Sport

Bochicchio, il broker che truffò i vip. Respinta l’archiviazione per la vedova. Sospetto riciclaggio e le indagini vanno avanti


La corsa di Massimo Bochicchio, il «Maddof dell'Aniene», dalla giustizia e dai creditori si è tragicamente fermata il 19 giugno di due anni fa sulla via Salaria, quando ha perso la vita in un misterioso incidente a bordo della sua Bmw 750.

Quella di chi si è sentito raggirato, e va ora alla ricerca di una verità processuale, potrebbe invece essere un nuovo punto di svolta. Il Gip del tribunale di Roma ha infatti rigettato la richiesta di archiviazione della procura nei confronti della moglie del broker dei vip, Arianna Iacomelli, e dello storico socio Sebastiano Zampa.

E quella che sembrava una fine, si è improvvisamente trasformata nel nuovo inizio: dovranno essere effettuate altre indagini, il fascicolo resta in piedi e con lui il rischio di un processo. Il sospetto del giudice, carte alla mano, è che dietro ai bonifici da capogiro – effettuare quando Bochicchio sarebbe stato già consapevole della «difficoltà di ripristino, ai soggetti che ne facevano richiesta, i capitali investiti» – alle monetizzazioni delle opere d'arte e agli immobili di pregio ci sia un giro di riciclaggio.

Approfondimenti che saranno necessari, secondo la gip Daniela Caramico D'Auria, per capire se «effettivamente i fondi della società (e dunque di parte degli investitori) siano stati distratti in favore di spese personali e familiari del Bochicchio e della moglie», della quale sono riportate alcune chat in cui scrive al marito: «in questa situazione sei sicuro che non vado nei casini io? (…) poi arrivano su di me, abbiamo delle cose cointestate». Nulla di penalmente rilevante, secondo la difesa che contesta la sussistenza dell'elemento oggettivo del riciclaggio, e nemmeno per la procura che aveva chiesto l'archiviazione. Ma per il gip le indagini devono essere svolte di nuovo, perché potrebbero emergere nuovi elementi.

Tra le vittime illustri del broker c'erano ambasciatori, come Raffaele Trombetta, e anche personaggi del mondo dello sport come Antonio Conte e Marcello Lippi o architetti come Alvaro Tagliabue. Spettatori interessati di una vicenda che viaggia tra le aule di piazzale Clodio.

Una sorte analoga a quella di Iacomilli toccherà a Zampa, che resta indagato perché per la Gip non può essere considerato un «ignaro strumento nelle mani di Bochicchio». Il socio potrebbe aver avuto un «ruolo attivo in molti degli investimenti non restituiti» e sarebbe «risultato beneficiario di parte dei fondi provenienti dalle società utilizzate quale veicolo per la raccolta degli stessi».

Un ruolo «fattivo» che emergerebbe anche da alcuni denunciati, come quello dell'attaccante della Roma Stephan El Shaarawy. Una vittoria, per il momento, degli avvocati Cesare Placanica e Maurizio Marullo, che in una memoria depositata nel 2021 avevano già ricostruito parte delle argomentazioni fornite oggi dal Gip. E che si erano opposti a una richiesta di archiviazione che, di fatto, si è concretizzata soltanto per Massimo Bochicchio, essendo deceduto, e per il fratello Tommaso, che era all'oscuro di tutto.



Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *