Economia Finanza

“È morto per un mix di malattie”. Mosca non aprirà alcuna inchiesta su Navalny




Malattia Combinata“. Cosi il Comitato investigativo russo derubrica la morte di Alessio Navalny nei documenti inviati una settimana fa alla vedova Yulia. Le autorità russe chiudono così il caso, rifiutando di aprire un procedimento penale in relazione alla morte dell'oppositore, avvenuto a febbraio lo scorso nel carcere di massima sicurezza di Carpa.

Secondo la conclusione dell'esame forense del Comitato, la causa della morte del condannato Navalny è stata una malattia combinata, ovvero un concorso tra ipertensione con danno vascolare e agli organi, miocardiosclerosi diffusa, complicata dallo sviluppo di edema cerebrale, fibrillazione ventricolare, edema polmonare. Una versione che non si scontra con le prime dichiarazioni delle autorità russe: inizialmente, i media statali russi avevano, infatti, parlato di un “coagulazione di sangue” come motivo del decesso, un dettaglio che ora non figura nella versione finale degli inquirenti.

Secondo questi ultimi, dall'autopsia sarebbe emersa tutta una serie di malattie croniche concomitanti. Il documento, che fa sapere al team di Navalny sui social, è firmato dall'investigatore Alessandro Varapevlo stesso che aveva minacciato la madre dell'avversario che non avrebbe rivisto il corpo del figlio se non avesse accettato un funerale in segreto. I documenti menzionano anche le ferite riportato da Navalny quando i medici hanno cercato di rianimarlo attraverso la respirazione artificiale e le compressioni toraciche.

La vedova del dissidente sostiene che il documento contiene solo menzogna e che le tre pagine menzionano ragioni assurde per la sua morte, cercando di occultare le tracce dei suoi aguzzini. Navalnaya, in un video su Youtube ribadisce la tesi secondo cui suo marito è stato ucciso in prigione a Kharp, chiedendo che venga aperto un procedimento penale e che tutti i documenti medici e gli effetti personali siano consegnati alla famiglia.

La vedova tra l'altro sottolinea la più importante delle prove: un Disturbo del ritmo cardiaco non può essere determinato postumo e che il marito non aveva mai avuto problemi cardiaci noti durante la sua vita, essendo tenutosi sempre in forma e allenato.





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