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Imposta di soggiorno, verso aumento sino a 25 euro. Potranno applicarla tutti i comuni, non solo le città e le località turistiche


L'imposta di soggiorno rischia di costare molto di più. Sarà rimodulata e proporzionale al costo della fotocamera: si partirà da un importo fino a 5 euro nel caso di costo del pernottamento inferiore a 100 euro e si vendita ad un massimo di 25 euro al giorno negli alberghi di extralusso (oltre 750 euro a notte), in maniera simile a quanto accade oggi ad Amsterdam, la città con la tassa di soggiorno più alta d'Europa. Potrebbe anche essere estendere a tutti i comuni che vorranno applicarla (non solo ai capoluoghi oa quelli turistici o considerazioni città d'arte). Lo prevede una norma, ancora in fase di bozza, che potrebbe essere inserita in un prossimo decreto, addirittura in questa settimana. E' stabilito anche che gli incassi vengano destinati non solo ad interventi nel settore del turismo ma anche a raccolta e smaltimento dei rifiuti.

La voce della possibile modifica normativa, che circola negli ambienti governativi, ha già scatenato la forte opposizione di Federalberghi. “Le imprese del turismo non condividono la proposta di aumentare ulteriormente l'imposta di soggiorno. Il settore, che è tra i primi a contribuire alla crescita del Pil e dell'occupazione, ha da poco rinnovato il Contratto collettivo nazionale di lavoro, sobbarcandosi un onere rilevante. L'obiettivo comune dev'essere quello di sostenerne la crescita, non di frenarla”.

Gruppi di turisti in attesa di entrare al Colosseo, Roma, 14 agosto 2021..ANSA/MASSIMO PERCOSSI (ansa)

Come accennato, la nuova normativa autorizzerebbe ad applicare l'imposta di soggiorno in tutti i 7.904 comuni italiani (oggi lo possono fare solo i capoluoghi di provincia, le unioni di comuni ei comuni turistici) e ad aumentarne l'importo) e sarebbe in qualche misura proporzionale al prezzo del pernotto. Ad esempio, per una camera in un hotel a tre stelle da 100 euro, si pagheranno sino a dieci euro per notte. Come se da un giorno all'altro – fa notare Federalberghi – il peso dell'Iva (che è pari al 10%) veniva raddoppiato.

La Federazione degli albergatori ricorda che “sono trascorsi solo pochi mesi da quando, in vista del Giubileoil tetto massimo dell'imposta di soggiorno è stato aumento del 40%da 5 a 7 euro (ma per Roma vige una deroga che ha consentito imposto fino a 10 euro per le strutture di lusso) ed è stata introdotta la possibilità di utilizzarla per coprire i costi della raccolta rifiuti, snaturando le finalità dell'istituto” .

A chi ha la responsabilità di definire la politica nazionale, Federalberghi chiede di “imporre una corretta disciplina di bilancio agli enti locali, anziché fornirgli gli strumenti per peggiorare la situazione. Chiediamo inoltre che venga istituito con legge nazionale un fondo destinato a sostenere in via permanente la riqualificazione delle imprese turistico ricettive, e che ne venga garantito il finanziamento automatico attingendo a una parte del gettito dell'imposta di soggiorno”. Federalberghi “ribadisce altresì la proposta di finanziare le funzioni svolte dagli enti locali in campo turistico con modalità diverse dall'imposta di soggiorno. Ad esempio, in luogo di una tassa pagata solo dagli ospiti delle strutture ricettive, si dovrebbe istituire una tassa di soggiorno o attivare una compartecipazione degli enti locali al gettito Iva di tutte le attività produttive che traggono beneficio dall'economia turistica”

Preoccupazione anche da Confindustria Alberghi. “Sorprende che dopo mesi di dialogo proficuo e di confronto si procede, invece, improvvisamente all'approvazione di un testo dove sembrerebbero venir meno alcuni dei capisaldi su cui si innestava la riforma in discussione”, dichiara il presidente Maria Carmela Colaiacovo. “Tra tutti – si legge nella nota – il vincolo di destinazione del gettito – nato per il sostegno delle attività turistiche, la promozione e commercializzazione del turismo – che invece di rafforzarsi sembrerebbe venire meno con l'esplicita previsione di poterlo utilizzare per coprire i costi del servizio rifiuti. Cosi come l'aumento complessivo dell'imposta che oltre al maggior costo andrebbe anche ad applicarsi a destinazioni meno turistiche, contraddicendo gli sforzi di questi anni di operatori e amministrazioni locali, per una migliore distribuzione e destagionalizzazione dei flussi nelle aree interne. “.

“Il settore – prosegue la nota – sta dando un contributo importante per il l'economia del Paese, in particolare con la crescita di viaggiatori internazionali, dopo gli anni difficili del Covid. Ma la concorrenza estera è forte e agguerrita, abbiamo bisogno di politiche attenzione che non compromettano la competitività delle nostre imprese e delle nostre destinazioni. Non possiamo essere un mero bancomat per le comunità”.



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