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“Uno 007 straniero in Usa”. Bufera sull'ex analista della Cia




I riflettori sono puntati su Fai una domanda a Mi Terrydistinta signora di 51 anni ed ex analista della Cia, nata in Corea del Sud ma trasferitasi da piccola negli Stati Uniti. La donna, accreditata esperta e studiosa di relazioni internazionali, curriculum prestigioso e un passato nel Consiglio per la sicurezza nazionale, è stata accusata da una giuria popolare di New York di aver lavorato segretamente per il governo sudcoreano negli Usa, per oltre un decennio, in cambio di beni di marca, cene in ristoranti stellati e almeno 37mila dollari di dollari in finanziamenti per un programma di studi politici da lei controllato.

L'ex analista Cia nell'occhio del ciclone

Che cosa è successo? È tutto nero su bianco nell'atto di accusa di 31 pagine pubblicato da un tribunale federale di Manhattan, secondo cui Miss Terry avrebbe sostenuto le posizioni politiche della Corea del Sud e divulgate informazioni riservate del governo degli Stati Uniti ad agenti dell'intelligenza sudcoreano a partire dal 2013, ovvero cinque anni dopo aver lasciato la CIA. In cambio, l'accusa sostiene che la signora avrebbe ricevuto beni di lussotra cui un cappotto Dolce & Gabbana dal valore di 2.845 dollari, una borsa Bottega Veneta da 2.950 dollari e una borsa Louis Vuitton da 3.450 dollari, oltre a 37mila dollari di finanziamenti per un programma di studi sugli affari coreani da lei gestito.

Terry avrebbe agitato per la prima volta come agente straniero nel giugno 2013, quando avrebbe iniziato a incontrare un “responsabile” senza nome in “diverse occasioni”. “Su indicazione dei funzionari del governo della Corea del Sud Terry ha sostenuto le posizioni politiche di quel Paese, anche in articoli pubblicati e durante apparizioni sui media, ha divulgato informazioni non pubbliche del governo degli Stati Uniti agli ufficiali dell'intelligence della Corea del Sud e ha facilitato l'accesso dei funzionari del governo della Corea del Sud ai funzionari del governo degli Stati Uniti“, si legge nell'atto di accusa.

Ma perché questa vicenda ha scatenato mille polemiche? Semplice: se le accuse dovessero essere confermate, un'anali affermata negli Stati Uniti (e non solo) avrebbe lavorato in loco scrivendo articoli di opinione e commenti a sostegno delle posizioni politiche della Corea del Sud.

Un agente straniero negli Usa?

Nonostante le sue vaste attività svolte per e sotto la direzione di funzionari del governo della Repubblica di Corea, e nonostante la sua conoscenza dei requisiti di registrazione degli agenti stranieri, Terry non si è mai registrato come agente straniero presso il Procuratore generale, come richiesto dalla legge“, sottolinea il richiamato atto di accusa riguardante la signora. Il documento dei procuratori federali prosegue evidenziando i due capi d'imputazione a suo carico: mancata registrazione legale come agente stranierocome richiesto dal Legge sulla registrazione degli agenti esterie cospirazione per violare la legge.

Non solo: l'atto d'accusa sostenendo che Terry abbia agito come una “fonte preziosa” di informazioni per il governo sudcoreano. In un caso, Terry avrebbe partecipato a un briefing politico non ufficiale sulla Corea del Nord insieme al Segretario di Stato americano Antonio Blinken nel giugno 2022. Non appena l'incontro si è concluso, avrebbe passato ad un suo referente”note scritte a mano dettagliate” che descrivevano il contenuto del briefing a porte chiuse.

di Lee Wolosky, l'avvocato di Terry, ha dichiarato che le accuse sono infondate. “Distorcono il lavoro di una studiosa e analista di notizie nota per la sua indipendenza e per gli anni di servizio negli Stati Uniti. La dott. ssa Terry non ha un'autorizzazione alla sicurezza da oltre un decennio e le sue opinioni su questioni relative alla penisola coreana sono state coerenti per molti anni. In effetti, è stata una dura critica del governo sudcoreano durante i periodi in cui questa accusa sostiene che stava agendo per suo conto“, ha affermato l'avvocato.

La Corea del Sud è un alleato chiave degli Stati Uniti in Asia. L'incriminazione di Terry non è il primo caso di presunta collusione che mette alla prova l'amicizia tra i due Paesi.

Documenti interni del Pentagono trapelati l'anno scorso descrivevano, infatti, dettagliati conversazioni private tra due alti funzionari della sicurezza nazionale sudcoreana, che gli Stati Uniti avrebbero dovuto intercettato.



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