Istruzione

“Niente compiti a casa, le vacanze sono sacre”, un papà tedesco boccia la scuola italiana: “Libri a sorpresa e compiti su WhatsApp, si impara lo stesso anche senza” – Orizzonte Scuola Notizie


“Le vacanze sono vacanze, niente compiti”. È lapidario Peter Jaeger, architetto tedesco che da anni vive a Torino, quando si parla di compiti estivi. Un'abitudine tutta italiana che proprio non riesce a digerire, come racconta in un'intervista rilasciata a La Stampa.

Padre di due figlie, una all'università e l'altra al liceo scientifico, Jaeger si dice stupito dalla mole di assegnati durante le vacanze estive, un'esperienza che lui, da studente in Germania, non ha mai vissuto.

“Le scuole tedesche preparano bene, eppure danno molti meno compiti e dedicano più spazio al tempo libero, che è altrettanto importante“, sottolinea. “Non solo durante le vacanze estive, ma durante tutto l'anno. Da noi non usa dare i compiti a casa, è come se la scuola affidasse ai genitori un ruolo di controllo e di aiuto che invece secondo me è dovuto interamente agli insegnanti”.

A far storcere il naso a Jaeger non è solo la quantità di compiti, ma anche la modalità con cui vengono assegnati. Ricorda con disappunto il periodo della pandemia, quando le figlie, costrette alla didattica a distanza, ricevevano compiti via whatsapp a qualsiasi ora del giorno e della notte, weekend compreso. “Una disinvoltura nei rapporti che trovavo poco rispettosa”, commenta.

E mentre la figlia Benedetta racconta di dover vista assegnare tre libri da leggere a poche settimane dal rientro a scuola, Jaeger snocciola il calendario scolastico tedesco: “Le vacanze estive durano solo sei settimane, ma durante l'anno ci sono molte più pause di una o due settimane, in autunno, a Natale, a Carnevale, a Pasqua ea Pentecoste”.

Un sistema che, a suo avviso, permette di bilanciare meglio i tempi di studio e di riposo, senza sovraccaricare gli studenti e le loro famiglie. “Da noi c'è il tempo della scuola e quello delle vacanze, quando c'è da lavorare e da studiare si studia, ma poi basta“, concludono.

Un'esperienza, quella tedesca, che fa riflettere sulla necessità di ripensare il modello scolastico italiano, troppo spesso incentrato sulla quantità a discapito della qualità e del rispetto per il tempo libero dei ragazzi.



Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *