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I quarti posti delle Olimpiadi? Ecco cosa insegnano a noi genitori



Ora che le Olimpiadi sono terminate, il Presidente della Repubblica ha deciso di invitare tutti gli atleti medagliati al Quirinale. L'evento avverrà il giorno 23 settembre, ma questa volta all'incontro con la carica più alta dello stato ci saranno anche gli atleti che la medaglia l'hanno sfiorata, perché si sono classificati in quarta posizione. A volte è stato un solo centesimo di secondo a lasciare uno sportivo giù dal podio. A volte una manciata di centimetri. È davvero importante che il Presidente abbia invitato anche questi 25 atleti tornati a casa senza una medaglia in mano. Si tratta di sportivi eccellenti e di grande valore, che danno una grande lezione di vita. Certo si saranno arrabbiati o soffriranno per l'occasione mancata. Ma lo sport, anche grazie ad atleti di questa caratura, diventa una delle migliori metafore della vita. Ci insegna quanto è importante imparare a dare valore non solo al traguardo, ma soprattutto al percorso. Noi genitori stiamo imparando da questi esempi come si fa a stare a fianco di un figlio che fallisce una prova, che non sale sul podio, che non sempre riesce ad essere all'altezza delle aspettative che gli mettiamo addosso.

Proprio in questi giorni è stata resa nota la statistica riassuntiva relativa agli esiti degli esami di stato. Un dato che mi ha molto colpito è l'impennata di richieste di “accesso agli atti” alle Segreterie delle Scuole e di ricorsi al TAR da parte di famiglia insoddisfatta del voto ottenuto alla maturità da parte del proprio figlio. Può capitare che nella vita non si ottiene il risultato che ci si era prefissi. Ci ha commosso fino alle lacrime la disperazione di Tamberi che, dopo un anno di incredibili sacrifici, ha dovuto gareggiare in finale, fallendo l'obiettivo di una medaglia, dopo aver trascorso una giornata all'ospedale, per una colica renale. La sua tristezza e la sua delusione sono state anche le nostre. Però tutti noi sappiamo che la vita accade. Che ci possono essere contrasti o ostacoli non previsti. Può capitare che a volte pur essendo pronti e competenti, si venga valutati in modo improprio o deludente. Successo nello sport, a scuola, all'Università, in occasione di selezioni di lavoro. Si doveva vincere la medaglia d'oro e si porta a casa quella di cioccolato. Magari neanche quella.

Alle Olimpiadi siamo stati la nazione che più di tutte le altre ha sfiorato il podio senza raggiungerlo. Molti di questi atleti hanno dichiarato di essere comunque soddisfatti del risultato raggiunto. Che quel quarto posto sarà stimolo per impegnarsi ancora di più e riprovarci la prossima volta. Dovremmo ricordarcelo noi genitori, così pronti a scendere nell'arena quando i nostri figli non otterranno il voto a cui noi crediamo che abbiamo diritto. È davvero una posizione diseducativa, perché così facendo, li trasformiamo nel voto che riceviamo. Cosa che li riempirà di un'ansia performativa che farà da ostacolo per le prove successive che si troveranno ad affrontare. Come adulti potrebbero utilizzare un approccio completamente diverso. Potremmo dire loro “Hai studiato, ti sei impegnato molto, il risultato non è stato all'altezza del tuo percorso. Pazienza. Facciamocene una ragione. La vita ti darà molte altre possibilità per dimostrare chi sei e di che cosa sei capace”.

Tantissimi atleti olimpici in questi giorni hanno saputo parlare della loro sconfitta con la giusta oggettività, ripromettendosi, in futuro, di provarci di nuovo e di metterci tutto l'impegno che serve. L'invito del Presidente della Repubblica esteso anche ai quarti classificazione contiene un significato che dovrebbe essere di grande ispirazione per noi genitori. Lo sport contiene infiniti messaggi e valori che possono ispirare al meglio l'allenamento alla vita che proponiamo ai nostri figli e figlie.

In copertina, una foto di Benedetta Pilato 4° posto nella rana per un decimo di secondo a Parigi 2024





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