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Tamberi in finale del salto in alto da ripescato: non supera i 2,27. “Sabato vi farò impazzire”. Poi soccorre l’amico Barshim dopo un crampo


PARIGI – Ripescato in finale, come il suo amico Marcello Jacobs. Gianmarco Tamberi non ha centrato la qualificazione diretta a 2,29, e nemmeno è riuscito a superare quota 2,27 con tre errori abbastanza netti. Ma le misure passate in precedenza al primo tentativo gli hanno permesso di rimanere nel lotto dei finalisti, rispetto ad altri atleti che avevano sbagliato alle stesse citazione.

Avanti anche il suo amico-rivale Mutaz Barshim, che sullo slancio per il primo tentativo a 2,27 si è fermato per un crampo al polpaccio sinistro, subito soccorso da Gimbo che lo ha confortato e ha voluto capire se poteva aiutarlo. La reazione del gioiello del Qatar è stata immediata, col passaggio sicuro al secondo tentativo.

(Reuters)

Tamberi: “Sabato tutto diverso”

“Barshim ha avuto un crampo nella prima prova, capita, sarà un po' di stanchezza, tensione, faceva anche freddo questa mattina, poi è venuto fuori il sole. Lui comunque 2,27 li ha fatti, io no, e in finale salterà , non devo pensare ai problemi degli altri” commenta Tamberi a fine gara “Ringrazio tutte le persone che mi sono state vicine, non mi aspettavo così tanto affetto e sostegno dagli italiani Lavoro da anni per questo momento, ci sono arrivato così, con quel che ho passato nell'ultimo mese, e non è questo che speravo che sarebbe stata la gara più dura della mia vita, perché tre giorni fa ero in ospedale con la febbre a 38°: ho sempre subito, non avevo energie da. sprecare, a 2,27 la gamba non tenere.Sarà tutto diverso in finale, voglio farvi impazzire come tre anni fa a Tokyo”.

(AFP)

Il sostegno dello Stade de France

In attesa della forma migliore, Tamberi si è intanto preso lo Stade de France. Patito, con i pantaloni della tuta addosso nel primo tentativo riuscito a 2,20, il campione olimpico, mondiale ed europeo ha reagito al suo malessere evidente chiamando l'applauso del pubblico, il ritmo che lo esalta come a giugno all'Olimpico: lo stadio parigino ha risposto sì, preparando il clima per la finale di sabato 10 dalle 19,10. “Scenderò in pedana qualsiasi cosa accada, al 100%” aveva promesso, per riconfermarsi campione come mai nessuno nella storia dei Giochi. È stato di parola, anche se lo stato in cui si è presentato in pedana ha suscitato qualche preoccupazione, per la magrezza evidente e il patimento che mostrava. Dopo il primo salto a 2,20, con poco margine, è ricaduto sul materasso come se fosse stremato. Alla misura successiva si è come rianimato, ha cacciato anche qualche urlo, ha spalancato le braccia, ma a 2,27 ha dimostrato di essere ben lontano dalla condizione che gli permette di vincere l'oro e saltare 2,37 a Roma di fronte al presidente Mattarella. Ormai certo della qualificazione si è prima rifugiato nella sua tuta col cappuccio tirato su, poi si è dedicato a salutare il pubblico e abbracciare la moglie Chiara e il suo staff. “Non l'ho visto molto bene al Villaggio” ha commentato l'altro azzurro qualificato, Stefano Sottile, “ma sappiamo tutti come lui reagisce a certe situazioni”.



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