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Lucrezia Lante della Rovere, “Il teatro un atto rivoluzionario” – Teatro – Ansa.it


“Ho un bel 'marito', compagno di scena e di lavoro, dunque la partenza è ottima, siamo coi motori accesi”. Lucrezia Lante della Rovere è carica in vista della prima nazionale di 'Non si fa così' di Audrey Schebat con la regia di Francesco Zecca, opera che sabato 24 agosto aprirà il Todi Festival. Poi, i primi appuntamenti in giro per l'Italia: a inizio ottobre a Latina, poi a Macerata e San Benedetto del Tronto, passando a novembre da Bari. Con le valigie già pronte, insieme al suo collega sul palco, l'attore di cinema, tv e teatro Arcangelo Iannace, racconta all'ANSA che l'emozione si comincia a far sentire: “già stanotte sono stata con l'occhietto sbarrato” , rivela. Ma il piacere di tornare a Todi c'è, anche perché la madre Marina Ripa di Meana aveva una casa lì: “sono posti dell'anima”, commenta.
Il suo personaggio, una pianista di fama mondiale, “torna a casa e invece di beccare il marito con un'altra, lo trova che si sta ammazzando”, spiega la protagonista. Un espediente drammatico che dà il via alla commedia, che si svolge nella notte in cui i due fanno i conti l'uno con l'altra per chiarire quanto successo e, soprattutto, il motivo. “Si ride ma si riflette – rivela Lante della Rovere – è molto divertente perché è una storia di insoddisfazioni personali, di crisi di identità e loro litigano e non si ascoltano l'uno con l'altro, sono chiusi nella loro visione egocentrica e questo crea l'effetto comico”. Alla fine bisogna trovare una quadra per sopravvivere e il senso dello spettacolo, riflette il suo collega Iannace, è che “forse nella vita quando trovi la persona è giusta fatta, perché se si litiga bene può anche essere meglio di non litigare mai”. Al che, scherzando, l'attrice gli risponde: “infatti io nella vita sto da sola perché non ho mai trovato nessuno con cui litigare bene!” Tra una battuta e l'altra, i due concordano sulla gioia di tornare in teatro, settore in crescita anche rispetto ai livelli pre-covid. “Credo sia un momento d'oro, ma c'è ancora un po' di disorganizzazione – commenta Iannace – quasi tutti i nostri maestri e riferimenti si sono stanchi, ci sono tantissimi attori bravi ma mancano i registi, che ormai devono essere 'di potere' perché devono cercare anche la distribuzione”. La magia però resta e l'aumento nelle vendite dei biglietti dimostra che alle persone piace l'esperienza. “Il teatro è l'unica forma di incontro dal vivo” secondo l'attrice, “le persone devono venire necessariamente di persona, prendere la macchina, parcheggiare, sceglierti: non è una cosa passiva, è un processo attivo, un atto rivoluzionario” . Le fa eco il compagno di scena: “a me piace molto Lucrezia perché non è una donna di mercato, ma una 'de core' – ride – ma è chiaro che quando si parla del futuro del teatro non ci possono essere solo progetti 'de nucleo'”.
Per quanto riguarda il futuro, entrambi non si sbilanciano. “Al momento le energie sono tutte concentrate su quest'opera – annuncia Iannace – Di solito per rientrare nell'investimento c'è bisogno di un paio di anni, a volte anche tre, poi in mezzo ci sarà sicuramente qualche fiction o film”. “Dobbiamo far decollare lo spettacolo, è come un bimbo che deve crescere e noi dobbiamo accompagnarlo per mano”, conclude Lante della Rovere.

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