Economia Finanza

In Europa i casi Covid aumentati di 5 volte in 2 mesi


Non sono solo i dati italiani a confermare una continua crescita dei casi di Covid, anche quelli europei certificano che nella regione dell'Oms Europa (53 Stati membri di Europa e Asia centrale), la percentuale di pazienti con malattie respiratorie positive al test per Sars -CoV-2 è aumentato di cinque volte nelle ultime otto settimane, e il numero di ricoveri ospedalieri nelle ultime quattro settimane è stato del 51% più alto rispetto alle quattro settimane precedenti.

In crescita anche le vittime

Quanto ai morti riportati, sempre nelle ultime quattro settimane, il dato è del 32% più alto rispetto alle quattro settimane precedenti. Ad intervenire è stato il direttore dell'ufficio regionale dell'Oms per l'Europa, Hans Kluge sul social X, in un periodo, quello estivo, in cui si pensava erroneamente che il caldo e la vita all'aria aperta, potrebbero contribuire a contenere un'eventuale ripresa delle trasmissioni.

I soggetti a rischio

«Non è allarmismo ma il compito dell'Oms è quello di aiutare a proteggere la salute e il benessere attraverso consigli tempestivi a governi e cittadini. L'Oms Europa prende sul serio questo mandato», dice Kluge su X spiegando che a preoccuparsi per il contagio con Sars-CoV-2, per il rischio di forme gravi, dovrebbero essere «le persone anziane o immunodepresse, le persone con più patologie pre-esistenti, le donne incinte, il personale sanitario che potrebbe essere facilmente esposto nei propri ambienti di lavoro».

Nessun allarmismi, ma monitorare la situazione

«Condivido assolutamente quanto affermato da Hans Kluge. Noi lo diciamo da sempre e la nostra linea di responsabilizzare chi da sempre ha dimostrato capacità e saggezza come i direttori sanitari delle strutture ospedaliere o delle Rsa è quella giusta. Non bisogna fare allarmismi ma tenere la situazione sotto attento monitoraggio», ha detto all'Ansa il direttore della prevenzione del ministero della Salute Francesco Vaia. «La primissima azione è difendere i fragili a partire dai grandi anziani, agli oncologici, agli immunodepressi e la prossima campagna, anche informativa oltre che di chiare raccomandazioni, sarà imperniata tutto su questo. Bisogna però pensare anche ad azioni strutturali come ad esempio, ribadisco per l'ennesima volta, alla ventilazione meccanica controllata nelle scuole ed aumentare la nostra capacità di fornire mezzi di trasporto pubblici adeguati nel numero e nella qualità, di modo da evitare la diffusione del contagio in questi luoghi alla ripresa autunnale. Conosco ed apprezzo la grande sensibilità del presidente Meloni su questi argomenti, più volte manifestata durante la pandemia, e sono certo che arriveranno risposte concrete ai nostri piani di prevenzione ed alle nostre progettualità che abbiamo già consegnato alle competenti autorità. Rimango ottimista. Il nostro Paese – ha concluso – si dimostrerà pronto».

Il nodo delle mascherine negli ospedali

E c'è chi ora chiede il ritorno delle mascherine negli ospedali. Di fronte all'allarme dei dati europei «il governo italiano non può restare fermo, chiediamo almeno che abbia il coraggio di raccomandare le mascherine e di ripristinarne l'obbligo per la rianimazione tolto 14 giorni fa dal ministro della Salute», dice così Luana Zanella , capogruppo di Avs alla Camera. Intanto l'Oms ricorda che gli strumenti per ridurre il rischio di malattia grave ci sono: vaccinazioni, rapido accesso al trattamento antivirale per le persone ad alto rischio, precauzioni sensate come la mascherina per le persone particolarmente vulnerabili in spazi chiusi affollati. E poi le precauzioni nei contatti sociali se c'e' un sospetto di infezione.



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