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Speranza e pace giusta per l’Ucraina: il messaggio del cardinale Parolin in visita nel Paese


Il cardinale Parolin all'ingresso della parrocchia greco-cattolica di Odessa (foto di Mariusz Krawiec)

Una preghiera corale alla Madre di Dio prima di tutto per la pace giusta in Ucraina, perché questo Paese, che papa Francesco definisce sempre “martoriato”, possa vedere al più presto la fine del conflitto, perché la speranza non vada mai perduta. È questo il cuore del messaggio che il cardinale Pietro Parolin ha voluto inviare agli ucraini presiedendo la messa al Santuario mariano di Berdychiv, davanti ai fedeli cattolici del Paese, confluiti qui come pellegrini. Per la prima volta dall'inizio del conflitto, il Segretario di Stato della Santa Sede è arrivato in Ucraina per incontrare la popolazione, la comunità cattolica, le autorità del Paese, per testimoniare la vicinanza costante di papa Francesco alla sofferenza di questa terra.

Una missione che ribadisce l'importante azione diplomatica portata avanti dalla Santa Sede in questo conflitto. L'occasione centrale della visita, tuttavia, come ha spiegato il Cardinale stesso, è stata la celebrazione conclusiva del pellegrinaggio nazionale che ogni anno a luglio porta i cattolici di rito latino ucraini al Santuario della Beata Vergine Maria di Berdychiv, nella regione nordoccidentale di Zhytomyr. Il Pontefice ha designato Parolin come suo rappresentante speciale per presiedere la celebrazione eucaristica in questo importante santuario mariano, uno dei principali centri spirituali per i cattolici dell'Ucraina.

La visita del Segretario di Stato è iniziata il 19 luglio a Leopoli, dove Parolin, accompagnato dal nunzio apostolico in Ucraina, l'arcivescovo Visvaldas Kulbokas, ha incontrato le autorità ecclesiatiche e civili, in particolare il metropolita Mieczyslaw Mokrzycki insieme ai vescovi ausiliari Edward Kava e Leon Maly.

Dopo Leopoli, Parolin ha proseguito per Odessa, sul Mar Nero, una delle città più colpite dalla guerra. Qui, ha visitato il porto accompagnato dal governatore regionale Oleh Kiper. E ha pregato all'interno della Cattedrale della Trasfigurazione, la cattedrale della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca, che proprio un anno fa, il 23 luglio del 2023, è stata colpita da un bombardamento russo, e la cui ricostruzione il Governo italiano si è impegnato a sostenere, come il Cardinale ha ricordato.

Nella cattedrale romano-cattolica dell'Assunzione della Beata Vergine Maria, Parolin è stato accolto dal vescovo della diocesi di Odessa-Simferopol Stanislav Shyrokoradiuk, che lo ha ringraziato per la visita e anche per l'aiuto e all'assistenza materiale che non è mai mancato da parte della Santa Sede. «Credo che come cristiani non dobbiamo perdere la speranza»ha detto il Segretario di Stato vaticano, «la speranza che grazie alla grazia del Signore, che riesce a toccare anche i cuori più induriti, e grazie alla buona volontà di tante persone, è possibile trovare una via verso una pace giusta».

E alla speranza che non muore il Cardinale ha dedicato la sua omelia al santuario di Berdychiv: «Non perdere mai la fiducia e la speranza in Dio, soprattutto oggi, quando sembra che il male abbia il sopravvento, quando gli orrori della guerra e il dolore per le numerose vittime e le massicce distruzioni mettono in crisi la fede bontà nella divina, quando le nostre braccia cadono e non abbiamo nemmeno più forza per pregare».

Il comflitto in Ucraina va avanti senza tregua. Ieri 20 luglio, a Leopoli, è morta in ospedale, dopo essere stata vittima di un attentato la sera prima, Irina Farion, linguista, ex deputata nazionalista del Parlamento ucraino. Farion era famosa per le sue strenue campagne a difesa della lingua ucraina e contro l'uso della lingua russa.

(Foto di Mariusz Krawiec: il cardinale Pietro Parolin nella Cattedrale romano-cattolica di Odessa)





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