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A Chicago i democratici portano sul palco un nuovo nemico: il libro di Project 2025


CHICAGO – Sul podio della Convention allo United Center i democratici hanno portato un protagonista inatteso e ingombrante. Un volume gigantesco, trascinato sotto i riflettori da uno speaker dopo l'altro, giorno dopo giorno. Sono le centinaia di pagine di Progetto 2025 del movimento conservatore americano, in versione maxi per amplificarne l'effetto. L'obiettivo: offrire un identikit dell'agenda ispirata da Donald Trump e che, dicono, deve scioccare gli elettori.

Sul palco se sono seguite le citazioni di paragrafi, come predicatori farebbero con i versi della Bibbia. E come una vera e propria “bibbia dell'estremismo” repubblicano hanno trattato le sue quasi 900 pagine, composte da una coalizione senza precedenti di decine di think tank che vogliono essere pronti dal primo giorno di un secondo avvento di Trump alla Casa Bianca. E' una summa delle idee spesso radicali al fine di smantellare e riconfigurare il cosiddetto “deep state”, o “administrative state”, lo stato profondo o amministrativo, di fatto la macchina moderna del governo nata con il New Deal.

A Chicago i democratici portano sul palco un nuovo nemico: il libro di Project 2025

Perché il “nemico” non sfugga a nessuno, hanno proiettato a lettere cubitali Project 2025 HQ (headquarter, sede centrale) sulla facciata del Trump International Hotel and Tower di Chicago. Soprattutto hanno però creato quella gigantesca copia del volume circolata allo United Center, ufficialmente intitolato Mandato per la Leadership. A portarlo per prima sul palco è stata lunedì, in apertura di Convention, Mallory McMorrow, 37enne senatrice statale del Michigan e una delle ideatrici del gesto, che sbattendo il volume sul leggio ha dichiarato: “Hanno messo per iscritto tutte le estreme azioni che Trump intende decidere e noi le abbiamo lette”.

Il volume, fisicamente o metaforicamente, è poi passato come un testimone scottante di mano in mano a nuovi oratori. Lunedì ne ha ancora parlato il senatore del Michigan Gary Peters: “Il Progetto 2025 di Trump e Vance elimina le protezioni per i lavoratori, il sindacato, taglia l'assistenza e dà sgravi fiscali ai miliardari”. Martedì, tra gli altri, è toccato al deputato della Pennsylvania Malcolm Kenyatta portarlo sotto i riflettori: “Di solito i repubblicani vogliono mettere al bando i libri, in questo caso vogliono imporcelo”. Mercoledì è stato il governatore del Colorado Jared Polis a sfogliare il volume in pubblico. E poi l'attore comico Kenan Thompson, che ha gestito una serie di mini-interviste a tema con cittadini “messi a rischio” dal Project 2025. Parlando con una ginecologa ha ricordato che “pagina 529 rilancia il Comstock Act dell'Ottocento”, legge federale contro l'oscenità impugnata per criminalizzare l'aborto. Parlando con un'insegnate ha citato: “A pagina 319 chiede la fine del Dipartimento dell'Istruzione”. Ha concluso: “Possiamo impedire che accada eleggendo Kamala Harris”. Anche il candidato alla vicepresidenza Tim Walz ha preso di mira i disegni del Progetto nel suo discorso di accettazione come “inquietanti e pericolosi”.

Trump è in realtà cosciente che il Progetto 2025 è un problema per i suoi toni ideologici. Gli autori sono numerosi i suoi ex collaboratori e alleati in uno sforzo coordinato dalla Heritage Foundation, tradizionale potenza del pensiero repubblicano convertito all'America First di Trump. Il vice di Trump, JD Vance, è molto vicino ai vertici della Heritage. Trump ha formalmente sconfessato l'agenda, affermando di “non sapere cosa sia” e che comunque la considera “troppo severa”. In parte ha preso le distanze anche perché risente chiunque, amico o nemico, gli suggerisce cosa fare. Il distacco almeno a parole ha provocato un ribaltone al vertice del progetto, senza però che Trump sia riuscito a scrollarselo di dosso.



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