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“Un raid preventivo”. Il piano di Israele per disinnescare la vendetta iraniana




Mentre l'Iran afferma di essere”legalmente autorizzato” a punire Israele dopo l'uccisione del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, la scorsa settimana a Teheran, lo Stato ebraico si sta organizzando per limitare al minimo ogni eventuale reazione nemica. Tra le ipotesi sul tavolo di Benjamin Netanyahu ci sarebbe anche quella di effettuare un attacco preventivo contro la Repubblica Islamica. Ipotesi, attenzione bene, che verrebbe però presa in considerazione soltanto se Tel Aviv scoprisse dimostrarsi inconfutabili che gli iraniani si starebbero preparando a colpire L'obiettivo di un simile raid? che potrebbe allargare il conflitto all’intero Medio Oriente.

La possibile mossa di Israele

Secondo quanto riportato dal Il tempo di Israeledunque, Israele prenderebbe in considerazione l'idea di lanciarne una attacco preventivo controllare l'Iran. Nelle scorse ore, tra l'altro, il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva convocato i responsabili della sicurezza per una riunione. Erano presenti il ​​ministro della Difesa Yoav Galanteoltre al Capo di Stato maggiore dell'Idf tenente generale Herzi Halevial capo del Mossad Davide Barnea e al capo dello Shin Bet Bar Ronen.

Pare che Tel Aviv non sappia esattamente cosa aspettarsi da Teherane dai suoi alleati, e dunque starebbe valutando un'ampia gamma di opzioni su come rispondere al meglio a un eventuale attacco o come prevenirlo. Tre le ipotesi ci sarebbero anche quella di colpire l'Iran come misura deterrenteanche se i funzionari della sicurezza avrebbero sottolineato che tale mossa verrebbe autorizzata solo se Israele riceverà informazioni di intelligence certe che confermino un raid imminente degli iraniani.

Secondo i media israeliani, Tel Aviv avrebbe bisogno che i propri dati di intelligence sulla questione coincidano con quelli degli Stati Uniti, ma anche se così fosse lo Stato ebraico potrebbe comunque scegliere di evitare di intraprendere la strada di un attacco preventivo. A proposito degli Usa, Washington non ha riferito di non avere alcuna certezza su come potrebbe concretizzarsi un raid di Teheran, visto che il governo iraniano non avrebbe ancora preso una decisione definitiva e che è improbabile che abbia terminato il coordinamento con i suoi alleati, il famigerato Asse della Resistenza.

Conto alla rovescia

Sono più caldiI Paesi del G7 stanno sollecitando la de-escalation in Medio Oriente temendo che gli ultimi ei prossimi eventi possano innescare un conflitto più ampio. Il Segretario di Stato americano Antonio Blinken ha detto domenica ai suoi omologhi del gruppo dei Sette che un attacco da parte di Iran e Hezbollah contro Israele potrebbe iniziare già in giornata. Sarebbe questo il motivo per cui ha spinto Blinken a convocare una conferenza telefonica per coordinarsi con i più stretti alleati degli Stati Uniti e cercare di generare pressioni diplomatiche dell’ultimo minuto su Iran e Hezbollah per ridurre al minimo la loro rappresaglia contro Israele.

Nel frattempo, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Canaaniha dichiarato che “nessuno ha il diritto di dubitare del diritto legale dell'Iran di punire l'aggressore“. Il portavoce ha considerato l'azione di Israele nell'assassinio di Ismail Haniyeh a Teheran come una grave violazione delle leggi e dei regolamenti internazionali, che ha violato l'integrità territoriale dell'Iran e le consuetudini politiche della comunità internazionale. “Abbiamo il nostro diritto di difendere la sicurezza nazionale, la sovranità e l'integrità territoriale della nostra terra.

Lo consideriamo un diritto decisivo e indiscutibile. Nessuno ha il diritto di dubitare del diritto legale dell'Iran di punire l'aggressore e creare deterrenza contro il regime sionista usurpatore”, ha affermato. Il conto alla rovescia è iniziato.



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