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Il volto della tv più amato dalle mamme e dai bambini


Carolina Benvenga al doppiaggio di Cattivissimo me, con Max Giusti, la voce di Gru

La maternità? «È una scelta bellissima, ma tosta. Di unicorni, ancora non ne ho visti». Semmai, tra una poppata e l'altra, Carolina Benvenga ha incrociato qualche Minions. Per il quarto capitolo di Mi sono cattivissimonelle sale dal 21 agosto, la Universal ha voluto la celebre kids idol come doppiatrice di Lucy. Così Benvenga si è trovata due volte mamma: nella vita, con la piccola Angelina nata il 19 giugno del 2023, e, su grande schermoalle prese con il quartogenito (e ovviamente scatenato) Gru Jr. Uno specchio che si è rivelato tutt'altro che deformante: pur con il tocco leggero dell'ironia, il nuovo sequel della saga aggiorna l'immaginario della famiglia, schierando un Gru nella versione “mammo”.

Papà cura i bambini e mamma va a lavorare: pura fantasia o un traguardo doveroso?

«È fondamentale che il carico genitoriale venga ripartito in modo paritario, a maggior ragione in una società come la nostra dove, fortunatamente, la donna è riuscita a conquistare posizioni di rilievo. I primi anni della maternità sono i più faticosi e non tutti hanno la fortuna di avere dei nonni accanto, o possono permettersi l'asilo o la baby sitter. Quindi l'intesa e l'aiuto del partner diventano fondamentali: bisogna lavorare in team e nella squadra vincere l'equilibrio».

Come molti neonati, Gru Jr non vuole saperne di più del padre: ha occhi solo per Lucy. Lei come ha vissuto questa fase della maternità, durante la quale la propria esistenza passa in secondo piano?

«Ci ​​sono ancora dentro mani e piedi! Personalmente sono per la “maternità verità”: non mi sentirà mai dire che è tutto rose, fiori e unicorni. Sicuramente diventare mamma regala molte gioie, che ripagano dalla stanchezza, ma questa c'è ed è giusto raccontarla. Legittimare le difficoltà aiuta a non cadere in baratri da cui è meglio stare lontani».

Ha sofferto la depressione post parto?

«No, ma ho avuto un primo mese molto difficile e la ripresa dal parto è stata lenta. Non so se da sola ce l'avrei fatta: ci sono madri che partoriscono e si ritrovano sole a casa. Io ho avuto la fortuna di avere il mio compagno Riccardo a tempo pieno, mia sorella e mia madre accanto, e questo ha fatto la differenza».

Quale sostegno sociale reputarebbe più urgente?

«Tutte le aziende dovrebbero avere asili al loro interno. Non pretendo che siano per forza gratuiti: si possono pensare delle convenzioni. L'importante è che inizino a esserci e non per forza solo nelle aziende della mamma…».

Cattivissimo io 4 è un elogio della famiglia. Anche per lei è sempre stata un valore fondamentale?

«Sì. Per quanto io sia sempre stata molto dedita al lavoro, la famiglia ha sempre ricoperto un ruolo centrale. È grazie ai miei genitori se sono riuscita a tenere i piedi per terra quando, a 8 anni, si muovevo i primi passi nello spettacolo: un ambiente bellissimo e patinato, che in alcune occasioni rischiava di essere fuorviante. La mia famiglia è sempre stata lì, e questo mi ha permesso di trasformare la passione in lavoro, senza perdere di vista me stessa ei miei valori. Oggi come allora resto una persona da pranzi domenicali tutti insieme, rimpatriate tra cugini, feste con famiglie allargate».

Tra i suoi valori c'è la fede?

«Credo in Dio, ma è un tema delicato perché dopo la morte di mia nonna il rapporto con la religione è diventato più complesso».

Si va ripetendo che le nuove generazioni sono confuse e fragili. Come beniamina dei bambini, che idea si è fatta?

«Effettivamente sono un po' confusi perché non hanno guide salde. I loro punti di riferimento non sono più i genitori o gli insegnanti, ma gli idoli passeggeri dei social. È come se i giovani abbiano perso fiducia negli adulti. La responsabilità è anche nostra: vogliamo metterci più in ascolto e cercare di comunicare quello che abbiamo da dire usando il loro linguaggio. Spesso la distanza percepita nasce proprio da un diverso di comunicazione».

Pensando al futuro ea sua figlia, cosa la impensierisce di più?

«La scelta purtroppo è ampia. Ormai quando accedo il Tg provo sempre l'impulso di spegnere subito. Da mamma, molto autonoma, di una femmina che pare sia altrettanto autonoma, sono terrorizzata che possa incontrare persone che non la rispettino, del suo sesso ma soprattutto fra i maschi. Mi auguro di saper dare a mia figlia gli strumenti giusti per riconoscere le dinamiche malate e tenersene alla larga. Spero inoltre che possa vivere in un mondo libero di amare, di pensare e di essere».

Lei vanta oltre 1 milione di iscritti su YouTube ed è tra i volti di punta di Rai YoYo. In tutta sincerità, lo status di kids idol le basta o sogna uno scatto artistico, magari in campo musicale?

«Sono esattamente lì dove volevo essere. È chiaro che a un certo punto, con l'età, dovrò fare uno scatto di target e di formato, ma a quel punto potrò propormi in modo più qualificato. Non mi immagino però come cantante “pura”: la vita dietro a un microfono e basta mi starebbe stretta».





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