Economia Finanza

Bidenomics in chiave più progressista per Harris


Da vicepresidente di Joe Biden, nei briefing economici, è stata abitudine di Kamala Harris ascoltare, più che distinguersi con proposte o incalzare con domande quando in gioco era un'agenda di politica industriale da migliaia di miliardi di dollari – infrastrutture, chip e tecnologia, transizione energetica. Il ruolo più attivo, raccontano alla Casa Bianca, se lo è ritagliato su aspetti circoscritti, spesso poco appariscenti ea cavallo con priorità sociali: ad esempio rapporti con le banche per incitarle, nel clima di aiuti pubblici legati al Covid, a prestiti per sostenere la comunità aziende svantaggiate e piccole.

L'intera Bidenomics è però oggi l'economia di Harris. Il suo ruolo non è più marginale: nei panni di candidata democratica a novembre allo Studio Ovale ne eredita le ambizioni come le sfide irrisolte, su tutte un'inflazione che ha eroso la fiducia nonostante spettri di recessione siano al momento esorcizzati. E se le sue prescrizioni sono tuttora in evoluzione – sul suo sito elettorale manca ad oggi un rimando a programmi – i contorni del suo messaggio stanno prendendo forma, facendo leva proprio sulla sua esperienza iniziale: scommette su un populismo progressista più pronunciato e di più facile presa popolare rispetto a Biden per definire la propria identità e contrastare la nuova destra repubblicana.

Lo slogan che forse meglio definisce l'agenda di Harris: l'enfasi su una concezione espansiva della “care economy”, fatta di interventi a sostegno dei diritti e delle condizioni di vita e di lavoro di ceti medi e bassi, dai crediti d' imposta per i figli a carico all'universo dei servizi di assistenza, dalla sanità agli asili nido.

Anche nel rivendicare le grandi iniziative dell'amministrazione uscente il tentativo è di sfoderare un linguaggio più semplice e ottimista: lo slogan Build Back Better di Biden è diventato Freedom to Thrive, libertà di prosperare. Al servizio di un'immagine che, per i sostenitori, vuol essere di «capitalista con ideali liberali».

In questa agenda spiccano promesse di lotta alla povertà, soprattutto minorile, difesa del sindacato, abbattimento dei costi per giovani e anziani.



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