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Nave Italia, la terapia dell’avventura per tutti


Da maggio a novembre la Nave Italia, un brigantino di 61 metri, accoglie persone con ogni tipo di disabilità. Progetti strutturati e condotti in modo sartoriale, a seconda della tipologia del gruppo, tenendo conto dei limiti di ciascuno, perché nessuno si sente escluso nel diventare un marinaio di nave Italia. A bordo educatori, assistenti e medici e l'equipaggio della Marina Militare. Ora in partenza per questa terapia dell'avventura dal porto della Maddalena direzione Portoferraio martedì 30 luglio i giovani del progetto “Pronti a Salpare 3”, proposto dalla onlus AGOP – Associazione Genitori Oncologia Pediatrica. Il progetto di AGOP, giunto quest'anno alla terza edizione, coinvolge 12 adolescenti (6 ragazzi e 6 ragazze) seguiti presso l'Unità di Oncoematologia pediatrica della Fondazione Policlinico A. Gemelli diretta dal Prof. Ruggiero ed ha come obiettivo l'analisi e l'arricchimento delle abilità di base e strumentali di vita quotidiana e di tutte le abilità funzionali compromesse dai trattamenti terapeutici e di misurare l'impatto di questo tipo di esperienza sulla performance motoria. «Questo tipo di esperienze contribuisce a stimolare la capacità reattiva dei pazienti ea superare l'isolamento e la difficoltà relazionale che la malattia genera – sostiene Benilde Mauri, presidente AGOP. – È fondamentale quindi garantire attività che concorrono al superamento delle paure e che stimolano la socializzazione, creando un ponte con l'esterno in un momento così complesso che tende a congelare ogni rapporto ea indebolire la propria autostima».

Da Portoferraio, in direzione La Spezia, invece martedì 6 agosto ci sono le persone seguono da Fondazione La Casa delle Luci, che accompagna e sostiene giovani con disabilità comunicativa grave – associare a deficit fisici, sensoriali e/o cognitivi – che comunicano grazie alla lingua dei segni italiana (LIS). A bordo tredici aspiranti mariani tra i 16 ei 41 anni con disabilità comunicativa gravi che, insieme agli operatori sordi e studenti de La Casa delle Luci, avranno la possibilità di vivere un'esperienza unica per la conoscenza di sé stessi e del gruppo, che li si preparerà all'importante passo del distacco dalle proprie famiglie per essere inseriti in un primo gruppo-appartamento. Lontani da casa, in un ambiente nuovo ma reso completamente accessibile grazie al loro codice comunicativo comune, i 'segni', questi giovani provenienti sia da Roma sia da Milano si metteranno in viaggio verso il sogno dell'autonomia.

Fondamentale, nella fase pre-imbarcola realizzazione, in collaborazione con giovani che sono già stati a bordo di Nave Italia, di un glossario LIS (lingua dei segni italiana) specifico sul settore marinaresco, prezioso strumento di comunicazione tra i ragazzi e lo staff che verrà perfezionato a bordo e che permetterà anche alle famiglie di comprendere i propri figli quando racconteranno l'avventura vissuta al loro rientro.

A bordo, come per le precedenti edizioni, verranno poi alternative le attività proposte da Nave Italia con quelle de La Casa delle Luci adatte al particolare contesto e svolte il più possibile insieme all'equipaggio. Tra queste: il “Diario di bordo” in cui a conclusione della giornata si riguardano insieme foto e video per aiutare i ragazzi nel potenziamento espressivo-narrativo, ma anche i “Laboratori LISguistici” attraverso cui i ragazzi potranno apprendere segni nuovi, rafforzare le loro abilità comunicative e relazionali in LIS ed interiorizzare meglio gli spazi e le loro funzioni al fine di muoversi in un contesto, nuovo e particolare, in autonomia e sicurezza.



«L'obiettivo generale del progetto è quello di vivere e condividere un'esperienza unica e totalmente accessibile che permette a questi giovani di fare un passo importante verso la grande avventura che li aspetta sulla terraferma: prepararsi al 'Dopo di noi' distaccandosi gradualmente dalla famiglia di origine per iniziare a vivere in autonomia» commenta Luisa Gibellini, presidente de La Casa delle Luci. Che aggiunge: «Dalle esperienze delle precedenti edizioni è emerso nei ragazzi un forte desiderio di condivisione dell'esperienza al rientro. Spesso nei loro racconti hanno ricordato le loro avventure sulla nave, le imprese che sono riuscite ad affrontare ma anche le sfide di fronte alle quali la prima volta si sono arresi, esprimendo la voglia di tornare per superarle. Questa è la dimostrazione che un'esperienza come quella di Nave Italia sia davvero uno stimolo importante per tutti coloro che da una situazione di difficoltà possono scoprire risorse fisiche, mentali ed emotive che non sapevano neppure di avere e che certamente si riveleranno fondamentali per la costruzione di una vita futura in autonomia».





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