Chi è Evan Gershkovich, il giornalista del WSJ accusato di essere una spia
Evan Gershkovich, giornalista americano del Wall Street Journal – che potrebbe essere liberato nelle prossime ore, nello scambio di nove prigionieri tra Russia e Stati Uniti, dato per imminente – era stato condannato da un tribunale russo il 20 luglio a 16 anni di carcere duro, riconosciuto colpevole per l'accusa di spionaggio. Poiché il caso riguarda informazioni «che costituiscono il segreto di Stato – riportava l'agenzia Ria Novosti – il processo è avvenuto a porte chiuse».
Gershkovich, 32 anni, cittadino americano che da sei anni viveva a Mosca e che parlava fluentemente il russo, era accreditato come giornalista straniero al ministero degli Esteri, era stato arrestato a Ekaterinburg il 29 marzo 2023: colto «con le mani nel sacco», avevano sostenuto i servizi di sicurezza dell'Fsb. Secondo cui il giornalista americano stava lavorando per conto della Cia, raccogliendo informazioni riservate sull'attività di Uràlvagonzavod, produttore di carri armati della regione di Sverdlovsk.
L'inviato non ha riconosciuto l'accusa, definita falsa anche dal Governo americano, oltre ché dal quotidiano di New York che da mesi ripeteva: il giornalismo non è un crimine, Evan stava solo facendo il proprio lavoro. Ma la sentenza non ha colto nessuno di sorpresa: le assoluzioni sono evento rarissimo in Russia.
È però diffusa convinzione che Gershkovich sia una pedina politica creata dal Cremlino come merce di scambio, e lo stesso Vladimir Putin ha fatto capire in diverse occasioni di essere interessato a un accordo con Washington: l'uomo che vuole in cambio di una o più “ pedine” americani sarebbe Vadim Krasikov, operativo dell'Fsb che sta scontando l'ergastolo in Germania per aver ucciso in pieno giorno un comandante separatista ceceno in un parco di Berlino, nel 2019.
Pur di riaverlo il presidente russo sarebbe stato perfino disposto a liberare Aleksej Navalny, morto in carcere il 16 febbraio. Anche Serghej Lavrov, il ministro degli Esteri russo, aveva confermato nei giorni scorsi che erano in corso «contatti» tra Mosca e Washington riguardo a Gershkovich. Una conferma di un accordo in arrivo potrebbe appunto venire dal fatto che la conclusione del processo, prevista per metà agosto, era stata improvvisamente anticipata.