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Riflessione: c'è ancora spazio oggi per Hank Moody di Californication? La rilevanza persistente del protagonista della serie


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Voto: 7/10 Titolo originale: Californicazione, uscita: 13-08-2007. Stagioni: 8.

07/08/2024 recensione serie tv di Federico Ravazzoni

Vediamo un po' se un decennio dalla sua conclusione, lo spettacolo con David Duchovny ha lasciato davvero un segno nella storia della TV

Californication Hank Moody Duchovny

Vi chiedo d'immaginare un uomo sulla cinquantina che fuma e scherza nel letto della sua amante sessualmente insoddisfatta. Immaginatelo che sente tornare a casa il compagno di lei e che scappa via in mutande perché non trova i pantaloni, senza peraltro porsi neanche troppi problemi.

Immaginatelo sul retro che se la ghigna mentre infila le scarpe. Immaginatelo che viene scoperto, che si trova faccia a faccia con il suo rivale e che, invece di reagire in maniera discreta e rispettosa, si mette a spiegargli dove si trova il punto G. Con tanto di mimica, oltretutto.

Sembra una barzelletta, o se non altro una parte della stessa, eppure è l'incipit dell'episodio pilota di Californicazioneserie cult (possiamo dirlo?) d'oltreoceano creata da Tom Kapino. O meglio, l'incipit vero e proprio sarebbe un sogno molto particolare: una suora che pratica una Fellatio all'interno di una chiesa.

Non ci vuole granché a capire il taglio della serie, questo è sicuro. Il titolo stesso, Californication, è sicuramente una citazione all'album iconico dei peperoncini rossi piccantie anche da qui capiamo fin da subito l'anima rock del prodotto, ma è principalmente un sunto di ciò che la serie vuole rappresentare: la Californicazione. Il sesso in California, per intenderci.

californicazione miacalifornicazione miaChiaramente, prima ancora che un titolo, è una sineddoche. È il classico esempio di una parte per il tutto; non si vuole parlare solo di sesso, si vuole scavare in profondità nel diabolico degrado losangelino attraverso lo sguardo di un protagonista sicuramente caotico e disordinato, ma altrettanto acuto e lucido nella sua analiticità.

Tornando a noi, possiamo dire che la faccenda della fuga da casa dell'amante è l'incipit narrativo, l'inizio della storia che ci esploderà negli occhi per ben sette stagioni consecutive.

Corregge l'anno 2007; Erano gli ultimi anni di George W. Bush, la “Grande Recessione” del Real Estate iniziava a mietere le sue prime vittime e il sogno americano cominciava a vacillare. Davide Duchovny (già memore di set di notevole caratura pop come “I segreti di Twin Peaks”, “X Files” e “Zoolander”) viene scritto per una serie TV dove interpreterà la parte di un “romanziere maledetto” in crisi di mezza età, seppur inizialmente non così palesata.

Il nome del nuovo antieroe televisivo americano è Autore: Henry James Moody, per tutti Hank. Il soprannome, non a caso, strizza l'occhio all'alter ego letterario di Charles Bukowski: Henry Chinaski, detto Hank a sua volta.

Così come Bukowski, Hank Moody è uno scrittore licenzioso, una sorta di moderno Sardanapalo, intrappolato mani e piedi nelle lorde dinamiche californiane di cui sopra. È un pendolo che oscilla lento tra croce e delizia e non accetta il fatto che, tutto sommato, questa cosa gli piaccia.

Da qui nasce il disgusto per se stesso che paleserà più e più volte, persino in un programma radiofonico, nel corso di tutti gli 84 episodi della serie. Il rapporto con l'alcol è morboso, nauseante, e la sua vita privata un Nodo Palomar apparentemente impossibile da sciogliere; il rapporto con Karen (Natascha McElhone), la sua bellissima e pazientissima ex moglie, è naufragato.

Lei convive felicemente, se non altro all'inizio della storia, con un riccone un po' svampito ma decisamente più equilibrato di Hank:
“Bill, Bob, Billy Bob o come cazzo ti chiami.” Cito testualmente.

La figlia di Bill (questo il suo vero nome, ndr) si chiama Mia (Madeline Zima) ed è un'avvenente ragazza quasi diciottenne, sensuale e provocatoria. Mia sarà una vera e propria sciagura per Hank ma, nel complesso, dimostrerà di sapergli infondere un “élan vital” a tratti positivi, sicuramente unico.

