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Guerra in Sudan, report denuncia violenze sessuali a Khartoum


Le fazioni in conflitto in Sudan, «soprattutto» i paramilitari delle Rapid Support Forces (Rsf), hanno commesso diversi atti di violenza sessuale, inclusi stupri di gruppi e matrimoni forzati nella capitale Khartoum. È quanto emerge da un report di 88 pagine della organizzazione non governativa Human Rights Watch, «Khartoum non è più sicura per le donne», pubblicato il 29 luglio.

L'indagine rimarca le conseguenze fisiche e mentali «devastanti» sulle sopravvissute e l'impatto degli attacchi sferrati sulle strutture ospedaliere, oltre al blocco del flusso di aiuti varato dall'esercito regolare del Sudan: le forze armate del Sudan (Saf), il contingente guidato dal generale al-Burhan, in guerra da oltre un anno con le Rsf capitanate da Mohamed «Hemetti» Dagalo. Hrw ha lanciato un appello perché Unione africana e Nazioni si uniscano si mobilitino nella protezione dei civili, sottolineando come le azioni sotto la lente del report possano configurare crimini di guerra perseguibili alla Corte dell'Aia (Paesi Bassi).

Il conflitto in Sudan e le violenze sessuali

La guerra del Sudan è esplosa nell'aprile 2023, quando la contesa per il potere fra al Burhan ed Hemetti è degenerata in scontri aperti nelle strade di Khartoum. Il conflitto si è poi propagato nel resto del Paese, il terzo dell'Africa per dimensioni, innescando una crisi umanitaria che oggi sfiora i 10 milioni di sfollati e ha già fatto emergere lo spettro di un nuovo genocidio sulle popolazioni nere del Darfur: la regione sud-occidentale già martoriata nei primi anni Duemila dalle incursioni delle milizie Janjaweedla forza poi confluita nelle Rapid Support Forces ora in lotta con l'esercito istituzionale di Khartoum.

Human Rights Watch ha raccolto le sue informazioni con l'intervista a 42 persone fra personale sanitari, consulenti, avvocati e testimoni diretti tra settembre 2023 e febbraio 2024. Un totale di 18 medici ha fornito assistenza diretta alle sopravvissute di violenze sessuali, occupandosi di 262 vittime di aggressioni di età compresa tra i 9 e 60 anni. «Le Forze di supporto rapido hanno stuprato, violentato in gruppo e obbligato al matrimonio diverse donne e ragazze nella capitale del Sudan», ha dichiarato in una nota Laetitia Bader, vice-direttrice per l'Africa di Human Rights Watch. Il gruppo guidato da Hemetti ha «terrorizzato le donne e le ragazze ed entrambe le parti in conflitto hanno impedito loro di ricevere aiuti e servizi di supporto, aggravando il danno che subiscono e lasciando loro la sensazione che nessun luogo sia sicuro».

Quanto ai danni, aggiunge Bader, le ferite fisiche, sociali ed emotive degli abusi sono «immense»: si registrano casi di vittime morte dopo gli assalti, gravidanze indesiderate e difficili da interrompere, sintomi come stress post traumatico, depressione, pensieri suicidi e ansia , paura e insonnia. Le violenze sono imputate soprattutto ai paramilitari delle Rsf e in numero minore ai soldati dell'esercito regolare, anche se si è registrato un aumento degli stupri imputati al Saf dopo la presa della città di Omdurman. Le violenze si sono esercitate anche su uomini e minori imprigionati nel corso del conflitto.



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