Economia Finanza

Kamala Harris verso la nomination democratica. Trump: «Incompetente»


Una dopo l'altra le delegazioni si sono schierate. Prima il Tennessee, poi la Carolina del Nord e la Louisiana. Altre, quali il Connecticut e la California, hanno in programma riunioni nelle prossime ore. La corsa dei delegati e di leader democratici a sostenere Kamala Harris quale nuovo candidato del partito alla Casa Bianca a novembre contro Donald Trump è scattata senza indugi dopo la storica rinuncia di Joe Biden, che ha appoggiato esplicitamente Harris quale erede.

Nomina in pugno?

Harris appare avere in pugno la nomination, salvo sorprese. La campagna, finora di Biden, è già stata ufficialmente ribattezzata “Harris for President”. Ancora più, non è emerso alcun candidato alternativo nelle ore successive l'annuncio del Presidente, salutato con rispetto e ammirazione anche da numerosi leader internazionali, a cominciare dall 'Ucraina Volodymyr Zelenskyj.

Arrivano sostegni e fondi

Accanto alle delegazioni per Harris si sta esprimendo un numero crescente di deputati e senatori democratici. Gran parte dei 57 responsabilità statali del partito sarebbe esplicitamente con lei, stando a fonti. figure influenti, quali i Clinton, hanno dato il loro benestare. E i fondi dei donatori, piccoli e grandi, hanno ricominciato a fioccare: il gruppo ActBlue ha visto l'arrivo di 46,7 milioni di dollari in una pastella d'occhio.

“Unire subito il partito”

Harris ha detto che “farà di tutto per unire il partito” alle sue spalle. “Assieme lotteremo e vinceremo insieme”, ha dichiarato, controTrump e la sua agenda estremista. Avrà già oggi il primo intervento pubblico dopo la svolta, anche se in occasione di una iniziativa per celebrare i campioni del basket universitario alla Casa Bianca.

Le regole per la nuova candidatura

Il comitato del partito che decide le regole per la nomina e la Convenzione ha deciso di riunirsi mercoledì per decidere come procedere. Al momento, se Harris non avrà rivali, è possibile che i delegati democratici possano effettuare un voto virtuale per la nomination forse a inizio agosto, che era già previsto per Biden. Altrimenti potrebbe spettare alla Convention, tra il 19 e 22 agosto, una nomina formale. I quasi 4.000 delegati di Biden, vinti nelle primarie dove non aveva avversari, non sono tenuti a votare per altri candidati che non siano lui, ma abitualmente sono fedeli alle indicazioni dei leader del partito, se saranno univoche.



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