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“Il buio non dura per sempre”: da Peaty a Biles, quando lo sport riaccende la luce


Dopo l'oro vinto nel judo, Alice Bellandi è rimasta colpita con una frase che accomuna tanti campioni. Così i giochi ci ricordano che, imparando a conoscersi, si possono trovare le energie per ricominciare

Lo sport aiuta a trovare l'interruttore della luce dentro di noi. Non offre soluzioni, ma fa di più: indica un percorso. Lì devi andare, se ti vuoi lasciare il buio alle spalle. Alice Bellandi, medaglia d'oro nel judo, categoria 78 kg, ha detto: “Ragazzi, il buio non dura per sempre”. Sa di cosa parla, ha sofferto a lungo di bulimia e di depressione. Mangiava in maniera compulsiva, soffriva senza darsi pace. Non è vero – come si dice – che ha visto la luce in fondo al tunnel. La luce era lei, è stato sufficiente guardarsi dentro senza tremare, mettere un passo dopo l'altro, silenziare i cattivi pensieri. Camminare, per andare incontro a chi ci aspetta sempre: noi, nessun altro. È proprio vero: lo sport è una mano tesa, quando ancora costeggi l'abisso. Ce lo stanno dicendo – ce lo stanno ripetendo – le tante storie di questi Giochi di Parigi 2024. Ci siamo cercati ovunque, dicono questi campioni così fragili e così indistruttibili. Ma sempre nel posto sbagliato. Eravamo qui, a un passo da noi.



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