Istruzione

Da Taylor Swift a Vasco Rossi: ecco chi è l'angelo custode dei maxi concerti


“Da qualche giorno sono in vacanza”, sorride soddisfatto dopo le fatiche delle ultime settimane che lo hanno visto seguire i sette concerti di Vasco Rossi a San Siro, quello di Travis Scott all'Ippodromo La Maura di Milano (“quello del terremoto per le vibrazioni”) oi due concerti di Taylor Swift sempre ea San Siro, “un evento davvero notevole per la presenza di persone da tutto il mondo”. Luiè Furio Zucco medico anestesista rianimatore grande studioso di cura del dolore, ma soprattutto da quasi 40 anni – a partire dal 16 giugno 1985 quando lo chiamavano per la prima tappa in Italia di Bruce Springsteen – l'angelo custode che gestisce e coordina i soccorsi sanitari sul posto nei maxi eventi: dai concerti alle partite di calcio, come i mondiali del 1990 e due finali di Champions: “Sono stato l'inventore in Italia di questo tipo di servizio”. 

Travis Scott

La prima idea al concerto di Bob Marley nel 1980

Tutto inizia nel 1980 quando “da studente specializzando in anestesia e rianimazione ho assistito allo storico concerto di Bob Marley a Milano e sul prato di San Siro ho visto che c'erano stati dei malori ma non c'era una vera assistenza medica sul posto. In pratica veninvano solo chiamate le ambulanze”. Poi l'occasione per mettere in pista le sue idee arriva nel 1985: “Lavoravo all'ospedale Salvini di Garbagnate milanese – spiega Zucco – ed ero un appassionato di rock e amico di quello che organizzò il primo concerto di Bruce Springsteen in Italia e cioè Enrico Rovelli. Gli organizzatori erano molto preoccupati perché una ventina di giorni prima c'era stata la tragedia della finale di coppa dei campioni della Juventus allo stadio dell'Heysel con 39 morti e quindi proposi di riprodurre allo stadio il servizio di emergenza urgenza che c'era in ospedale organizzando un team sanitario con medici specialisti e infermieri. Portai così il mio team di Garbagnate e mi associai a una organizzazione di volontariato che mi fornì ambulanze e soccoritori. Era il primo evento con un piano sanitario sul posto”.

Springsteen a Ferrara

Negli anni Novanta il servizio diventa professionale

Dopo aver lavorato anche all'autodromo di monza per la Formula uno “con il rianimatore in pista per assistere se necessario i piloti” arrivano i mondiali di calcio del 1990 “per i quali mi occupavo del servizio di assistenza per le partite di San Siro”. In quel periodo – racconta Zucco – “quello che avevo sperimentato per primo in Italia diventa un servizio professionale: in sostanza l'idea è quella di trasportare l'emergenza urgenza professionale sul posto dell'evento accanto ai tradizionali soccoritori, in gran parte volontari delle Croci. Insomma un nucleo di professionisti composto da medici rianimatori e infermieri specializzati di area critica. In pratica si è passato dal carico il paziente in ambulanza e lo porto via all'idea invece di intervenire direttamente sul posto stabilizzando la situazione del paziente e nel caso poi se necessario portarlo in ospedale. Ho semplicemente applicato ai concerti idee che in quegli anni si stavano diffondendo nell'area dell'emergenza urgenza sul territorio”.

Il piano di soccorso 45 giorni prima dell'evento

Oggi Zucco – in base alla normativa nazionale che si è stabilizzata nell'ultimo decennio – è il responsabile sanitario dell'evento a cui spetta presentare all'ente sanitario di riferimento regionale – dall'azienda dell'emergenza della Lombardia all'Ares del Lazio – almeno 45 giorni prima del concerto il piano di soccorso sanitario. Poi più recentemente – dopo il decesso in piazza a Torino mentre si assisteva alla finale dei campioni della Juventus – la cosiddetta “circolare Gabrielli” ha definito evento a rischio sanitario quello che vede un assembramento con più di 10mila persone. “Oggi non esistono degli standard precisi delle risorse necessarie – spiega Zucco -, ma c'è un algoritmo molto discusso attraverso il quale si inseriscono delle variabili e viene indicato il numero di ambulanze e personale di cui c'è bisogno”.

Springsteen a Roma

Per i grandi eventi 130 persone e 6-8 ambulanze

Ma un grande evento da 80mila spettatori di quante risorse ha bisogno? “In media ci sono 130 persone, di questi una decina sono medici specialisti dell'emergenza urgenza o anestetisti rianimatori, poi un'altra decina sono infermieri specializzati ee poi ci sono circa trenta squadre appiedate composte da 3-4 soccorritori, in gran parte volontari , che si muovono velocemente”. Infine ci sono sul posto dalle 6 alle 8 ambulanze e dai 4 agli 8 posti di primo intervento sanitario (una sorta di strutture fisse). Tutte le squadre hanno una dotazione con teli di soccorso, materiale per prima medicazione e il defibrillatore semi automatico oltre al pallone per la ventilazione. “La strategia che ho messo in piedi – continua Zucco – è questa: interviene prima la squadra di soccorso, se la situazione è grave interviene il medico e l'infermiere del punto di soccorso più vicino e nel case se necessario via radio si attiva il squadra di soccorso con il medico e l'infermiere più esperto che decide se portare il paziente nel punto di intervento sanitario più vicino oppure se trasportarlo in ospedale”.



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