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Tuttavia, è principalmente la minorenne che si lascerà sedurre in libreria senza rivelargli la sua vera età. Lo guarderà di sguincio, sfoggerà un sorriso con il suo libro tra le mani e, per Hank, questo sarà già abbastanza. I due finiranno a letto insieme e lei, all'acme della sua lussuria, gli darà due pugni in piena faccia. Non per fare male, per eccitarsi ed eccitarlo.

Da questa involontaria corruzione di minorenne che lo accompagnerà per tutte le prime stagioni di Californicationnascerà l'idea per la trama del libro il cui manoscritto verrà rubato e pubblicato da Mia stessa, riscuotendo un enorme successo popolare a sua volta e divenendo così sua rivale e collega.

Hank è, quindi, un uomo vittima di se stesso.

Un'anima fondamentalmente buona che, un po' per sfortuna e un po' per faciloneria, si troverà a dovere gestire situazioni emotivamente molto delicate. Sicuramente, possiamo imputargli un po' troppa autoindulgenza.

Un altro personaggio centrale è Becca (Madeleine Martin), contemporaneamente sua figlia adolescente e “sorella acquisita” di Mia. Becca, secondo il mio modesto pensare, è uno dei personaggi meglio riusciti di Californication. Sicuramente, uno dei più complessi. Nonostante sia una ragazzina, se non altro nelle prime 4 stagioni, dimostra una profondità di pensiero e una perspicuità tali da fare pensare allo spettatore che il genitore, tra lei e il padre, sia proprio lei.

Hank ama sua figlia più d'ogni altra cosa, e questo risulta chiaro a più riprese, ma allo stesso tempo non riesce mai a conquistarsi pienamente la sua fiducia. La cosa estremamente affascinante di Hank Moody, oltre al suo “marchio di Caino” frammisto a una bruciante acutissima ironiaè la sua ambivalenza degna del miglior Giano Bifronte: scrittore maledetto e padre empatico, incallito
dongiovanni e strenuo difensore del gentil sesso, fedelissimo amico e spietato provocatore, intellettuale annoiato e spassoso scavezzacollo.

Se un personaggio simile venisse presentato al grande pubblico al giorno d'oggi, sarebbe sicuramente divisivo, come lo fu nel 2007. Di questi tempi, però, penso che attirerebbe a sé innumerevoli critiche in più, e fors'anche censure. Sono finiti i tempi di gloria, per i Dongiovanni. Stanno perdendo sempre più quell'area glamour le cui origini, se proprio vogliamo ricercarle, risalgono al Satana di John Milton.

Il donnaiolo è sempre meno “cool” agli occhi del grande pubblico e mi viene da dire che, forse, è anche meglio così. Credo, in ogni modo, che verrebbe accettato e compreso per via delle sue innegabili qualità umane. Il fatto che Hank Moody agisca con benevolenza, seppur anche con arrendevolezza, è sempre stato sotto gli occhi di tutti.

serie karen californicationserie karen californicationBasti pensare a scene quali Hank che difende una prostituta da un regista hollywoodiano che la molesta, o al modo in cui tratta e rispetta gli esseri umani ai quali si sente emotivamente legato, primi su tutti la sua famiglia (figlio illegittimo compreso) e il suo migliore amico e buffo manager erotomane: Charlie Runkle (Gestore Evan).

Il protagonista dimostra continuamente di essere un uomo in cerca di qualcosa di più grande di lui, ma salta all'occhio il suo cercarlo costantemente nel posto sbagliato: fuori di sé. Cerca nelle plurime partner, negli amici e nella famiglia ciò che, forse, dovrebbe iniziare a cercare nella sua anima. Meglio per noi, da una parte; è per la trama.

Hank è sicuramente un romanziere alcolizzato con la scomoda abitudine di cacciarsi in situazioni oltre la sua portata, eppure, proprio per questo motivo viene spontaneo attribuirgli un vigoroso coraggio sociale, nel bene e nel male. Non ha paura di dire la verità e di agire in linea con ciò che lui ritiene sia vero, e questo lo rende un personaggio molto variegato e profondo, coerente ed interessante.

Concludendo, Hank Moody è una stella che brucia di luce propria e non penso che nel cielo inquinato d'oggi giorno brillerebbe meno, né tantomeno penso che meno persone se ne farebbero indicare la direzione. Checché se ne dica, una stella è una stella da qualsiasi prospettiva la si osservi e in qualunque cielo vogliate incastonarla.

Di seguito la sigla di Californication:



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