L’oro di Martinenghi illumina i nostri Giochi. La sorpresa più bella
Grande impresa del ranista. Il primo oro per l'Italia cambia di colpo la prospettiva su questi Giochi. Nel medagliere balziamo al 7° posto
Oro in notturna, quando nessuno ci sperava di più. La grande impresa in vasca di Nicolò Martinenghi, nei 100 metri rana, stravolge i commenti su quella medaglia del metallo più pregiato che non voleva saperne di arrivare. L'oro di Martinenghi consolida il ruolo dell'Italia come potenza del nuoto e ci catapulta al settimo posto del medagliere di Parigi 2024, dietro la Cina. Fino alle 22 eravamo dodicesimi, preceduti da Germania, Hong Kong e Uzbekistan, Paesi che hanno acciuffato una sola medaglia, però del valore più pesante.
per il medagliere
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Nella classifica olimpica, comanda il principio dell'oro che vince su tutto. Dopo le 22, il salto in avanti. Sentitissimi ringraziamenti a Martinenghi per aver spazzato via la sindrome dall'ansia da prestazione dorata che cominciava a strisciare a Casa Italia, dopo due giornate di Olimpiade in cui, prima della finale del ranista avevamo vinto due argenti e tre bronzi, non poche medaglie, però sono gli ori che determinano il successo di una spedizione.
il salto di tokyo
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L'edizione di Tokyo 2020, rinviata al 2021 causa pandemia, ha rialzato l'asticella del nostro sport. Tre anni fa, 10 medaglie d'oro, 10 d'argento e 20 di bronzo, per un totale di 40, cifra tonda e ridondante, da record. In due giorni ne abbiamo “confermate” sei e da oggi ci restano due settimane per pareggiare o migliorare il risultato. L'oro di Martinenghi non era atteso né previsto dagli analisti, al massimo lo accreditavano di un bronzo. L'argento sarebbe stato eccezionale. L'oro colloca Martinenghi nell'alveo delle grandi sorprese, che poi sono il bello delle Olimpiadi. Un po' come Marcell Jacobs a Tokyo: nessuno avrebbe mai detto che lo sprinter del Garda sarebbe salito sul gradino più alto dei 100 metri in atletica, eppure è successo.
la carica azzurra
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L'oro di Martinenghi rincuora tutti gli azzurri, veicola il messaggio potente dell'impossibile che diventa possibile, uno dei motori dello sport. Si va e ci si prova. Martinenghi ha dimostrato che nessuno è intoccabile. Si è messo alle spalle l'inglese Adam Peaty, detentore del record del mondo e già vincitore di tre ori ai Giochi. Il nuoto ha una sua matematica quasi inscalfibile, di solito arrivano primi quelli che fanno registrare i tempi migliori. Poi ci sono le eccezioni, i campioni che pochi vedono arrivare, per citare una frase fatta dell'ultima stagione politica. Martinenghi ha rasserenato un ambiente che tendeva al cupo, per i discutibili arbitraggi in certe gare di scherma, judo e pugilato. Il suo oro spalanca le finestre, fa entrare aria pulita.
le altre storie
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Non solo Martinenghi, anche le altre 5 medaglie azzurre contengono qualcosa di speciale. L'argento di Filippo Ganna è stato bellissimo perché complicato da una sbandata con sfioramento di transenna che ha permesso al ciclista azzurro di impartire una lezione di coraggio nelle difficoltà: arrendersi mai, però sul serio, non solo per slogan. Il bronzo di Luigi Samele è un esempio di sana testardaggine sportiva, a 37 anni appena compiuti lo sciabolatore pugliese combatte senza paranoie legate all'età. Il bronzo della 4×100 nel nuoto ha un valore sportivo-demografico, il quartetto azzurro è relegato al 4° posto i cinesi, rappresentanti di un Paese di quasi un miliardo e mezzo di abitanti. E poi i tiratori con la pistola ad aria a 10 metri , Federico Nilo Maldini argento e Paolo Monna bronzo, eredi di una tradizione. Il tiro azzurro, tra pistole e carabine, è arrivato a 14 medaglie olimpiche totali, di cui 5 d'oro. Ieri è mancata la scherma. All'ora di pranzo il tabellone era pieno di Italia, tra spada maschile e fioretto femminile. Sembrava la premessa a un grande raccolto, si vagheggiava un finale fioretto donne tutta azzurra, poi le nostre ei nostri sono caduti una dietro l'altro, Arianna Errigo nei quarti con l'amarezza di una decisione arbitrale che ha discusso fatto.
la scherma spuntata
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La giornata senza medaglie della scherma fa rumore perché ieri dalle pedane ci si aspettava molto. In compenso sono andate bene le squadre. Ieri la pallavolo donne ha battuto la Repubblica Dominicana e di grande spessore è stata la vittoria della pallanuoto uomini sugli Stati Uniti, un 12-8 netto. Quanto a oggi, grandi speranze ancora nella scherma e nel nuoto. Nel fioretto individuale maschile, Tommaso Marini salirà in pedana da numero uno del ranking mondiale della specialità. Nei 100 metri dorso, Thomas Ceccon affronterà la finale come primatista mondiale. Non mettiamogli pressione, come direbbe il presidente Mattarella, anche perché non ce n'è bisogno. Grazie Martinenghi.
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