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Parigi 2024, la cerimonia sotto il diluvio mantiene le promesse a metà



Non era cominciata bene giornata d'inizio dei Giochi di Parigi 2024, con gli incendi dolosi nelle stazioni del Tgv destinate a intralcare la circolazione dei treni dell'alta velocità per tutto il fine settimana, con disagi notevoli e 800mila passeggeri coinvolti. Non comincia meglio la cerimonia, intrisa com'è di pioggia grigia, sempre più insistente, a spegnere ogni colore finché dura la luce naturalesalvo il beffardo arcobaleno disegnato dalle gocce di cui grondano le telecamere.

L'ambiziosa cerimonia lungo la Senna, costossima per il numero di figuranti acrobatici e per le imponenti misure di sicurezza, reclamava le luci del tramonto sotto i ponti e sopra i bateau-muche e le altre 94 imbarcazioni assortite chiamate a traghettare le 205 delegazioni nazionali , sul fiume per una sfilata lunga sei chilometri, lentissima, di cui gli spettatori in loco vedono secondo la posizione un solo scenario. L'Italia arriva davanti alle telecamere all'altezza del Museé d'Orsay, a suo modo un'eccellenza italiana dato che la sua ristrutturazione porta la firma di Gae Aulenti. Arianna Errigo e Gian Marco Tamberi sventolano sorridentiper quanto come tutti fradici dalla testa ai piedi per il diluvio.

Il lungofiume si trasforma per una sera in una una sequela ininterrotta di palcoscenici, teatro di spettacoli diversi, da Lady Gaga dal Can Can del Moulin Rouge, per arrivare alle allusioni storiche con la Conciergerie, uno dei simboli della Rivoluzione con tante Maria Antonietta decapitate affacciate alle finestre, in omaggio all'ultimo luogo che l'ha ospitata prigioniera in attesa della ghigliottina, a fare da sfondo a uno spezzone del musical Le Miserables ea l'Habanera di Carmen. Rivoluzionari sono i titoli delle sezioni della cerimonia: liberté, fraternité, non senza una sororité a riequilibrare la parità di genere, raggiunta proprio qui a Parigi 2024, dove le atlete eguagliano in numero i colleghi per la prima volta nella storia, con buona pace del barone de Coubertin che considerava i Giochi un affare per soli uomini.

Come in ogni cerimonia nazionalpopolare che si rispetti, si spendono i simboli quelli prevedibili, come l'alta moda i bauli di Luis Vuitton (con Bebe Vio tra le modelle a sfilare), la Gioconda, di cui si è ripercorre il rocambolesco furto di inizio Novecento, fino al Piccolo principe in un contesto spaziale più moderno del previsto. Non si capisce bene invece che c'entrino i Minions, sarebbe interessante scoprire che ne penserebbero Asterix e Obelix, di casa e sfrattati nonostante i loro precedenti olimpici a fumetti in tempi non sospetti.

Suggestiva invece l'idea di trasformare in qualcosa di artistico la ristrutturazione di Notre Dame danneggiata dall'incendio che nella notte tra il 15 ed il 16 aprile 2019 integrando una gru che diversamente avrebbe “rovinato” il paesaggio e anche quella dell'acrobatico tedoforo senza volto in omaggio al fantasma dell'Opera che passa nel Louvre vicino alla Nike di Samotracia, la vittoria alata del secondo secolo a. C.

Nella parte iniziale la cerimonia, disegnata dalla regia di Thomas Jolly, direttore artistico famoso per la grandiosità dei suoi allestimenti, riesce, per tutta la sfilata partita da Pont d'Austerliz, troppo dispersiva e non mantiene promesse e premesse: difficile da fruire per lo spettatore televisivo, impegnativa per quello in loco che vede sempre un solo scenario, appare sfilacciata lungo il fiume e troppo statica sui ponti, ma si riscatta nel finale, con la fiamma portata sul fiume sulle note di Imagine e con la bandiera a cinque cerchi portata sulle spalle da un cavaliere luminoso che galoppa sulle acque della Senna e con il ringraziamento dopo l'alza bandiera dei cerchi olimpici aa Filippo Grandi e all'Unhcr .

Si scopre dopo che Gian Marco Tamberi incappa in una disavventura nel mentre: durante la sfilata da portabandiera perde la fede nuziale nella Senna, subito preso in giro dai compagni: «Perso un oro ne trovi un altro», sdrammatizzano i giocatori del Settebello, promettendogli che se serviranno saranno pronti a testimoniare con la moglie Chiara.

Intanto sotto la torre Eiffel pietosi ombrelli retti da pazientissimi volontari provano a evitare che il diluvio accorci in diretta gli abiti da cerimonia delle autorità chiamate ai discorsi ufficiali, cortesia che non si riserva, invece, ai portabandiera francesi, già fradici, chiamati per la prima volta a doppiare il ruolo ufficiale pronunciando anche, all'unisono, il giuramento olimpico. Eppure è a loro che si chiede di arrivare ogni 4 anni nella forma migliore.

Un attimo prima che Zinedine Zidane riceveva la fiaccola dal tedoforo fantasma, emerso da una botola, per consegnarla a Rafael Nadal, spagnolo ma sovrano assoluto del Roland Garros, che imbarcato condivide fiamma di Olimpia con Serena Williams, Nadia Comaneci e Carl Lewis: un concentrato di storia dello sport, non francese, contrariamente alla tradizione, a rendere l'internazionalità dell'olimpismo. I quattro moschettieri passano la fiaccola alla nuotatrice Laure Manadou che la cede a Tony Parker ea un gruppo di francesi atleti olimpici e paralimpici: in divise bianche che ricordano suggerimenti da Momenti di Gloria, non per niente ambientato a Parigi 1924, passano sotto l'Arc de Triomphe, e cedono la fiamma a Charles Coste, ex ciclista centenario: tocca a lui accendere le torce di Marie José Perec velocista e di Teddy Riner, gli ultimi tedofori, chiamati a incendiare un tripode a forma di pallone aerostatico che si libra acceso nel cielo di Parigi in omaggio ai fratelli Mongolfier, riservando al finale tutta la spettacolarità trattenuta fino all'ultimo.

Ad accompagnarne il volo, la voce di Céline Dion sulle note dell'inno all'amore Edith Piaf: un ritorno pieno di suggestione per l'artista canadese, ma francofona, che non si esibiva da anni per motivi di salute. I giochi sono aperti, manca qualche minuto al primo in cui si assegnano le medaglie forgiate a la Monnaie de Paris, la zecca di stato, nel ferro della Torre Eiffel ricoperto d'oro, argento e bronzo. È già tempo di conquistarsi sul campo le prime.





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