Economia Finanza

Campi gay e indottrinamento DEI: bufera e boicottaggio contro Harley-Davidson




Anche Harley Davidson vittima della religione svegliato. La celebre casa motociclistica statunitense, entrata nell'immaginario collettivo grazie a film come “Easy Rider” e “Il selvaggio”, è finita al centro di una campagna di boicottaggio online per aver sposato l'programma DEI, ossia diversità, uguaglianza e inclusione. Robby Starbuck, influencer conservatore con oltre mezzo milione di seguaci su X, ha puntato il dito contro l'azienda con sede nel Wisconsin per aver sposato i diktat wake, ospitando un boot camp Lgbt, sponsorizzando eventi Pride e sottoponendo i dipendenti bianchi all'indottrinamento DEI.

Non si tratta di un'iniziativa' destinata a un nulla di fatto, considerando che appena una settimana fa Starbuck ha organizzato una campagna di sabotaggio per costringere John Deere e Tractor Supply a un passo indietro rispetto alle iniziative DEI, incluse le partecipazioni alle sfilate e ai festival del Pride. “È tempo di smascherare Harley-Davidson: è stato uno dei marchi più amati in America, ma recentemente, sotto la guida del CEO Jochen Zeitz, è diventato completamente sveglio”, la denuncia dell'attivista in un video in cui ha posto l'accento sulle iniziative dell'azienda per pubblicizzare la linea DEI. O, ancora, sui milioni investiti da Zeitz per “influenzare le opinioni sul cambiamento climatico”.

Secondo Starbuck, Harley-Davidson ha organizzato un “campo di formazione per l'imprenditorialità LGBTQ+” presso i suoi uffici aziendali nel Wisconsin. Ma non solo. Secondo quanto riferito dall'attivista, ha anche sponsorizzato un evento LGBTQ che offriva una“stanza della rabbia” accanto a uno “stanza delle storie in cui i bambini potevano interagire con le drag queen”. “Non credo che io valori aziendali riflettano i valori di quasi tutti i motociclisti Harley-Davidson”ha aggiunto.

Seguiranno aggiornamenti sulla campagna di boicottaggio.

Ricordiamo che un anno fa i conservatori organizzarono un'azione di sabotaggio contro il marchio Bud Light, di proprietà di Anheuser-Busch, dopo aver collaborato con l'influencer transgender Dylan Mulvaney in una collaborazione per promuovere la birra. Iniziativa che ha portato a un forte calo di vendite e un passo indietro da parte dell'azienda.



Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *