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‘Mi sono immedesimato così tanto in Modugno che sua moglie mi ha scambiato per lui’


li occhi di Beppe Fiorello si illuminano come quelli di un bambino, quando parla di Domenico Modugno. Di colpo si ferma e tira fuori alcuni foglietti manoscritti: è il testo di Nel blu dipinto di blu. Balzano agli occhi alcune correzioni. Nei ritornelli, la parola “volavo” è sostituita con “volare”. «Il testo fu scritto con Franco Migliacci», racconta l'attore. «Un giorno Mimmo era al pianoforte per dare gli ultimi ritocchi alla canzone, quando una finestra si spalancò e fu investito dal vento. Allora gli venne l'illuminazione. Si sporse dalla finestra e si mise a cantare: “Volare… oh oh, cantare… oh oh oh oh”».
Quei foglietti Beppe li ha ricevuti in dono da Franca Gandolfi, per quarant'anni moglie di Modugno. Il suo contributo è stato fondamentale nella realizzazione di Volare, la miniserie
che torna in onda stasera su Rai in occasione andrà in onda su Rai 1 in occasione dei 30 anni dalla morte di Modugno.

«Nella loro casa di Lampedusa, Franca mi ha mostrato la chitarra e alcuni abiti di Mimmo.Le ho chiesto se poteva prestarmi qualcosa da portare sul set ed è tornata con la giacca bianca del Sanremo di Volare. Sarebbe bello indossarla anche al Festival».
Beppe si è così immedesimato a Modugno che non solo ha studiato sei mesi chitarra per poter imitare il suo stile, ma ha anche cantato tutte le canzoni che sentiremo in Tv.
La prova del nove l'ha avuta dalla Gandolfi:
«Dopo averle fatto vedere un video in cui Mimmo cantava Vecchio frack, le ho chiesto se notava qualcosa di strano. Lei mi ha risposto di no e io le ho rivelato che la voce che
aveva appena sentito era la mia».
La miniserie racconta la giovinezza di Modugno, l'incontro con la futura moglie (interpretata da Kasia Smutniak) e si conclude nel 1958, quando il cantautore diventa un fenomeno
mondiale con Volare.

«È un romanzo di formazione su un ragazzo che si diletta a scrivere canzoni, ma che parte dalla provincia pugliese con il sogno di diventare un attore. Sono legato a lui anche perché il suo percorso è stato molto simile a quello compiuto da me e mio fratello Rosario. Anche noi siamo partiti da una cittadina, Augusta, e abbiamo i pregiudizi dei compaesani che ci consideravano delle perditempo. L'unico che ha sempre creduto in noi è stato nostro padre».
Nicola Fiorello, incaricato della Guardia di finanza, non ha fatto in tempo a gioire del successo dei figli: un ictus se l'è portato via a 56 anni nel 1990. Beppe tira fuori una sua foto: si vede un bell'uomo con un paio di baffetti impertinenti e un sorriso ammaliante:
«Assomigliava parecchio a Modugno, vero? C'è un'altra cosa che li accomuna: da giovanotti entrambi andavano per conto degli innamorati a cantare le serenate sotto i balconi
delle ragazze. Così era papà, sempre allegro, anche se la canzone che più amava di Mimmo era la struggente Amara terra mia».
Modugno era siciliano d'adozione e in quel dialetto ha scritto canzoni meravigliose.
«La più bella, forse, è Il pesce spada. Ma la mia preferita è una che ha scritto in dialetto salentino, che è molto simile al siciliano: Cavaddu ciecu della minerale. Racconta le sofferenze
di un cavallo che perde la vista dopo le fatiche in miniera. Sono poi molto legato a Il grillo e la luna, una canzone semisconosciuta che usavo come ninnananna per i miei bambini, perché è una favola su un grillo che si innamora dell'immagine della luna riflessa in un lago».
I bambini si chiamano Anita e Nicola e Beppe li ha avuti dalla moglie Eleonora. Il loro matrimonio è stato celebrato in un luogo particolare.

«Ci ​​siamo sposati in una chiesetta all'interno del Vaticano. È stata mia moglie a farmi questa bella sorpresa. Durante la cerimonia, accanto a noi c'erano mio fratello Rosario e sua moglie Susanna, quando a un certo punto abbiamo sentito il rumore di una fila di macchine che passava, seguito da un brusio fra gli invitati: “È il Papa, è il Papà!”. È stato un bell'augurio».
Il matrimonio ha coronato un lunghissimo fidanzamento:

«Ho conosciuto Eleonora durante la promozione del film che nel 2000 ho girato con Carlo Verdone, C'era un cinese in coma. Lei lavorava per conto di una grande firma della moda e mi ha fatto provare un abito. La settimana dopo partivo per Los Angeles per il film Il talento di Mr. Ripley in cui recitavo una piccola parte, e per caso anche lei si è trovata sul mio stesso volo, nel posto di fianco al mio. In breve, dopo alcuni giorniin una bellissima notte stellata, dentro una limousine bianca ci siamo scambiati il ​​nostro primo bacio. Ci sembrava di essere in un film di Hollywood».
Pur vivendo da anni a Roma, Beppe torna spesso ad Augusta:

«Ogni volta raduno i miei amici e insieme rivediamo i luoghi più cari della nostra infanzia, che ormai sono tutti malandati: la villa comunale, il vecchio cinema, la scuola. Poi andiamo sugli scogli dove da piccoli ci tuffavamo e concludiamo il giro davanti a una bella spaghettata con i ricci di mare. Della mia vita in Sicilia mi manca l'idea di poter uscire di casa
e ritrovarsi con gli amici al bar e il rumore del mare.
Anche se ho scoperto che mi piace di più la montagna, spesso mi capita di pensare al frusciare delle onde, che ha così segnato la mia infanzia».





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