Economia Finanza

Usa, la direttrice del Secret Service si è dimessa. Biden: «A breve la nuova nomina»


La direttrice del Secret Service Kimberly Cheatle si è dimessa. Lunedì Cheatle era stata messa sotto torchio nel corso di un'audizione in Congresso sul tentato omicidio di Donald Trump. Joe Biden si dice grato dei decenni di lavoro di Kimberly Cheatle: «Ha dedicato e rischiato la sua vita per proteggere il Paese», ha detto il presidente che ha assistito agli esiti della revisione indipendente di quanto accaduto il 13 luglio, il giorno del tentato omicidio di Donald Trump. «Sappiamo che quello che è accaduto quel giorno non può accadere mai più. Prevedo di nominare un nuovo direttore del Secret Service a breve».

«La missione solenne dei servizi segreti è proteggere i leader della nostra nazione. l'attentato all'ex presidente Donald Trump il 13 luglio è il fallimento operativo più significativo degli ultimi decenni per i servizi segreti»: lo aveva ammesso la stessa direttrice dei Secret Service Kimberly Cheatle testimoniando davanti alla commissione di vigilanza della Camera. «In qualità di direttore del Secret Service degli Stati Uniti, mi assumo la piena responsabilità per qualsiasi errore nella sicurezza», aveva aggiunto, messa sotto torchio per ore in modo bipartisan da repubblicani e democratici, che ne chiedevano le dimissioni. Ma questa è stata l'unica cosa che Cheatle ha concesso, dribblando molte domande, trincerandosi dietro alla riservatezza delle indagini in corso, difendendo molte delle sue scelte (anche l'assunzione di molte donne) e respingendo le accuse di aver negato alla campagna di Trump i rinforzi richiesti.

Quindi, rifiutandosi di lasciare l'incarico: «Penso di essere la persona più adatta per guidare il Secret Service in questo momento», aveva aggiunto in modo un po' tracotante. «Il livello di sicurezza fornito all'ex presidente è aumentato ben prima della campagna ed è in costante aumento con l'evolversi delle minacce», ha assicurato Cheatle. La ormai ex responsabile dei servizi segreti si era limitata a dire che Thomas Crooks, il 20enne che ha sparato a Trump appostato su un tetto a 150 metri di distanza dal palco, era «fuori dal perimetro di sicurezza». Ma non ha rivelato il piano operativo per tutelare The Donald quel giorno e non ha chiarito come mai il giovane – ucciso poi dai cecchini – avesse potuto avere tutto il tempo per fare sopralluoghi e salire sull'edificio mentre gli agenti lo avevano dichiarato sicuro.



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