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Nuovi incentivi auto, dal 2025 si cambia. Secondo costruttore: c’è anche Dongfeng


Riunione sull'automotive al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Urso a Stellantis: “Noi abbiamo rispettato i nostri impegni”




Giornalista

7 agosto – 19:49 – MILANO

Un nuovo piano di incentivi auto che duri più anni con obiettivi diversi e le trattative sull'arrivo eventuale di un secondo costruttore in Italia. Ma anche un monitoraggio a Stellantis sul rispetto degli impegni. Sono questi i punti principali del tavolo automotive che si è svolto al ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) con Adolfo Urso, le associazioni di categorie, aziende e sindacati. Ma la riunione si è aperta con una nota positiva: “Siamo riusciti nell'obiettivo di salvare il sito produttivo ei lavoratori della Marelli dell'impianto a Crevalcore. Nella giornata di domani (8 agosto, ndr) finalizzerò lo strumento che consentirà il passaggio di consegne al nuovo partner industriale” ha detto il ministro.

incentivi

Sugli incentivi Urso ha fatto alcuni annunci, abbastanza generici, che andranno definiti a partire da settembre. Intanto l'intenzione di varare un nuovo pianoforte pluriennale: quello attuale scade il 31 dicembre di quest'anno. Secondo le indicazioni fornite alla riunione il nuovo Ecobonus dovrà essere maggiore per l'acquisto di auto a basse emissioni, per chi rottama veicoli vecchi e sempre più orientato a sostegno delle classi meno abbienti. Un modello possibile potrebbe essere quello francese di cui fa parte anche il cosiddetto locazione sociale. Uno dei punti qualificanti del nuovo bonus è l'intenzione di sostenere automobili che abbiano una forte presenza di componentistica europea. “È nostra intenzione – avrebbe detto Urso – cambiare il pianoforte incentivi per i prossimi anni e di questo vorremo discuterne con voi in questa sede e durante riunioni tecniche successive per meglio modellare il pianoforte”. Il fondo automotive avrà a disposizione una dotazione di 750 milioni per il 2025 e di un miliardo annuo dal 2026 al 2030, che dovrebbe corrispondere alla suddivisione della dotazione annuale del fondo istituito nel marzo 2022 dal governo Draghi, in vigore appunto fino al 2030, che aveva una dote iniziale di 8,7 miliardi di euro destinati ai consumatori ma anche alle imprese. “Avevamo detto – avrebbe spiegato Urso – che se non avessimo raggiunto l'obiettivo di aumentare la produzione Italia con questo piano incentivi, avremmo spostato le risorse, o parte di esse, direttamente sul fronte dell'offerta perché, evidentemente, si deve agire più sul fronte dell'offerta che su quello della domanda per quanto riguarda dei livelli produttivi del nostro Paese”.

secondo costruttore, le trattative

Proprio nel fronte dell'offerta, ossia aziende, rientra la ricerca dell'esecutivo di un secondo costruttore auto oltre a Stellantis. Secondo quanto avrebbe detto Urso ai partecipanti al tavolo “ad oggi, sono stati sottoscritti Nda (accordi di riservatezza, ndr) e MoU (memorandum preliminare, ndr) tra il Mimit e tre case automobilistiche cinesi. In agosto e settembre sono previsti ulteriori incontri con imprese cinesi dell'automotive”. Tra questi costruttori ci sarebbe Dongfeng, ma non solo. “In questi mesi le strutture tecniche del Mimit hanno incontrato i rappresentanti di diverse case automobilistiche cinesi per avviare un dialogo relativo a ipotesi di cooperazione industriale finalizzata alla produzione di autoveicoli, veicoli commerciali e autobus in Italia” avrebbe proseguito Urso. Il ministro avrebbe anche sottolineato che “le missioni tecniche e politiche sono state sempre effettuate assieme ad Anfia (l'associazione di Confindustria della filiera automotive, ndr), in modo da poter testimoniare alle imprese industriali cinesi l'alto livello e la diversificazione della componentistica nazionale, e l'ambiente molto attrattivo del settore automotive italiano”.

stellante

Su Stellantis le frizioni dalla fine di luglio si sono riacutizzate con l'annuncio da parte del gruppo dell'intenzione di vendere la maggioranza di Comau, specializzata in robotica di proprietà del gruppo auto nato dalla fusione tra Fca e Psa, a un fondo di investimenti statunitensi. Il governo ha detto di stare valutando l'utilizzo della potere d'oro, ovvero la possibilità di veto, oppure di dettare condizioni, sulla vendita di aziende di interesse nazionale. “Per quanto il mercato ha avuto un impulso positivo dall'introduzione dell'Ecobonus – avrebbe proseguito Urso – non si è verificato quell'incremento atteso di produzione in Italia. Al contrario, purtroppo, Stellantis esattamente un mese fa ha annunciato lo stop delle carrozzerie a Mirafiori dal 15 luglio fino al 25 agosto, con il ricorso a nuova cassa integrazione (fino al 4 agosto), così come 5 giornate di Cassa tra agosto e settembre sono state annunciate anche a Pomigliano per carenza di ordinativi all'aumento che noi ci aspettavamo, che avevamo concordato, della produzione in Italia”. Poi è arrivato l'affondo diretto: “Tavares nel suo incontro qui al Mimit nel luglio 2023 aveva avanzato due richieste: che il governo si battesse per la modifica della normativa sugli euro 7 in Europa e che propone un piano incentivi significativo. Abbiamo fatto entrambe le cose e nessuno se lo aspettavamo Noi abbiamo rispettato gli impegni”.





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