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Mosca dichiara lo stato di allerta in tre regioni: cosa succede al confine con l'Ucraina




La Russia ha dichiarato lo stato di allerta per tre regioni situate sulla frontiera con l'Ucraina: Belgorod, Brjansk e Kursk. Il comitato nazionale antiterrorismo di Mosca ha spiegato che questa mossa, attuata in risposta all'avvio dell'offensiva ucraina in territorio russo, consentirà alle forze di sicurezza di restringere la libertà di movimento e il diritto alla privacy dei residenti. Nell'annunciare la misura il comitato ha fatto riferimento “all'intento senza precedenti” di Kiev di destabilizzare la situazione in diverse aree, in particolare quella di Kursk dove le forze ucraine hanno causato “vittime tra la popolazione civile e distruzione di edifici civili” . Nel frattempo, l'azienda pubblica russa dell'energia Rosatom ha fatto sapere che la centrale nucleare della citata Kursk, dopo una temporanea riduzione del personale nel cantiere della centrale nucleare-2, funziona normalmente. Nella serata di ieri la Russia aveva infatti informato l'AIEA della situazione presso il sito in relazione al tentativo di attacco delle forze armate ucraine nella regione, e aveva fatto sapere che in loco erano stati rinvenuti presunti frammenti di missili abbattuti.

La decisione della Russia e l'offensiva ucraina

La nota diffusa dal citato comitato nazionale antiterrorismo di Mosca parla chiaro: “Al fine di garantire la sicurezza dei cittadini e reprimere la minaccia di atti terroristici da parte di formazioni nemiche di sabotaggio” è stato dichiarato lo stato di allerta. La misura permette di interrompere le reti di comunicazione, arrestare cittadini senza averli identificazione, sequestrare veicoli, intercettare comunicazioni telefoniche e online e trasferire i residenti di queste regioni in “zona sicura“. Ricordiamo che la regione di Kursk è in stato di emergenza dalla notte del 7 agosto quando sono iniziate le incursioni di centinaia di militari e mezzi corazzati ucraina. Anche diverse aree dalla provincia di Belgorod hanno subito interruzioni dell'energia elettrica a seguito degli attacchi delle forze ucraine.

La situazione militare resta delicatissima. Nella notte un cacciabombardiere supersonico russo Su-34 ha colpito le forze armate ucraine proprio a Kursk. “L'equipaggio del cacciabombardiere supersonico multifunzionale Su-34 delle forze aerospaziali russe ha colpito di notte una concentrazione di personale ed equipaggiamento militare delle forze armate ucraine nella regione di confine della regione di Kursk“, ha affermato il ministero della Difesa di Mosca. Secondo il dipartimento militare, l'attacco è stato effettuato su obiettivi di riconoscimento “con una bomba detonante volumetrica ODAB-500 (da cinque quintali) con un modulo universale di pianificazione e correzione“.

La risposta di Mosca

Il suddetto regime antiterrorismo comprende “restrizioni al traffico di veicoli e pedoni su strade e vie” e restrizioni all'uso dei mezzi di comunicazione. Il solito ministero della Difesa ha confermato intanto che i soldati di Kiev hanno raggiunto Soudjauna cittadina russa di 5.500 abitanti a una decina di chilometri dal confine, dove si trova un punto di transito per il gas che ancora rifornisce l'Europa – Ungheria, Slovacchia – attraverso l'Ucraina. Da parte sua, il capo AIEA, Rafael Grossi, ha chiesto in un comunicato stampa “la massima moderazione per evitare un incidente nucleare“.

I riflettori sono dunque puntati su Kursk. Dove, sempre nella notte, le forze ucraine hanno teso un'imboscata a un convoglio russo, a una quarantena di chilometri dal confine.

Il Cremlino ha reso noto che sta trasferendo equipaggiamento militare nella regione, sotto attacco da giorni da parte delle forze regolari ucraine, tra cui razzi Laureato, artiglieria e carri armati.



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