Istruzione

Libri di testo, appello di docenti femministe: “Leggiamo anche Cavalli, Candiani e Ginzburg. Conoscere la storia di Ipazia di Alessandria o di Olympe de Gouges non deve dipendere dalla buona volontà di un docente” – Orizzonte Scuola Notizie


La storica rivista femminista Dwf ha pubblicato un nuovo numero dedicato ai temi della scuola e dell'educazione, con un saggio dell'associazione Indici Paritari che riflette sui passi fatti (o non fatti) negli anni dall'editoria scolastica nel presentare una storia della letteratura che rappresentano e riconosca anche le voci delle donne.

Il saggio, scritto da un gruppo di docenti dell'associazione, si chiede: “A che punto siamo?” e “Qual è la situazione attuale in merito ai libri di testo e al canone adottato nelle diverse discipline?” La risposta è che, nonostante i progressi fatti, c'è ancora molto lavoro da fare per creare una scuola che sia veramente paritaria e che riconosca le diverse soggettività.

“Il rischio è di perpetuare una modalità verticale di insegnamento rispetto alla quale studenti e studentesse tenderanno a rimanere ugualmente impermeabili”scrivi le autrici del saggio. “Ampliando la prospettiva, si può dire che la prima cosa da fare è trasformare il modo in cui si entra in relazione con le classi”.

Il saggio propone di cambiare lo sguardo con cui si legge la letteratura, di cambiare la domanda che si fa ai testi e di sperimentare un modo di insegnare qualitativamente differente. “Non si tratta di inserire, quantitativamente, nel programma un numero di donne scrittrici che bilanci le presenze maschili: si tratta di cambiare lo sguardo con cui si legge la letteratura“, scrivono le autrici.

Il saggio critico anche l'uso di una terminologia obsoleta nella modulistica scolastica, che prevede il maschile sovraesteso nonostante la presenza di una precisa normativa che lo vieta. “Dare visibilità, spazio e riconoscimento a tutte le soggettività considerando sia un passaggio non più rimandabile per costruire una scuola come comunità dove far convivere le differenze ei talenti”scrivono le autoritarie.

Il saggio conclude che “la storia è anche fatta e agita dalle donne” e che “lo sguardo utilizzato nelle diverse discipline coincide ancora troppo spesso con un'impostazione patriarcale ed eurocentrica”. “Un enorme patrimonio di ricchezza e di forza, al sapore di libertà che dobbiamo trasmettere, che dobbiamo far conoscere, ma non attraverso libri dedicati, opuscoli o schede di approfondimento, questo patrimonio prezioso deve essere usufruibile nei manuali che i/le ragazzi/e studiano quotidianamente, dev'essere considerato storia, non eccezione alla storia”.

Il saggio propone di costruire una scuola diversa, che riconosca le diverse soggettività e che dia spazio e rispetto a tutte le bambine e le ragazze. “Cominciamo dunque a costruire insieme una scuola diversa in cui ci sia spazio e rispetto per tutti e tutte, in cui non dipenda dalla buona volontà di una/un docente interessato/o conoscere la storia di Ipazia di Alessandria o di Olympe de Gouges, ma in cui tutte le bambine e le ragazze possono trovare e ricostruire una loro genealogia e trovare le loro antenate”, scrivono le autrici.



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