Istruzione

La scuola non è uguale per tutti. Il rapporto Istat svela la grande disparità: l'ascensore sociale è rotto, il futuro dei giovani dipende dal titolo di studio dei genitori – Orizzonte Scuola Notizie


L'articolo 34 della Costituzione italiana sancisce il diritto all'istruzione per tutti, ma la realtà racconta una storia diversa. Un recente rapporto Istat sui “Livelli di istruzione e ritorni occupazionali” evidenzia come il percorso scolastico e lavorativo dei giovani italiani sia fortemente influenzato dal livello di istruzione dei genitori.

I dati parlano chiaro: solo il 12,8% dei giovani provenienti da famiglie con un basso livello di istruzione riesce a laurearsi, contro un tasso del 70% tra i figli di laureati. La forbice si allarga ulteriormente se si considera l'abbandono scolastico precoce: quasi un quarto dei giovani tra i 18 ei 24 anni con genitori che hanno al massimo la licenza media lascia gli studi prima del diploma. Una percentuale che scende drasticamente al 5% se almeno un genitore possiede un titolo di scuola superiore e all'1,6% se uno dei due è laureato.

Le statistiche dimostrano come in Italia la scuola abbia fallito nel suo ruolo di ascensore sociale. Nonostante l'istruzione rappresenti un importante fattore di crescita economica e di miglioramento delle prospettive occupazionali, l'accesso a percorsi di studio di qualità rimane un privilegio per pochi.

Le conseguenze di questa disparità sono evidenti in ogni ambito della vita adultaUN. I giovani provenienti da contesti svantaggiati sono più esposti al rischio di lavori precari, part-time involontario e disoccupazione. Il tasso di occupazione dei laureati nel 2023 è dell'84,3%, contro il 44% di chi ha abbandonato gli studi precocemente. Una forza che si allarga ulteriormente al Sud, dove il tasso di occupazione per gli abbandoni precoci crolla al 31,4%.

Il rischio di finire intrappolati nella condizione di Neet è quindi molto più elevato per chi non proviene da un contesto familiare privilegiato. E la laurea, in questo caso, non sembra fare la differenza: il 43,1% dei Neet disoccupati ha concluso il percorso universitario.

Anche la formazione professionale, che potrebbe rappresentare un'importante opportunità di reinserimento lavorativo, si rivela un'occasione sprecata. In Italia, la quota di disoccupati che partecipano a percorsi formativi è la metà rispetto alla media europea.



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