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Italia, arriva “Mind the gap”: 11 proposte per governare la crescita digitale. A partire dalla Costituzione – RTL 102.5



Undici punti per la crescita e la gestione della rivoluzione digitale. Sono contenuti nel documento “Mind the Gap” elaborato dalla Fondazione Italia Digitale. Si va dall'inserimento in Costituzione dell'educazione digitale alla nascita di un ministero dedicato a norme che regolamentano la comunicazione pubblica. Tutto in un quadro che, spiega Francesco Di Costanzo, presidente della Fondazione, parte “dal bisogno di un grande piano di cultura digitale a tutti i livelli”, perché “lo sviluppo digitale è ormai un elemento essenziale per la crescita del nostro Paese”.

Il disegno

Per questo nasce “Mind the Gap”, per un disegno organico, per strutturare una materia che, come si legge nelle prime righe del documento, “o è popolare o non è”. Lo scopo, visto che l'83% degli italiani considera importante il digitale nella propria vita, è che “Il cambiamento tecnologico deve riguardare tutti ed essere presenti nei luoghi del quotidiano: scuole, supermercati, mezzi di trasporto, stazioni, musei, ospedali, università, istituzioni, teatri, stadi, società sportive. Deve essere semplice, spontaneo, concreto e sicuro. Accessibile come servizio universale, alla portata di tutti, conosciuto e utilizzato al meglio da tutti”. Ma servire accompagnare la rivoluzione, rendere il digitale conosciuto, sicuro, semplice. “Ci sono tanti passi da fare – sostiene Di CostanzoAd esempio creare un Ministero ad hoc che prenda a 360 gradi le politiche per il digitale, oggi sparse in tante realtà del nostro ordinamento. E poi va fatto un investimento forte sulle competenze e sulle professionalità, sul riconoscimento e sull'utilizzo delle buone pratiche di settore. E ancora ci sono sfide importanti come quella dell'intelligenza artificiale e della realtà virtuale, tecnologie che vanno sempre più veloci. Per questo c'è bisogno di un grande piano di cultura digitale a tutti i livelli. Il digitale deve essere conosciuto e utilizzato al meglio con correttezza e qualità. Quindi, bene le leggi, bene i regolamenti, però serve tanta cultura a tutti i livelli e che il digitale sia protagonista nei luoghi della normalità”.

Il documento

Nel dettaglio il documento della fondazione elenca 11 punti imprescindibili per una corretta gestione del digitale e un'organizzazione che abbia una sua organicità. Innanzitutto il digitale deve essere popolare. “Un paese digitale è un paese che dà a tutte e tutte le stesse possibilità di utilizzare la tecnologia”. Inoltreil digitale deve essere “accessibile come servizio universale, alla portata di tutti, conosciuto e utilizzato al meglio da tuttiUn concetto che ritorna con frequenza nel documento della fondazione è la necessità di una maturazione culturale digitale che investa cittadini amministrazioni e imprese. Una consapevolezza raggiunta drammaticamente durante la pandemia e oggi chiamata a diventare patrimonio collettivo.

La Costituzione

Il terzo punto è l'inserimento dell'educazione al digitale in Costituzione. Il digitale inoltre dovrebbe essere materia di studio a partire dalla scuola primaria. Ma per una diffusione popolare delle competenze digitali servono investimenti e dunque è evidente la necessità di infrastrutture digitali e di modernizzazione del mercato del lavoro. In questo modo, tenendo strategicamente al centro scuole, università, formazione e aggiornamento diffuso si garantirà anche l'accesso a strumenti e risorse digitali. Per rendere sistemico un complesso così disorganico serve un ministero che possa dare equilibrio e organicità. Un ministero con portafoglio che abbia “leve esecutive ed economiche da dedicare ai temi del digitale e dell'Innovazione”. Una governance che possa sia semplificare i riferimenti istituzionali sia rapportarsi con enti locali ed europei. Il sesto punto del documento della fondazione è forse quello più complesso, perché le regole sono importanti ma non bastano. È necessaria una nuova politica industriale. Qui entra in ballo la necessità di lavorare sull'intelligenza artificiale. In questo campo bene promuovere”un quadro legislativo e regolatore armonico a livello degli Stati membri“dell'Unione Europea e “rimuovere le barriere non necessarie che limitano l'innovazione e la digitalizzazione delle piccole e medie imprese”. Il settimo punto si riferisce al settore nevralgico della pubblica amministrazione e del suo rapporto con il cittadino digitale. È fondamentale aiutare, nel percorso di semplificazione e offerta, tutti i cittadini attraverso strumenti come identità digitale, app, e promuovere la cittadinanza digitale in tutte le sue forme.

La transizione ecologica

La rivoluzione digitale è, inoltre, fondamentale per la transizione ecologica. “Forse per la prima volta nella storia, l'innovazione tecnologica non è vista come concorrente dell'ambiente, ma come alleato: due italiani su tre ritengono che le città potranno essere più sostenibili se vivremo in città digitalizzate”. Fondamentale appare, nell'ottica di una sempre maggiore competenza nel settore, il riconoscimento della figura professionale dell'Esperto in Comunicazione e Informazione DigitaleLa presenza di una Sala Comunicazione, peraltro, sarebbe gradita agli italiani che preferirebbero, come mezzi prevalenti di comunicazione, social network e chat. Il decimo punto si propone di regolamentare intelligenza artificiale e metaverso, ma non solo. ”Queste innovazioni – si legge nel documento di Italia Digitale – vanno sì regolate, evitando di ripetere gli errori ei ritardi che abbiamo registrato con il mondo dei social network, ma anche sostenute e incentivate”. Infine, nell'ultimo punto, l'attenzione è per la sicurezza informatica e privacy, indispensabile per attuare pienamente ogni riforma della tecnologia digitale. La sicurezza “è una priorità per imprese e pubbliche amministrazioni, ma anche per i cittadini, che se dovessero creare loro un modello di sviluppo digitale lo vorrebbero popolare, quindi facile da usare, ma anche sicuro”.

I titoli

Questi i titoli degli 11 punti del documento “Mind the Gap” elaborato dalla Fondazione Italia Digitale:

1. DIGITALE POPOLARE

2. UNA MATURA CULTURA DIGITALE

3. EDUCAZIONE AL DIGITALE IN COSTITUZIONE

4. INVESTIRE IN COMPETENZE, INFRASTRUTTURE DIGITALI E MODERNIZZARE IL MERCATO DEL LAVORO

5. UN MINISTERO PER IL DIGITALE

6. LE REGOLE SONO IMPORTANTI MA NON BASTANO. SERVIRE UNA NUOVA POLITICA INDUSTRIALE

7. PA E CITTADINO DIGITALE, GOVTECH, WALLET EUROPEO

8. ACCESSIBILITA', INCLUSIONE, DIRITTI, SOSTENIBILITA'

9. UNA LEGGE DIGITALE PER LA COMUNICAZIONE PUBBLICA

10. INTELLIGENZA ARTIFICIALE, METAVERSO, AUTOMAZIONE

11. CYBERSECURITY E PRIVACY AL CENTRO



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