Economia Finanza

Sabatini: «Per favorire le fusioni bancarie serve un codice Ue temporaneo»



Bisogna trovare un equilibrio per garantire un terreno competitivo livellato. Le regole non armonizzate, oltre a creare disorientamento tra gli investitori, creano anche svantaggi competitivi e quindi è fondamentale il ruolo di una armonizzazione globale e non solo per singole aree contabili. Le regole armonizzate sono fondamentali anche per il mercato dei capitali: questo sarà sempre di più chiamato a finanziare attività sostenibili o processi di trasformazione verso modelli di business più sostenibili. E quindi l'esistenza di standard che consentono agli investitori di valutare su basi informate l'allineamento effettivo alle loro preferenze in termini di sostenibilità è cruciale. Gli standard contabili Ifrs sono adottati da 140 Paesi e la verifica della loro implementazione è affidata sia alle organizzazioni internazionali come lo Iosco sia alle singole autorità nazionali. Si ricorda inoltre che gli standard contabili sono strettamente collegati al reporting per i requisiti patrimoniali e di stabilità delle banche.

La Ue è in una fase delicata per il ricevimento delle regole di Basilea 3+, che decorrono dall'inizio 2025. Quali saranno punti critici?

Sono stati affidati 140 mandati all'Eba per dare attuazione a una parte di quelle regole. Il piano di lavoro dell'Autorità bancaria ha un orizzonte di 4 anni. I lavori sono già partiti, ma il percorso è lungo. Questo significa che il quadro normativo europeo rimarrà instabile fino al completamento di questo processo. Questo di per sé rappresenta un elemento di svantaggio competitivo del mondo bancario europeo, tenendo conto che invece negli Usa sono ancora nella fase di discussione su come implementare le nuove regole di Basilea 3+ e quindi c'è un diverso che pesa sulle banche europee. Inoltre, abbiamo un quadro normativo europeo estremamente complesso e frammentato. Un lavoro di semplificazione è necessario rispetto a una situazione che vede oggi direttive (per le direttive c'è la fase di ricezione nazionale) e regolamenti, poi ci sono gli standard tecnici di implementazione delle autorità Eba, Esma, Eiopa. E ancora: le linee guida, le aspettative di vigilanza poi le risposte alle domande frequenti (Faq). Questa architettura comporta rischi di non coerenza tra i vari livelli e crea ulteriori aree di incertezza. È auspicabile una revisione di questo complesso ed eccessivamente articolato quadro che è stato in continuo cambiamento dal 2008 ad oggi. Cambiamento che speravamo vedesse fine nel 2025 e che invece per effetto dei rinvii ai mandati dell'Eba dal 2025 avrà almeno ancora 2 o 3 anni di incertezza.

Ci sono proposte per creare un framework semplificato e comune tra i Paesi della Ue per accelerare le fusioni bancarie cross border. Cosa ne pensi?

Senza un'Unione del mercato dei capitali, di cui le banche sono il fulcro, difficilmente potranno essere realizzati gli obiettivi di autonomia strategica, finanziando la trasformazione digitale e il proseguimento del Green Deal. Un'attenzione a questi temi sarà indispensabile. Mi auguro anche che si arrivi in ​​una maniera ragionevole e pragmatica anche a completare l'Unione bancaria, perché essa cammina di pari passo con l'Unione del mercato dei capitali. Un'Unione del mercato dei capitali senza grandi banche europee in grado di competere con i colossi americani e asiatici continuerà a rendere la Ue dipendente da soggetti non europei e poco competitiva. Quindi è necessario completare l'Unione bancaria per favorire anche la creazione di banche universali in grado di competere con i colossi Usa. In passato avevo suggerito l'idea di rilanciare un gruppo di saggi, come fu fatto con Lamfalussy e De La Rosière, per verificare se l'attuale assetto istituzionale, tra quadro delle regole, mandati dati alle Autorità di vigilanza e di regolamentazione, siano coerenti con un mondo cambiato e nuovi obiettivi della Commissione. È però un percorso lungo, occorrono soluzioni nell'immediato: ad esempio, quella di creare un ventottesimo regime che, sulla base di adesione volontaria, superi – almeno per le grandi entità – l'attuale frammentazione e le situazioni di placcatura in oro messe in atto da autorità nazionali. È una soluzione temporanea ma potrebbe accelerare il percorso.



Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *