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‘Piccoli schiavi invisibili’, il rapporto di Save the children sui bambini vittime di sfruttamento



Nel mondo sono quasi 50 milioni le persone vittime di varie forme di schiavitù moderna, di cui oltre 12 milioni i minorenni, soprattutto nelle forme di lavoro forzato – che comprende quelle ai fini di sfruttamento sessuale, lavorativo e attività illecite – e matrimoni forzati, con un trend in crescita. Tra i minori, 3,3 milioni sono coinvolti nel lavoro forzato, in prevalenza per sfruttamento sessuale (1,69 milioni) o per sfruttamento lavorativo (1,31 milioni) – in ambiti quali lavoro domestico, agricoltura, manifattura, edilizia, accattonaggio o illecite – mentre 320mila risultano sottoposti a lavoro forzato da parte degli Stati attività, come detenuti, dissidenti politici, o appartenenti a minoranze etniche o religiose perseguitate. I minorenni vittime di matrimoni forzati sono 9 milioni.

IOl fenomeno dei matrimoni forzati interessa geograficamente maggiormente l'Asia Orientale (14,2 milioni di persone coinvolte nel 2021, più del 66% dei casi stimati), seguita a distanza dall'Africa (3,2 milioni di persone coinvolte, 14,5%), dall'Europa e Asia Centrale (2, 3 milioni di persone, 10,4%). La maggior parte dei matrimoni forzati è organizzata dai genitori delle vittime (nel 73% dei casi) o da parenti stretti (16%) e spesso si lega a situazioni di forte vulnerabilità, quali servitù domestica o sfruttamento sessuale.

Le vittime di tratta e sfruttamento sono spesso invisibili e aiutarle nell'emersione diventa ancora più̀ complesso se si tratta di minori soli, indifesi, vessati da violenze fisiche o psicologiche e costretti a ripagare un debito sotto continue minacce, coercizioni ed inganni. La piaga della tratta non risparmia neppure l'Italia. Il dossier di Save the children“Piccoli schiavi invisibili”, giunto alla XIV edizione e diffuso in occasione della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani che ricorre oggi 30 luglio, quest'anno restituisce voce alle vittime minorenni, prese in carico dal sistema nazionale anti-tratta, incontrate nei progetti di Save the Children o ancora nelle case di accoglienza per minori non accompagnati in Italia, raccontando le loro storie, dai tratti comuni e allo stesso tempo unici. Storie di assenza, di sogni rubati, di fiducia tradita, di violenze subite, fino all'emersione e al riscatto.

In Italia dal 1° gennaio al 31 maggio 2024 il Numero Verde Nazionale in Aiuto alle Vittime di Tratta e/o Grave Sfruttamento ha svolto 1150 nuove valutazioni con potenziali vittime di tratta. Sebbene i flussi migratori dalla Nigeria abbiano subito un forte calore, la nazionalità nigeriana si conferma sul territorio italiano la principale per numero di nuove valutazioni (25,2%), seguita da quella ivoriana (13,6%) e marocchina (11,2 %). Le agenzie dell'ONU ILO (Organizzazione internazionale del lavoro) e OIM (Organizzazione internazionale per le migrazioni). sottolineano il nesso tra flussi migratori, mancanza di canali migratori sicuri e regolari e tratta di persone.

«Non possiamo chiudere gli occhi di fronte al fenomeno della tratta e dello sfruttamento minorile, un dramma diffuso nel mondo, ma presente anche nel nostro Paese. Parliamo di bambini, bambine e adolescenti traditi dal mondo degli adulti che ha abusato della loro fiducia e calpestato i loro sogni», dichiara Raffaella Milano, direttrice ricerca e formazione di Save the Children. «Questo dossier è dedicato alle storie delle minori vittime di tratta e sfruttamento utilizzato nel circuito di protezione italiano. Sono solo una minima parte – la “punta dell'Iceberg” – di un fenomeno sommerso, ampio e diffuso. Siamo convinti che l'ascolto delle loro storie – il punto di vista delle vittime – possa aiutarci a conoscere meglio questa terribile piaga per rafforzare le reti di prevenzione e contrasto. Quello della tratta e dello sfruttamento è un fenomeno che cambia molto rapidamente ed è fondamentale che la sua conoscenza e la mappatura territoriale siano costantemente alimentate dall'impegno delle istituzioni, dell'autorità di pubblica sicurezza, degli enti locali e del terzo settore».

(Foto Reuters: un cartello che segnala il pericolo di traffico di esseri umani per migranti e rifugiati alla stazione centrale di Berlino)





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