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Scampia: disagi per il caldo tra gli sfollati e primi malumori. Un operatore: “Prendete solo una bottiglietta d’acqua a famiglia”


A Scampia, all'esterno della Vele celeste, Il nervosismo inizia a farsi sentire: ci sono 38 gradi, 35 sotto I gazebo. Problemi anche per gli animali domestici, disidratati e impauriti.

“In questo momento abbiamo poca acqua, prendite una bottiglietta a famiglia”. Questo l'invito di un operatore della Protezione Civile che ha enormi richieste di bottigliette d'acqua sotto i tendoni davanti alla Vela Celeste di Scampia dove ci sono centinaia di abitanti evacuati da stanotte. Madri di bimbi piccoli, signore anziane. Uno sguardo collettivo della tragedia che circa 800 abitanti dell'edificio stanno vivendo nel caldo di luglio.

Intanto, si può salire solo momentaneamente per prendere effetti personali e medicine dali appartamenti. Sequestrati i moduli B2 e B3.

Gaetano è stato uno dei primi a scendere di casa ieri sera, per soccorrere i feriti subito dopo il crollo del ballatoio nella Vela Celeste di Scampia. I moduli B2 e B3 sono sequestrati. “Ho preso i bambini fra le mie braccia – dice – Poi, con l'aiuto di altri abitanti del palazzo li abbiamo portati in ospedale“.

C'è sgomento tra gli inquilini dello stabile, stipati sotto i gazebo forniti dalla Protezione Civile. Le persone parlano di “Crollo annunciato. “I ballatoi sono esposti alle intemperie – denuncia una donna – Sono praticamente infradiciati”.

“Soprattutto, dall'inizio dei lavori a febbraio – aggiunge Luigi, altro residente – Avrebbero dovuto evacuarci prima di iniziare il cantiere”. Il caldo è asfissiante, soffrono persone e animali domestici, impauriti e smarriti, portati via dalle case

“Quando è caduta l'impalcatura – aggiunge Gaetano – e siamo scesi giù a prestare soccorso, abbiamo dovuto scavalcare i cancelli attorno alle scale perché la ditta li aveva chiusi coi catenacci”.

“Devono finire i controlli e poi ci faranno tornare dentro”, dice un abitante di Scampia con in braccio una bimba di pochi mesi. “Stiamo qui ad aspettare che ci trovino una nuova casa”, dice invece a poca distanza un altro residente.

Tra i cittadini c'è chi inveisce contro lo Stato, chi urla la propria rabbia. Intanto vengono distribuiti dei panini, ma la situazione resta difficile da vivere nell'attesa di risposte.

La situazione sta degenerando. Le persone vogliono rientrare nelle proprie case e discutere con la polizia. “Era una tragedia annunciata: anche quando misero le bombe a Scampia non fecero nulla. Adesso siamo qui a svenire al caldo, coi nostri bambini. È una vergogna”.

Intanto la parrocchia delle Vele di Santa Maria del Buon rimedio con le altre chiese del territorio e di Milano, si organizza per portare pasti agli sfollati, ora a pranzo e anche stasera.



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