La cerimonia woke si trasforma in un boomerang per Macron. È bufera in Francia
Un'apertura di Olimpiadi al sapore di bufera. All'indomani della cerimonia che ha dato il via agli attesi giochi di questa edizione, Parigi sembra scivolare sulla buccia di banana di un inizio di voler essere tanto, troppo, di fare marketing sui diritti piuttosto che accusare parlare di diritti. Insomma, sembra quasi che questa volta Parigi sia caduta vittima della sua stessa grandezza.
Sul banco degli imputati, oltra a una cerimonia velocegigante e chiassosa, c'è quel riferimento provocatorio all'Ultima cena che fa infuriare il mondo cattolico dentro e fuori il Paese. Tanto da indurre il direttore artistico a giustificare la propria scelta: “La nostra idea era inclusiva. Naturalmente, quando si vuole includere tutti, si pongono delle domande. Il nostro obiettivo non era quello di essere sovversivi. Volevamo parlare di diversità. Diversità significa stare insieme“. Così il direttore artistico della cerimonia di apertura dei Giochi di Parigi 2024, al centro delle polemiche per la rappresentazione dell'Ultima Cena di Leonardo con delle drag queen”In Francia abbiamo la libertà di creazione, la libertà artistica. In Francia abbiamo la fortuna di vivere in un paese libero. Siamo una repubblica. Abbiamo il diritto di amare chi vogliamo, abbiamo il diritto di non essere adoratori“, ha aggiunto Jolly in conferenza stampa.
Una scelta di stile che ha perfino mobilitato il mondo cattolico d'oltreoceano che parla con la voce dellarcivescovo di San Francisco. “Il fondamentalismo laico si è ormai infiltrato nelle Olimpiadi, fino al punto di bestemmiare la religione di oltre un miliardo di persone“, scrivi su X l'alto prelato, Salvatore Cordileone, postando una foto della discussa cerimonia di apertura dei Giochi olimpici di Parigi. “Farebbero lo stesso con qualsiasi altra religione? – si domanda- Chiedo a tutto il nostro popolo di pregare per il ripristino della buona volontà e del rispetto“.
Ma nella bufera ci sono anche altre scelte, oltre a quelle relative all'Ultima cena. Tra tanto progressismo ostentato, ad aprire la sfilata delle squadre c'era proprio quella dei rifugiati. Quegli stessi rifugiati che qualcuno ha sottolineato essere respinti duramente ai confini quando dall'Italia cercano di entrare in Francia. Un'ostentazione dell'ospitalità che, tuttavia, non corrisponde alla realtà. E a finire crocifisso c'è ancora una volta lui, Monsieur Emmanuel Macron, tra polvere e altare, accusato di averla fatta fuori dal vaso pur di comunicare un fasto che al momento oscura la crisi politica. E che la vera [[ 2350026]]la sta concedendo a se stesso e alla squadra.
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Ma il problema va ben al di là della provocazione queer. In molti si sono chiesti, infatti, se tutto questo sfregamento sia stato opportuno in un'Olimpiade vissuta nel bel mezzo di così grandi tragedie storiche. Tra le fila della politica francese non sono mancate parole di elogio, soprattutto nel campo presidenziale, fresco di batoste in Europa come in casa. “La cerimonia più bella della storia per la competizione sportiva più bella del mondo nel Paese più bello del mondo!”, ha esultato il ministro dell'Economia Bruno Le Maire. Ma anche altre altre figure macroniste non hanno tardato a difendere lo spettacolo: “Il meglio della Francia, il meglio di noi stessi”, ha affermato con entusiasmo Aurora Bergé, responsabile della Parità tra uomini e donne. Dettagliando: “La nostra storia, le nostre lotte, la nostra energia, la nostra creatività, la nostra diversità, le nostre parole, i nostri artisti, i nostri atleti, la nostra apertura al mondo”.
E sulla peccaminosa apertura è insorto ovviamente anche il Rn di Marine Le Pen, che aveva già criticato l'idea di mettere nello show la star franco-maliana Aya Nakamura.
“Questa cerimonia purtroppo comprendeva scene di derisione e di schermo del cristianesimo, che deploriamo profondamente“, scrivono in un comunicato stampa, co-firmato dagli organizzatori degli 'Holy Games', un programma della Chiesa cattolica per conciliare sport e fede.