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Muore a 88 anni Alain Delon, gangster dalla faccia d'angelo del cinema di genere


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18/08/2024 notizie di Redazione Il Cineocchio

Interprete di innumerevoli film, l'attore francese fu anche protagonista di classici del polare

Alain Delon Frank Costello faccia d'angelo (1967) film

È arrivata di prima mattina la notizia della morte a 88 anni di Alain Delontra le figure più iconiche del cinema europeo.

Delon è stato un attore che ha saputo fondere fascino, ambiguità e intensità emotiva in ruoli che hanno segnato profondamente anche il cinema di genere. Il suo volto enigmatico e la sua presenza magnetica hanno trovato una casa ideale nel noir, nel poliziesco e nel thriller, dove ha costruito alcuni dei personaggi più memorabili della storia del cinema.

Il suo rapporto con il cinema di genere è stato forse uno dei capitoli più importanti della sua carriera. Nel film vieni Frank Costello faccia d'angelo (Le Samouraï, 1967) di Jean-Pierre Melville, Delon ha incarnato il killer solitario con un rigore e un'essenzialità che hanno ridefinito l'archetipo dell'antieroe nel noir. Il suo Frank Costello è un uomo di poche parole, disciplinato, immerso in una solitudine che si fonde perfettamente con la messa in scena minimalista di Melville. Questo ruolo ha elevato Delon a simbolo di un cinema stilisticamente impeccabile e narrativamente essenziale.

Delon ha lavorato con altri maestri del cinema di genere, come Jacques Deray, con cui ha girato il film come La piscina (1969) e Borsalino (1970). Questi film, che mescolano intrigo, tensione e sensualità, hanno contribuito a rafforzare la sua immagine di uomo pericoloso e affascinante. La sua collaborazione con Deray ha dato vita a una serie di polizieschi che non solo hanno avuto successo commerciale, ma hanno anche definito il genere in Francia per un'intera generazione.

Nonostante il suo impegno verso altri generi cinematografici, è stato nei noir e nei polizieschi che Delon ha trovato la sua dimensione più autentica. Arriva il film Il clan dei siciliani (1969) e Notte sulla città (1972) hanno consolidato la sua capacità di interpretare personaggi complessi e ambigui, spesso in bilico tra il bene e il male, tra la legge e il crimine.

Nel 1973 'esportò' infine questi suoi tipi anche in Italia col film Tony Arzenta – Grandi Armilavorando sotto la direzione di Duccio Tessari (col quale avrebbe lavorato ancora, anni dopo, in Zorro).

Il suo contributo al cinema di genere non è solo legato alla sua interpretazione, ma anche alla sua capacità di elevare questi film, trasformandoli in opere di stile e di tensione morale.

Alain Delon lascia un'eredità cinematografica che continuerà a ispirare attori, registi e appassionati di cinema di genere. La sua abilità nel portare sullo schermo personaggi freddi, enigmatici e intensi rimarrà una pietra miliare nella storia del cinema.

Oggi, il suo ricordo vive non solo attraverso i suoi film, ma attraverso l'impronta indelebile che ha lasciato nel cuore del cinema di genere.



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