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Ecoansia, quando il futuro del pianeta diventa un peso per i giovani. L'iniziativa di Greenpeace – Orizzonte Scuola Notizie


Il termine “ecoansia” è entrato nel nostro vocabolario solo di recente, ma il fenomeno che descrive sta rapidamente guadagnando terreno, soprattutto tra i più giovani. Coniato nel 1997 dalla ricercatrice canadese Véronique Lapaige, il concetto si riferisce alla paura e all'apprensione causate dai possibili disastri ambientali legati al riscaldamento globale e all'impatto umano sull'ecosistema.

In poco più di un decennio, l'ecoansia si è trasformata da concetto accademico a realtà tangibile per molti adolescenti. Il movimento Fridays For Future, ispirato da Greta Thunberg, ne è forse la manifestazione più visibile, ma le radici del fenomeno sono più profonde e complesse.

Secondo gli esperti, l'ecoansia può assumere diverse forme:

  1. Solastalgia: nostalgia per la natura
  2. Terrore globale: perdita di speranza per il futuro dell'ambiente
  3. Eco paralisi: blocco dei comportamenti pro-ambientali
  4. Disturbo da deficit di natura: disagio per la mancanza di interazione con la natura
  5. Dolore ecologico: lutto per la perdita dell'ambiente naturale
  6. Terrafurie: rabbia per l'indifferenza istituzionale ai bisogni ambientali
  7. Preoccupazione: apprensione continua sulle catastrofi

Per comprendere meglio la diffusione e l'impatto di queste paure tra gli adolescenti italiani, Greenpeace Italia ha lanciato uno studio pionieristico. In collaborazione con varie associazioni, l'organizzazione sta conducendo un'indagine su larga scala nelle scuole e nelle università italiane.

Lo studio si inserisce nel contesto più ampio della campagna “Chiedimi come sto”, nata nel post-pandemia per affrontare le questioni di salute mentale delle giovani generazioni. Il cuore dell'indagine è un questionario che include test validati empiricamente per misurare l'impatto della crisi climatica sulla salute mentale degli under 35.

Gli aspetti esaminati includono:

  • Ansia
  • Depressione
  • Pessimismo
  • Perdita di speranza riguardo al futuro
  • Altre condizioni che possono ostacolare lo sviluppo sano e soddisfacente dei giovani

Lo studio rappresenta un passo importante verso la comprensione e il riconoscimento dell'ecoansia come fenomeno sociale e psicologico rilevante. I risultati, che saranno resi noti a settembre, potrebbero fornire preziose informazioni per sviluppare strategie di supporto e intervento mirate. L'iniziativa di Greenpeace Italia sottolinea l'urgenza ambientale di affrontare non solo gli aspetti della crisi climatica, ma anche il suo impatto psicologico sulle generazioni future. Riconoscere e comprendere l'ecoansia è il primo passo per aiutare i giovani a gestire queste preoccupazioni in modo costruttivo, trasformando potenzialmente la paura in azione positiva per il pianeta.



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