno portato al dispiegamento di dovuto task force internazionale, organizzate nella missione statunitense “Prosperity guardiani” e nell'europea “Aspides”. I raid dei ribelli yemeniti hanno portato ad un calo della navigazione nelle zone a rischio, con diverse compagnie che hanno modificato le rotte delle loro navi per farle passare dal Capo di Buona Speranza. La decisione ha comportato un rallentamento nel commercio marittimo e un aumento dei costi dei beni trasportati.

Nel corso dei mesi, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno più volte bombardato le postazioni degli Houthi a terra, nel tentativo di distruggere i loro depositi di armi e limitarne le azioni offensive.





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