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Nasce l’associazione ‘Amici di Carlo Casini’: un faro per la vita e la spiritualità



Pochi giorni fa è nata a Roma, per iniziativa di un gruppo di amici storici, a cominciare dal medico Angelo Passaleva, l'associazione “Amici di Carlo Casini”, uomo di mente e di cuore, al servizio della società e della Chiesa. Grande protagonista dell'impegno per la Vita in Italia e in Europa. Leader indimenticabile e animatore del Movimento per la Vita (MpV), il cui primo seme risale al marzo 1975, quando a Firenze nacque il primo centro di Aiuto alla Vita d'Italia. Nel corso del dibattito sulla legalizzazione dell'aborto, entrata in vigore il 22 maggio 1978, il magistrato Casini con MpV si impegnò moltissimo per lanciare e promuovere la proposta di legge di iniziativa popolare “Accoglienza della vita umana e tutela sociale della maternità, che tra la fine del 1977 e l'inizio del 1978 raccolse oltre un milione di firme autenticate. Nel 1981 fu il principale punto di riferimento e la guida del referendum sull'aborto con l'intento di limitare in senso restrittivo la legge sull'interruzione volontaria della gravidanza, tema caldo, divisivo, su cui è tornato di recente anche papa Francesco, che nel suo libro “Life” ha definito l'aborto un “omicidio” e una “sconfitta”.

Casini fu tra i protagonisti del movimento cattolico italiano, docente di bioetica e diritti umani all'Ateneo pontificio Regina Apostolorum, membro della Pontificia accademia per la vita e del comitato nazionale per la bioetica. La sua formazione giuridica – era un magistrato – non è mai stata ostativa allo sviluppo di una solida dimensione sociale, etica e spirituale.

Ne parliamo con la figlia primogenita Marina, che ci tiene a ricordare anche i fratelli Francesco, Donatella, Marco, Benedetta e Donato.

Cosa si propone nello specifico l'associazione?

«È nata per dare “corpo” e veste giuridica sia alla “rete Amici di Carlo Casini”, che esiste dal marzo 2023 ed è coordinata da Anna e Alberto Friso, sia al “Rosario del 23 con e per Carlo Casini”, coordinata da Marco Caponi, ma anche alla crescente attenzione nei confronti della figura del babbo. A monte di tutto c'è la richiesta di diverse centinaia di persone di mantenere viva la sua memoria; di far conoscere il suo pensiero illuminato e profetico, la sua straordinaria opera, la sua spiritualità che sgorga dallo sguardo che contempla la dignità umana nel più povero dei poveri, rendendo così evidente il valore di ognuno, specialmente nei momenti di fragilità. Tra gli scopi dell'Associazione, infatti, ci sono anche quelli di “custodire e diffondere il patrimonio intellettuale, culturale, sociale, giuridico, legislativo, politico e spirituale di Carlo Casini; raccogliere l'opinione diffusa tra i fedeli circa la purezza e l'integrità della sua vita, delle sue virtù umane e cristiane, del suo pensiero, delle opere e della sua spiritualità; diffondere la fama di santità di Carlo attraverso ogni mezzo di comunicazione”. C'è tanto da fare».

È possibile aderirvi? Vieni, sì fa?

«Possono aderire singoli, o soggetti collettivi come associazioni, enti, parrocchie, movimenti. Prima bisogna perfezionare tutte le pratiche necessarie e iscrivere l'Associazione al RUNTS, ossia il registro unico nazionale del terzo settore. Per il momento chi desidera segnalarsi per ricevere informazioni sulle modalità per aderire, può inviare una mail a amicidicarlocasini@gmail.com».

L'Associazione come interagirà con il Movimento per la Vita? Sarà uno strumento di supporto?

«Parlerei di rapporto di collaborazione. L'Associazione si concentra su ciò che di Carlo Casini è già presente nel Movimento per la Vita dando ulteriore diffusione al suo messaggio e alla sua testimonianza; inoltre, si pone come punto di raccolta, raccordo e promozione, per così dire, circa tutto ciò che si muove attorno alla sua figura. Le finalità del Movimento per la Vita sono ovviamente più ampie di quelle dell'Associazione, nello stesso tempo, però, il patrimonio intellettuale e spirituale di Carlo Casini continua a essere indispensabile per infondere energia positiva al Movimento stesso. Dico questo pensando soprattutto ai giovani».

