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Quando Alain Delon disse in Tv: «Maria è la donna che più conta per me»


La Madonna di Marienthal.

Dopo la scomparsa di Alain Delon, pubblichiamo l'articolo uscito sul numero 45 del 2019 del settimanale Maria con te in cui viene ricostruito il “lato mariano” del celebre attore francese

di Matilde Amorosi

La scoperta della fede nella maturità da parte di personaggi famosi suscita spesso un certo scetticismo, come a dire, per citare Fabrizio De André, che per chi ha alle spalle un passato di trasgressioni ed eccessi è facile dispensare buoni consigli, non potendo più dare il cattivo esempio. Ma Alain Delon, 84 anni l'8 novembre, un mito del cinema francese nel cliché del “bello e dannato”, fa eccezione alla regola. Il pubblico non ha mai smesso di seguirlo nelle sue tumultuose vicende private, tra divorzio, contrasti con i figli, e problemi di salute, non sospettando il percorso spirituale che l'ha portato al culto mariano. Esso è emerso all'improvviso da una sua pubblica confessione, non motivata da una ricerca di visibilità di cui il divo non ha certo bisogno, ma da una sincera effusione del cuore. È accaduto un anno fa durante un programma televisivo molto seguito, Thé ou café, in cui Delon ha dichiarato: «Ho una passione folle per Maria: è la donna al mondo che per me rappresenta di più, la donna che più mi fa pensare e sicuramente quella a cui mi rivolgo più spesso… Le parlo da casa mia e Le dico quello che ho da dirle». E mentre la conduttrice del programma, Catherine Ceylac, lo guardava sorpresa, Alain ha tirato fuori dalla tasca una piccola statuina della Madonna di Marienthal, detta anche Vergine del sorriso, venerata nel più antico santuario dell'Alsazia, e l'ha baciata spiegando: «È più di una madre e mi accompagna ovunque…».

Un momento toccante in cui il suo volto, come per incanto, ha ritrovato lo splendore della giovinezza in una sorta di purificazione interiore. Il divo è devoto alla Vergine, la prega in una cappella privata fatta costruire nella sua villa in Svizzera, in cui ha deciso che vuole essere sepolto. Ed ha aggiunto che il suo desiderio sarebbe quello che il suo cane Loubo, l'unico amico fedele, riposasse accanto a lui: una scelta emblematica della solitudine che lo ha spinto ancor più verso la Madonna. Una rivelazione che l'attore ha ribadito di recente in un'intervista a Paris Match, confidando: «Amo tutto ciò che Maria ha fatto. Lei mi dà un sollievo, una compagnia che altrimenti non avrei. Ed è sempre presente, mi ascolta e mi conforta». Delon oggi è un uomo deluso che definisce “rivoltante” la nostra società per la perdita dei valori veri. Pur avendo goduto di tutte le gratificazioni del successo ed essere stato molto amato, oggi si ritrova immerso in un universo fatto di rimorsi e rimpianti in cui ha come unico sostegno il dialogo ideale con la Vergine. Volendo cogliere l'essenza delle sue parole, si evince che la Madonna è per lui una presenza materna e accogliente, capace di lenire le sue inquietudini. E nella stagione della vita in cui le emozioni della giovinezza sono ormai archiviate, i ricordi dell'infanzia difficile si riaffacciano più vivi alla memoria di Alain. L'attore, figlio di Fabien Delon, direttore di un cinema di quartiere, e di Edith Arnold, una commessa, soffrì terribilmente per la separazione dei genitori. La madre, alla quale era legatissimo, non se la sentì di crescerlo da sola e, a quattro anni, lo diede in affido a una famiglia alla quale lui non riuscì ad adattarsi. Quattro anni dopo, infatti, il piccolo Alain fu trasferito in un collegio di suore nei dintorni di Parigi in cui ricevette la prima educazione religiosa, per poi tornare dalla madre che intanto si era risposata con un salumiere. Quest'ultimo cercò di iniziare il figliastro alla sua attività, ma Alain, che già da adolescente affascinava tutti per la sua bellezza, aveva un altro destino.

A diciassette anni, fuorviato dalle cattive compagnie, si arruolò nella Legione Straniera, trascorrendo ben undici mesi in carcere per indisciplina. Tornato a Parigi, certamente avrebbe perseverato nei suoi errori seguendo la sua indole ribelle se non avesse iniziato la carriera cinematografica, sulla base, dapprima, del suo aspetto fisico, poi di un autentico talento. Il suo Pigmalione fu il grande regista Luchino Visconti, che lo diresse nei suoi film più importanti, Il Gattopardo e Rocco ei suoi Fratelli, all'inizio di una carriera strepitosa. Ma ai tanti successi professionali fa riscontro per Alain una vita sentimentale burrascosa. Il suo legame durato quattro anni con l'attrice Romy Schneider, che sembrava destinato al matrimonio, si spezza quando lui la lascia con un biglietto di addio accompagnato da un fascio di rose rosse per sposare Nathalie Barthélemy, madre del suo primogenito, Anthony, col quale ha sempre avuto aspri contrasti. Romy, ferita crudelmente dall'abbandono di Alain, non riuscirà mai a rifarsi una vita e morirà giovane, vittima dell'abuso di alcol e psicofarmaci. Delon si sente in colpa verso di lei e il giorno del funerale di Romy le legge una tardiva lettera d'amore, in cui la chiama col nomignolo che le dava quando erano insieme, “bambolina”. La fine della Schneider è per Alain la prima tappa verso la solitudine che i vari flirt non riescono a colmare.

Poi, con l'attrice Mireille Darc, scomparsa nel 2017, l'attore sembra finalmente aver trovato un porto sicuro, ma anche quel legame si spezza. Il vecchio leone, però, non si arrende e nel 1987 inizia una relazione con la modella Rosalie Van Breemen, molto più giovane di lui, che gli darà due figli per poi lasciarlo per un altro uomo. Sono tempi di bilancio e Delon deve fare i conti con una brutta forma di depressione che, per sua stessa ammissione, lo porta a pensare al suicidio. È un uomo forte e reagisce alle delusioni, fino a quando, sei mesi fa, viene colpito da un ictus. Ora sta meglio e nel settembre scorso, nel ritirare la Palma D'Oro alla carriera al Festival di Cannes, è apparso in buona forma, ma certamente, quando ha temuto per la sua vita, ha chiesto aiuto alla Madre Celeste. Un percorso che ricorda quello di Brigitte Bardot, un altro mito del cinema francese che, come Alain, è solita pregare la Madonna in una cappella costruita nella sua villa di Saint-Tropez. I due attori, coetanei, sono buoni amici e, uniti dal rifiuto di un mondo lontano da quello della loro giovinezza, nel culto mariano hanno trovato un ulteriore punto d'incontro. Due belli e trasgressivi degli anni Sessanta, due anime inquiete che hanno trovato rifugio in Maria. È certo che oggi Delon, grazie alla Madonna, si sente meno solo e confida in Lei per il recupero della serenità interiore. L'anno scorso, nell'annunciare il suo ritiro dalle scene, l'attore ha confidato il suo rammarico per non avere mai interpretato il ruolo di Gesù Cristo. «Un personaggio meraviglioso», ha spiegato, che avrebbe voluto proporre, nella sua dimensione più umana, quella di «un figlio devoto, sempre illuminato dall'amore tenero e protettivo della Madre».





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