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Carlo, morto nel cantiere ferroviario a Novara: “Il nostro papà supereroe”


Repubblica dedica uno spazio fisso alle morti sul lavoro. Una Spoon River che racconta le vite di ciascuna vittima, evitando che si trasformino in banali dati statistici. Vite invisibili e dimenticate. Nel nostro Paese una media di tre lavoratori al giorno non fa ritorno a casa e “Morire di lavoro” vuole essere un memento ininterrotto rivolto a istituzioni e politica fino a quando avrà termine questo “crimine di pace”.

“Il nostro vero supereroe. Facevi tutto per noi, ogni cosa fatta da te sembrava facile, ogni problema con te si poteva risolvere, sapevi sempre cosa dire, cosa fare e come fare. Ci hai insegnato il bene, senza tante parole ma con tantissime dimostrazioni. Sei e sarai sempre la persona che ammiriamo di più. Non ci arrenderemo e lo faremo per te, per continuare a renderti orgoglioso, perché te lo meriti anche se niente al mondo potrà mai ripagare tutto quello che hai sempre fatto per noi”. Tutti i papà dovrebbero essere i supereroi dei figli, tantissimo lo sono. Sicuramente lo era Carlo come Carlotta, 21 anni, Alberto, 18, e Enrico,13, hanno scritto nell'ultima lettera. Carlo Maletta, geometra di 56 anni, morto di lavoro in un cantiere ferroviario di Meina (Novara)sponda piemontese del Lago Maggiore: lo ha travolto un mezzo in movimento uscito dalla galleria. Carlo era nato a Mantello e viveva con la famiglia a Cercino: l'amatissima Valtellina, dalla quale partiva per raggiungere i cantieri in giro per l'Italia. La moglie Ebe ha un'edicola a Piantedo e Carlo nei fine settimana era lì ad aiutarla ea parlare di sport, lui tifosissimo della Juve, con gli amici. Gli stessi che al funerale hanno fatto suonare le note del 'Minatore di frontale', canzone di Davide Van De Sfroos:

“La vita a volte è un ponte o una ferrovia

La mia se ci ripenso è stata galleria

Sfidare tutti i giorni la strega silicosi

La foto di una donna tampona le ferite

Ma per la nostalgia non c'è la dinamite”.



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