Auspica l'apertura della causa di beatificazione per suo padre?

«In molti la chiediamo e se l'aspettano. L'Associazione ha anche questo tra i suoi obiettivi. Non sono ancora passati cinque anni dalla nascita al Cielo, avvenuta il 23 marzo 2020, e quindi per adesso il discorso è prematuro, anche se pare proprio che ci siano i presupposti. Cogliamo questa possibilità come sorgente di Grazia che la Chiesa offre per “perseguire – come si legge nello statuto – la personale santificazione di tutti i membri, attraverso la pratica della vita cristiana e l'imitazione delle virtù di Carlo Casini, soprattutto il suo amore verso Dio e verso il prossimo”. Vedremo, ci fidiamo della Chiesa. Non c'è fretta».

Mi racconta, da figlia, suo padre?

«Difficile rispondere in poche battute a domande così importanti. Per una risposta più completa rimando al libro curato da Stefano Stimamiglio, “Carlo Casini storia privata di un testimone del nostro tempo” (San Paolo 2023, ndr). In una battuta disse che era un padre da cui ci si sentiva amato e compreso, correggeva senza mai mortificare e incoraggiava sempre. Ha vissuto la sua paternità con semplicità, cercando di dare il buon esempio, aiutandoci a crescere, ci ha dato delle solide radici e fiducia nel futuro. È stato anche “padre” per molti, nel senso che sapeva generare il Bene nella vita delle persone. Spesso vedendo come si comportava pensato alla “preghiera semplice” di San Francesco: “Signore, fa di me uno strumento della tua pace: dove è odio, fa ch'io porti amore…”. Non si dava mai arie, anzi, si faceva tutto a tutti, senza mai farlo pesare».

Qual è lo stato della legge 194 del 1978 che disciplina in Italia il diritto di accesso all'aborto?

«È lo stato di una legge che interpreta vieneta e applicata come se fosse il baluardo dichiarato del “diritto di aborto”, ma questo nella legge non è scritto. Tuttavia, non c'è da stupirsi perché anche le parti che manifestano una pur tenue “preferenza per la nascita” sono ambigue, contaminate da una logica abortista, e quindi facilmente disattese e ignorabili. La questione fondamentale è riconoscere il concepito come uno di noi e farsi prossimi delle donne che si trovano di fronte a una gravidanza difficile o inaspettata. Su questo la quasi cinquantennale esperienza dei Centri di Aiuto alla Vita è esemplare e grandiosa. Dal 1975 sono nati grazie a questo volontariato 280.000 bambini con la gioia delle loro mamme. Dal 1994 il Progetto Gemma ha soccorso moltissime donne e ne sono nati altri 25.004. Modeste cifre se pensano ai 6.250.000 aborti dal 1878 al 2021 – mancano ancora i dati ufficiali degli ultimi anni -, ma chi salva una vita salva il mondo intero! Il riconoscimento del concepito come un figlio e la condivisione delle problematiche e delle preoccupazioni della sua mamma fa emergere l'innato coraggio delle donne e restituisce loro non solo autostima e fiducia, ma soprattutto la libertà dai condizionamenti che le spingerebbero ad abortire. La libertà di accogliere i propri figli dona pienezza alla vita stessa delle donne. Bisogna lavorare tutti insieme in questa direzione».

Un pensiero conclusivo?

«Lo faccio dire a mia mamma: “Carlo trasmetteva una luce che lo rendeva raggiante; si nutriva quotidianamente dell'Eucarestia e per questo aveva il cuore traboccante dell'Amore di Dio che lo rendeva capace di voler bene a tutti, di saper portare la gioia e la speranza con la convinzione che il bene vince sempre, di infondere la fiducia nell 'Amore Infinito di Dio per ciascuno di noi”. E ora andiamo avanti con gioia».

nella foto, Carlo e Marina Casini.





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