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Elon e Vivian, le due Americhe del caso Musk


New York. «Mio figlio è morto». Per qualsiasi padre, fare i conti in pubblico con una simile tragedia è devastante. Se poi però si scopre che in realtà tuo figlio è vivo, è diventato transgender e ti denuncia in televisione come genitore abusivo, la questione diventa assai più drammatica e complessa, oltre che imbarazzante. Perché ti pone al centro dell'insanabile spaccatura culturale, prima che politica, che sta dividendo gli Stati Uniti alla vigilia delle elezioni presidenziali in cui c'è in gioco la stessa sopravvivenza della più antica democrazia del mondo moderno.

La storia che stiamo raccontando è vera e il protagonista è Elon Muskl'uomo più ricco del mondo, diventato di recente un attivista schierato con Donald Trump. Parlando qualche giorno fa su X con lo psicologo e commentatore conservatore Jordan Peterson, il fondatore di Tesla ha detto che suo figlio «è stato ucciso dal virus mentale wake», ossia la cultura liberale più estremistica. Quindi ha spiegato: «Sono stato essenzialmente indotto con l'inganno a firmare i documenti per uno dei miei figli più grandi. Ciò è successo prima che potessi capire cosa stava accadendo. Avevamo il Covid in corso, quindi c'era molta confusione, e mi è stato detto che avrebbe potuto suicidarsi».

Musk ha denunciato il fatto che il procedimento per cambiare sesso «viene eseguito su bambini molto al di sotto dell'età del consenso», perciò ha concordato con Peterson che chi la pratica dovrebbe finire in prigione. Quindi ha concluso: «Ho perso mio figlio, essenzialmente. Lo chiamano deadnaming per un motivo. Il motivo è perché tuo figlio è morto. Da allora ho giurato di distruggere il virus svegliato. E stiamo facendo progressi». Infatti questa crociata culturale, per sua stessa ammissione, è una delle ragioni per cui ha cambiato posizioni politiche, schierandosi con Trump.

Vivian Jenna Wilson (che si chiamava Xavier), figlia ventenne di Elon Musk, in un fotogramma del video che ha diffuso per rispondere al padre Elon Musk

Il problema di Musk però è che giovedì l'ex figlio Xavierche oggi ha vent'anni e si chiama Viviana Jenna Wilson, perché ha rotto i ponti col padre e ha scelto di cambiare nome, ha chiamato la Nbc per smentirlo. Prima di tutto lo ha demolito come genitore: «Non c'era mai, forse il dieci per cento del tempo». E quando c'era, racconta, sarebbe stato meglio se fosse rimasto assente: «Mi tormentava per la mia voce ei miei modi effeminati. Ricordo un viaggio insieme quando ero alle elementari, che in realtà serviva a promuovere una delle sue auto. Mi urlava sempre contro perché avevo un tono troppo alto. Era crudele». Ma soprattutto Vivian ha smentito le circostanze del cambio di sesso, che in California richiede il consenso di entrambi i genitori, quando i figli sono minorenni (Xavier allora aveva 16 anni): «Avevo cercato di farlo per mesi, ma mi disse che dovevo incontrarlo di persona. Andai da lui con i documenti, li meno due volte e poi li firmò. Non è stato imbrogliato, sapeva esattamente cosa stava facendo». E questi trattamenti per la disforia di genereha concluso, «salvano vite».

Valutare dall'esterno le dinamiche familiari è sempre presuntuoso, perciò lasciamo ai protagonisti il ​​giudizio sui pochi dettagli di questa vicenda ancora ignoti al pubblico, come Elon che rimprovera a Vivian di essere una marxista vittima di lavaggio del cervello, e lei che rispondendo accusandolo di essere un drogato in cerca di attenzione. Però lo scontro culturale e politico al cuore della storia riguarda tutti ed è uno dei fattori che contribuiranno a decidere le presidenziali.

La questione trans ha iniziato ad appassionare gli americani soprattutto quando la nuotatrice Emma Weyant ha denunciato di essere stata sconfitta in una gara universitaria da Lia Thomas, che per tre anni aveva partecipato alle competizioni come uomo nella squadra della University of Pennsylvania. Da allora almeno venti Stati hanno vietato ai trans di praticare sport con le ragazze e la Camera, sotto la leadership repubblicana, ha approvato una legge per imporre il bando a livello nazionale.

Nello stesso tempo Bud Light ha rischiato di perdere il suo mercato della birra, quando ha pubblicato uno spot pubblicitario che aveva come protagonista la star transgender di TikTok Dylan Mulvaney. Kid Rock, cantante Maga salito sul palco della Convention repubblicana di Milwaukee per rilanciare la candidatura presidenziale di Trump dopo il tentato omicidio, aveva fatto conoscere il proprio disappunto pubblicando un video in cui sparava contro le lattine con la faccia di Dylan.

Poi a metà luglio è arrivata la legge con cui la California ha vietato alle scuole di avvisare le famiglie quando gli studenti vogliono cambiare genere e proprio questo ha spinto Musk a minacciare di trasferire dallo Stato tutte le sue aziende. Quella legge, ora si capisce, era pensata per evitare gli abusi che Vivian aveva subito da un padre non disposto ad accettare la sua natura o la sua tendenza.

Non serve un sociologo per capire quanto sia delicata la questione, che inevitabilmente include anche valori, convinzioni etiche e fede religiosa dei protagonisti. Ognuno ha sempre diritto alla propria opinione, ma proprio il governatore della California Gavin Newsom ha stigmatizzato così il tentativo dei repubblicani di usarla come arma politica: «È un tema che riguarda meno dell'uno per cento della popolazione, e sarebbe già abbastanza complesso per chi lo vive, senza metterci sopra il carico e farne un atto di guerra nazionale. Perché non riusciamo a dialogare in maniera civile, allo scopo di trovare soluzioni sensate, anche quando ci vanno di mezzo le vite delle persone?».



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