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Campagna-Velasco, condottieri azzurri. E quell’oro che ancora manca


I ct di pallanuoto maschile e pallavolo donne tra intrecci di carriera e filosofie di lavoro. Due “santoni” della panchina, che non hanno mai vinto ai Giochi (da allenatori)

dal nostro inviato Sebastiano Vernazza

1 agosto – 08:49 – PARIGI

Facciamo squadra. Le ragazze della spada hanno mostrato come si fa, ma tornei che durano da mezzogiorno a sera, come quelli della scherma, non possono essere paragonati ai mini-campionati che le nazionali degli sport con la palla affrontano alle Olimpiadi. A Parigi 202 oggi ritocca agli azzurri della pallanuotoItalia-Montenegro alle 16.35, e alle azzurre della pallavolo, Italia-Olanda alle 17. Siamo ancora alle fasi eliminatorie, però queste due Nazionali sono partite bene. Il Settebello ha sconfitto Usa e Croazia, l'Italia donne di volley ha battuto la Repubblica Dominicana al debutto. In panchina, due condottieri, Sandro Campagna e Julio Velasco.

sognando un altro '92

Sandro Campagna è un “reduce” del 1992. Campagna era in vasca quel pomeriggio del 9 agosto 1992, per Spagna-Italia, finale della pallanuoto all'Olimpiade di Barcellona. Falcone e Borsellino erano stati assassinati da poco, i tifosi spagnoli urlavano “mafia mafia”. Un ambiente terribile, però le calottine azzurre tennero botta e vinsero per 9-8 al sesto supplementare. Il ct del Settebello '92 era Ratko Rudic, croato rude come da cognome, grande maestro. Campagna viene dalla sua scuola. “Rudic è uno di quegli allenatori che ti insegna e che ti segna” ha detto in passato Campagna, ct interattivo, nel senso che scambia esperienze con colleghi di altre discipline, come Antonio Conte del calcio (“In ogni squadra guardo per prima cosa la difesa e la fase difensiva di Conte è straordinaria”) e come lo stesso Julio Velasco della pallavolo, che un giorno gli disse: “Instilla nel gruppo un'idea di gioco e la squadra ti seguirà ovunque”. Rifare Barcellona 1992, ultimo oro olimpico del Settebello, è l'obiettivo. Nel '92, la maggioranza dei convocati per Parigi 2024 non era nata e vive questo racconto come qualcosa di lunare. L'inizio a Parigi è stato incoraggiante, vittoria contro gli Stati Uniti (12-8) e contro la Croazia (14-11), il Paese del vecchio amico Rudic, forse un segno. Oggi Italia-Montenegro, con gli azzurri favoriti, ma è presto per capire se questa Italia da podio possa ambire all'oro o dover accettare la presunta superiorità della Spagna. A ripensarci anche nel '92 la Spagna del grande Manuel Estiarte, oggi assistente di Guardiola al Manchester City, sembrava padrona del Parco della Vittoria…

duro e vincente

Julio Velasco ha alle spalle 45 anni di carriera. Ha cominciato nel 1979, in Argentina, al Ferro Carril Oeste. Ha esplorato vari continenti, si è spinto in Iran, è ritornato in Argentina. Ha sperimentato altri mondi, quando ha lavorato nel calcio per Lazio e Inter. Ha trovato la sua Itaca in Italia. Ha allenato gli azzurri maschi e femmine negli Anni 90 ea novembre del 2023 è stato rinominato ct delle ragazze. Dice il saggio che è pericoloso ritornare dove si è stati bene e si è vinto tanto, si rischia di rovinare i ricordi belli, ma le banalità non spaventano gli uomini alla Velasco, di spessore e di cultura. Nelle ultime ore, in seguito al caso Di Francisca-Pilato, è stato rimesso in circolo un vecchio video in cui Velasco striglia la Di Francisca medesima sul tema buonismo, inteso come valore detestato da molti. Velasco dice che la bontà è il fine ultimo di qualsiasi religione e che essere cattivi per gusto o per moda è deprecabile. “Credo che il mondo si divide tra buone e cattive persone”, aveva detto Velasco, buonista come uomo, ma cattivista quale allenatore. Da tecnico è un duro e impone le sue regole. A Parigi 2024 ha tenuto fuori dal villaggio olimpico le sue giocatrici e le ha fatte alloggiare in un hotel. Non tutte l'hanno presa bene, il villaggio è uno dei motivi per cui si va ai Giochi. Al villaggio si riempie alla grande il tempo libero e si disperdono energie. Serviva uno come Velasco per rimettere ordine in uno spogliatoio con il “totem” Paola Egonu. Un potenziale groviglio che Velasco ha affrontato con laicità: “Per vincere, non è necessario essere amiche e andare a cena insieme. Basta essere squadra e aiutarsi sul campo”. Il debutto a Parigi 2024 è stato morbido, un successo contro le dominicane poco quotate. Oggi, contro l'Olanda, il Velasco 2 affronterà il primo vero test. Gli ultimi precedenti contro le arancioni non incoraggiano, specie il 3-0 subito a Rio 2016, però le olandesi arrivano dalla sconfitta contro la Turchia nella prima giornata di Parigi 2024 e avranno l'ansia di chi deve inseguire. Velasco non è tornato per guastare i suoi ricordi, ma per vincere il primo oro olimpico del volley azzurro.





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